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28 Ottobre 2024 14:12

Chi sono gli spioni: Gallo il poliziotto, Calamucci la mente tecnologica e Pazzali manager bocconiano

Intercettazioni: "Con i rapporti che abbiamo noi in mano possiamo sputtanare tutta l'Italia" vantando  "contatti tra i servizi deviati e i servizi segreti seri, di quelli lì ti puoi fidare un po’ di meno, però, il sentiamo, fanno chiacchiere, sono tutte una serie di informazioni…". 

Un “gigantesco mercato di informazioni personali” e riservate acquisite in modo illecito da banche dati strategiche per l’Italia, sottratte ed utilizzate da ex appartenenti o appartenenti alla Polizia e Guardia di Finanza, tecnici informatici e hacker per essere rivendute a clienti del mondo dell’imprenditoria non solo per fini ‘aziendali’ ma anche familiari. Tutto cio è stato scoperto grazie ad un’importante indagine della Dda di Milano e della Direzione Nazionale Antimafia che ha posto agli arresti domiciliari l’ex super poliziotto Carmine Gallo, attuale amministratore delegato della Equalize, società di investigazione privata controllata e finanziata dal presidente della Fondazione Fiera di Milano  Enrico Pazzali, ora indagato, Nunzio Samuele Calamucci, Massimiliano Camponovo e Giulio Cornelli, titolari e soci di aziende collegate e specializzate nella sicurezza e nell’informatica.

Ecco chi sono i protagonisti del dossieraggio

Carmine Gallo, 65 anni, originario di Gragnano (Napoli), il super poliziotto (ora in pensione) al di sopra di ogni sospetto, è stato tra i primi a indagare sulla ‘ndrangheta in Lombardia, risolse il delitto Gucci, liberò Alessandra Sgarella dal rapimento subito. Andato in pensione, dopo quarant’anni di servizio a Milano nella Polizia di Stato, ha assunto l’incarico di ammimnistratore delegato della società Equalize srl, specializzata in analisi antifrode per imprese e investigazioni private. Secondo il pm, “aveva le mani in pasta ovunque” nella nuova veste di “spione”. Ed ha iniziato ujna sua nuova vita sul fronte spionaggi, audodefinendosi esperto di “reputational risks”, con lussuoso ufficio con affaccio sul Duomo.

Gallo entrato in polizia nel 1978, ha inanellato successi tra Digos e Squadra Mobile: è lui a verbalizzare le confessioni del collaboratore di giustizia Saverio Morabito. Tratterà direttamente con alcuni importanti capi della ‘ndrangheta per arrivare alla liberazione di Alessandra Sgarella rapita nel 1997 a Milano, e liberata in Calabria dopo 266 giorni di prigionia in Aspromonte. In precedenza si era occupato del sequestro di Cesare Casella, anch’egli liberato dopo due anni in Aspromonte e di quello di Giuseppe Soffiantini.

Sempre in prima linea, determinato e spregiudicato nell’arrivare al risultato, fu lui ad incastrare Patrizia Reggiani, l’ex moglie di Maurizio Gucci, ed a suonare alla porta della sua abitazione per notificarle l’ordinanza che la accusava di essere stata la mandante dell’omicidio del marito. Anni dopo, lei racconterà che voleva uscire di casa con una pelliccia ma Gallo le prestò il suo cappotto. Ha chiuso la carriera come vicedirigente a Rho-Pero, commissariato dove nel 2015 gestirà la sicurezza di tutti i capi di Stato a Milano per Expo, incarico per il quale venne scelto proprio per le sue doti, l’esperienza. Nel suo “imponente” curriculum dalla lotta al clan Epaminonda a quella alla criminalità organizzata compare solo una “macchia”. Alla vigilia della pensione, fu condannato a 2 anni (con la non menzione) per i suoi rapporti con un confidente-collaboratore che in realtà faceva il doppio gioco.

L ‘allora vice capo della polizia di Stato, Luigi Savina nel giorno del saluto affermò : “Il primo ad arrivare al mattino, l’ultimo a uscire la sera. Un vero poliziotto capace di tessere trame in modo silente per arrivare al risultato. Un punto di riferimento per tutti. Quando ero questore a Milano e c’era da affrontare Expo, ho avuto in lui un grande centravanti“. il pm De Tommasi invece ora lo definisce come “Persona spregiudicata e senza scrupoli e tentacolare .

