Il procuratore generale di Perugia Sergio Sottani ha attivato le proprie funzioni di sorveglianza dopo la diffusione, sul quotidiano “La Verità” di vecchie chat di Whatsapp tra Raffaele Guadagno, ex funzionario di cancelleria sottoposto a procedimento penale per accesso abusivo a sistema informatico, e i due pm perugini che nella fase iniziale indagarono su di lui, senza astenersi, nonostante l’amicizia che legava entrambi al cancelliere.
Con una nota il Procuratore Generale dr. Sottani ha reso noto che “In questa circostanza, come avvenuto in passato per tutte le altre situazioni analoghe, questo ufficio ha attivato le proprie funzioni di sorveglianza sull’attività dei magistrati requirenti del distretto al fine di acquisire ogni elemento utile per consentire, eventualmente, agli organi istituzionalmente competenti di far piena luce sui fatti circostanziatamente segnalati. Appare necessario sottolineare come tale doverosa iniziativa di questo Procuratore Generale si colloca in un momento in cui la Procura della Repubblica di Perugia è impegnata in una indagine, che è balzata prepotentemente ed in modo deflagrante all’attenzione della pubblica opinione. Il quadro investigativo raccolto dalla procura perugina, relativamente a presunti accessi abusivi da parte di una persona in servizio presso la Direzione Nazionale Antimafia, è apparso di tale inaudita gravità da indurre ad una inusuale congiunta richiesta di audizione del Procuratore della Repubblica unitamente al Procuratore Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo“. Cioè i magistrati Raffaele Cantone e Giovanni Melillo.
“Lo stato attuale delle indagini, complesse ed articolate” – continua il Pg umbro – “oltre che estremamente delicate, è stato delineato dal Procuratore della Repubblica di Perugia nel corso delle pubbliche audizioni. Anche sul punto, l’attività di vigilanza sui rapporti con gli organi di informazione dei Procuratori del distretto impone a questo Procuratore Generale di verificare il corretto bilanciamento tra il doveroso diritto dell’opinione pubblica ad essere informata nella fase delle indagini ed il rispetto della presunzione di innocenza“.
L’avvocato Chiara Lazzari difensore dell’ex-cancelliere Raffaele Guadagno precisa di non aver diffuso lei le chat, a sua disposizione da un anno e mezzo ma irrilevanti nel procedimento. A richiedere gli atti al Gup erano stati i difensori dell’ex magistrato Luca Palamara, presentatosi come parte offesa. Tra le contestazioni a Guadagno anche l’accesso abusivo al fascicolo Palamara, infatti una buona parte dei documenti di quel fascicolo era finita sui soliti giornali-“gole profonde” della magistratura sinistrorsa.
Non a caso i due magistrati che chattavano con il cancelliere Guadagno hanno chiesto per lo stesso Palamara una nuova condanna. Della talpa perugina aveva parlato anche il Procuratore di Perugia Raffaele Cantone davanti alla Commissione antimafia. Adesso il cancelliere 59enne è in pensione, vive fuori dall’Umbria, e sta raccogliendo in un libro le sue verità. Se si posso definire tali….
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