La legge Fornero, varata due anni fa che sta costringendo gli italiani a dover lavorare molti anni in più di quanto previsto in precedenza, per di ottenere la pensione, non viene applicata alla “casta”, cioè ai consiglieri regionali italiani e pugliesi, in quanto si ritiene che pensione e vitalizio siano posizioni giuridiche diverse. Il vitalizio ai consiglieri viene calcolato sulla base di parametri definiti con la legge regionale del 2003 che garantiscono oggettivamente agli ex un trattamento di privilegio, di fatto una vera e propria una contraddizione , che le leggi nazionali non riescono ad incidere e regolamentare , rispetto a quelle previste dalla nota “spending review”,
Ebbene è proprio grazie a ciò che dal 1 agosto 2014 l’ex Sindaco di Taranto ed ex assessore regionale al Commercio, Rossana Di Bello, riceve dai soldi pubblici un vitalizio di 3.862 euro al lordo delle ritenute in virtù della sua permanenza in Consiglio regionale dal 1995 al 2000 e di una legge regionale varata nel 2003 che permette ai consiglieri che hanno versato 5 anni di contributi di incassare un vitalizio di 4.500 euro al lordo al compimento dei 60 anni di età. La norma prevede la possibilità di incassare l’assegno anche a prima al compimento dei 55nni, salvo una piccola decurtazione dell’importo da percepire. La Di Bello al compimento dei 58 anni ha quindi utilizzato tale possibilità, per cui dal primo ottobre incassa in “busta paga” 3.862 euro al lordo delle ritenute. Ed i contribuenti pagano. Dopo il danno, anche la beffa.