Nunzio Samuele Calamucci, 44 anni di Bollate, nel milanese, l’hacker della presunta banda di cyber-spie, socio di un’agenzia di investigazioni avrebbe messo sotto scacco settori dell’imprenditoria e della politica con ricerche a tappeto di informazioni su tutte le banche dati. “Con loro, che sono più o meno 3mila persone condividiamo (…) uno dice abbiamo trovato 30 account violati a chi interessano?”, così ignaro di essere intercettato descriveva i “rapporti che intrattiene” con Anonymous, l’organizzazione di hackers che è riuscita in passato “addirittura a violare il sistema informatico del Pentagono”. Le carte ed evidenze presenti negli atti dell’inchiesta della Dda di Milano raffigurano la figura di Calamucci, come il vero “esperto informatico“, in pratica la mente tecnologica del gruppo guidato da Carmine Gallo. Calamucci a sua volta è socio di minoranza della Mercury Advisor, una delle tre società di investigazione privata al centro dell’indagine e poste sotto sequestro giudiziario, ma è soprattutto lui, forte anche dell’esperienza con gli hacker di Anonymous, a “coordinare”, secondo i magistrati titolari del fascicolo d’indagine, l’imponente prelievo di informazioni riservate estrapolate illegalmente dalle banche dati, ma anche il successivo in oltro di quei file tra i componenti della “banda” ed attraverso canali sicuri, ad esempio con le “Protonmail”, non intercettabili. È sempre Calamucci che vantava rapporti con “servizi segreti e mafie” a dirigere la squadra di “analisti”, i cosiddetti “ragazzi” che fanno incetta di dati che poi finivano nei report. Anch’egli come Gallo intratteneva rapporti con i “clienti” che gli commissionavano i “dossieraggi”. Nelle carte dell’inchiesta il pm Francesco De Tommasi, racconta che tra questi, c’è chi arrivava ad offrire centinaia di migliaia di euro: nello specifico Lorenzo Sbraccia, imprenditore romano 57enne definito “privo di scrupoli e ossessivamente proiettato verso l’acquisizione abusiva e illecita di informazioni riservate e segrete, da utilizzare per salvaguardare se stesso e i propri affari e per colpire quelli che ritiene essere suoi nemici”. Per ottenerle l’ indagato, avrebbe “assicurato” a Calamucci e agli altri del gruppo “profitti annui” per oltre 400mila euro, cioè una “fetta importante degli utili conseguiti” dalla Equalize di proprietà di Enrico Pazzali, amministrata dall’ex poliziotto Gallo. Calamucci è anche “l’ideatore e realizzatore” della piattaforma Beyond, un sistema che aggrega informazioni e che la “banda” era sempre più interessata ed intenzionata nell’ultimo periodo ad usare come proprio “business”, ma secondo le indagini, anche come arma di potere e ricatto. I carabinieri del Ros, con i colleghi di Varese, hanno trovato Nunzio Calamucci collegato con una sua chiavetta a un pc della società I carabinieri del Ros, con i colleghi di Varese, lo hanno trovato quando l’hacker Nunzio Calamucci ha collegato una sua chiavetta a un pc della società di via Pattari 6 . Dentro c’erano anche 52.811 interrogazioni Sdi del Ced interforze del Viminale controllato da un Trojan della procura. Molte erano “riconducibili” a un ex carabiniere ora indagato . Intercettato Calamucci diceva: “Con i rapporti che abbiamo noi in mano possiamo sputtanare tutta l’Italia” vantando  “contatti tra i servizi deviati e i servizi segreti seri, di quelli lì ti puoi fidare un po’ di meno, però, il sentiamo, fanno chiacchiere, sono tutte una serie di informazioni…”. 

Enrico Pazzali sessant’anni, milanese laureato all’ Università Bocconi, sposato e con due figlie vanta un curriculum ricco di esperienze. Una carriera lampo tra aziende informatiche e di telecomunicazioni. nasce come manager pubblico e diventa il presidente della Fondazione Fiera di Milano, che è estranea all’ inchiesta, nonchè socio di maggioranza di Equalize srl, la società di investigazioni ” epicentro” dello scandalo sui dossier e le intercettazioni illegali. La sua carriera “pubblica” inizia nel 2005, da direttore centrale per organizzazione e personale, patrimonio e sistemi informativi nella Regione Lombardia. Da qui l’ascesa inarrestabile: il 2009 è l’anno di svolta per il manager, quando l’amministratore delegato uscente Claudio Artusi viene sostituito da lui, che da tre anni è direttore generale di Fiera Spa. Anni questi contraddistinti da importanti cambiamenti, quando padiglioni fieristici traslocano a Pero-Rho alle porte di Milano. La sua parabola in Fiera dura sei anni, poi arriva al suo posto il direttore generale Corrado Peraboni. Poco dopo esplode il caso “Nolostand” e le successive inchieste della magistratura mettono sotto la lente degli inquirenti la presenza di infiltrazioni mafiose nei fornitori di Fiera Milano dal 2013, che portano il presidente della Fondazione Giovanni Gorno Tempini, anche questi oggetto di dossieraggio dalla società Equalize a chiedere le dimissioni dell’intero consiglio della Spa. Pazzali, che nel 2019 era stato chiamato dal governo guidato dal premier Matteo Renzi alla guida di Eur spa, ritorna a Milano da presidente della Fondazione Fiera, con il parere “favorevole” dell’attuale governatore lombardo Attilio Fontana, esponente di spicco della Lega.

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