di Antonello de Gennaro
Finalmente la Procura di Bari cerca di fare chiarezza sui giornalisti “spioni” e “ventriloqui”, che sinora sono sempre stati protetti e spalleggiati dall’ Assostampa di Puglia, di cui spesso e volentieri fanno parte. Questa mattina i militari della Guardia di Finanza di Bari hanno eseguito una perquisizione nei confronti del giornalista Nico Lorusso membro della consulta sindacale dell’ Assostampa di Puglia e redattore del servizio stampa Agierrefax della Giunta regionale della Puglia, indagato per concorso in rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento personale.
“Il provvedimento è finalizzato all’acquisizione di elementi probatori utili alla compiuta identificazione di un pubblico ufficiale che avrebbe rivelato al redattore l’esistenza di dispositivi di captazione ambientale in uffici della Regione Puglia in uso a Mario Antonio Lerario” spiega la Procura di Bari. L’ addetto stampa della Regione Puglia Nico Lorusso sarebbe stato informato, da un pubblico ufficiale in corso di identificazione, della presenza delle cimici installate dalle Fiamme Gialle in tre stanze degli uffici della Protezione Civile della Regione Puglia e, come emerge da una intercettazione ambientale, Lorusso lo avrebbe comunicato all’ex capo della Protezione civile Mario Lerario, attualmente detenuto in carcere dallo scorso 23 dicembre per corruzione.
Nel decreto di perquisizione eseguito oggi dalla Guardia di Finanza su disposizione del procuratore Roberto Rossi e dell’aggiunto Alessio Coccioli, c’è una intercettazione ambientale del 3 settembre 2021 avvenuta nell’ufficio di Lerario. “Il decreto che disponeva la faccenda – diceva Nico Lorusso a Mario Lerario – che una manaccia me l’ha dato, me lo ha fatto leggere – disponeva qui; e non ho capito bene in quale altra stanza, boh”.
I finanzieri hanno quindi perquisito questa mattina la casa, l’ufficio nella Regione e l’auto dell’addetto stampa, sequestrando supporti informatici, pc e telefoni cellulari “al fine di verificare – si legge nel decreto – se nei giorni precedenti rispetto al rinvenimento delle cimici, Lorusso abbia intrattenuto chat o effettuato chiamate Voip con individui che, come dichiarato nel corso della conversazione, gli abbiano fatto leggere il decreto dispositivo delle intercettazioni ambientali in tre stanze”.
Non è la prima volta che un giornalista “barese” si prostituisce al potere politico ed affaristico. Il pioniere di questa “specialità” fu Michele Mascellaro, all’epoca dei fatti direttore responsabile del quotidiano Taranto Buonasera, intercettato nell’ambito dell’inchiesta “Ambiente Svenduto“, scoperto a vendersi a Girolamo Archinà responsabile delle relazioni esterne a Taranto del Gruppo Riva, ma nei confronti di Mascellaro incredibilmente il Consiglio di Disciplina dell’ Ordine dei Giornalisti di Puglia non mosse un dito. Il giornalista barese fu incredibilmente “premiato” dalla politica finendo a fare il “portaborsette-addetto stampa” nel Gruppo PD della Regione Puglia, diventando un fedelissimo del consigliere regionale Pd Michele Mazzarano, recentemente condannato per voto di scambio.
Nel 2019 sulla base delle ipotesi investigative della Procura a seguito della denuncia presentata dallo stesso Emiliano, vi fu un’altra fuga di notizie coperte da segreto istruttorio che consenti’ al governatore pugliese di venire a conoscenza di un’ indagine a suo carico ancor prima della notifica dell’avviso di garanzia per abuso d’ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilita’ e false fatture. In quell’occasione ad avvisare Emiliano delle indagini in corso nei suoi confronti erano stati due altri giornalisti baresi Scagliarini e Pepe redattori di quella che fu la “fallita” Gazzetta del Mezzogiorno. Immediatamente i sindacati insorsero contro la Magistratura : “Un fatto molto grave che incide pesantemente sulla liberta’ d’informazione”, scriveva in una nota il Comitato di redazione della Gazzetta del Mezzogiorno esprimendo “solidarieta’ ai colleghi Massimiliano Scagliarini e Nicola Pepe destinatari di un decreto di consegna e decreto di perquisizione personale e locale emesso dalla Procura di Bari“. Chissà che fine hanno fatto quelle indagini…
Avendo saputo dell’inchiesta ancor prima che la Guardia di Finanza si presentasse alla Regione, Emiliano si recò di persona in Procura per denunciare la violazione del segreto istruttorio. “Lunedì 8 aprile 2019 – raccontò – sono infatti venuto a conoscenza che giovedì 11 sarei stato oggetto di una attività di acquisizione di documenti e dati da parte della Guardia di finanza in relazione ai finanziamenti percepiti in occasione della mia campagna per le primarie del Pd del 2017. La fuga di notizie in piena violazione del segreto istruttorio precisava ulteriori fatti e circostanze”.
Pertanto Emiliano denunciò l’accaduto “al fine di ottenere la massima tutela da possibili violazioni del segreto istruttorio di natura strumentale atteso il mio ruolo pubblico”. “Questa mattina alle ore 9 – proseguiva Emiliano – come anticipato dalla fonte indicata al Procuratore della Repubblica il giorno prima, la Guardia di finanza di Bari mi chiedeva di potere verificare alcune chat del mio telefono e mail relative agli scambi di messaggi con alcuni soggetti di interesse dell’ufficio. Contemporaneamente identica acquisizione è stata effettuata al mio capo di Gabinetto”.
“Abbiamo fornito piena collaborazione – aggiunse il governatore pugliese – al fine di consentire l’acquisizione di tutti gli elementi utili, nella convinzione di avere operato con assoluta correttezza e rispetto delle leggi”.
Chissà se anche questa volta i “sindacalisti-giornalisti” avranno il coraggio di proteggere e difendere il loro “compagnuccio” di merende Nico Lorusso, autore di ben 296 articoli sul loro sito dell’ Assostampa di Puglia. Non è un caso che nessuno li abbia mai commentati. Il”niente” non si commenta. Mai.