Chiara Ferragni è indagata per truffa aggravata da minorata difesa nella vicenda del pandoro Balocco. Lo si apprende da fonti della procura di Milano che precisa come sia indagata anche con la stessa ipotesi di reato Alessandra Balocco, amministratrice delegata dell’omonimo gruppo dolciario. La scelta di contestare la truffa aggravata ha consentito agli inquirenti di ‘superare’ l’ostacolo della querela, necessaria nei casi di ‘truffa semplice’. Al momento nessuno dei presunti danneggiati, che hanno comunque 90 giorni di tempo da quando l’Antitrust ha reso nota la vicenda, ha presentato una denuncia.
La svolta, nel fascicolo aperto poco prima di Natale dal procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco, a capo del IV° Dipartimento (Frodi e Tutela dei Consumatori) arriva nel giorno in cui sul tavolo dell’ufficio del quarto piano del Palazzo di giustizia è arrivata l’annotazione della Guardia di finanza e le Fiamme Gialle hanno varcato – nel primo pomeriggio – l’ingresso della sede dello stabilimento Balocco a Fossano, in provincia di Cuneo, per acquisire la documentazione relativa alla campagna promozionale di Natale 2022 del Pink Christmas, il pandoro che avrebbe dovuto sostenere l’ospedale Regina Margherita di Torino.
L’ipotesi che è costata all’imprenditrice digitale la multa da un milione di euro da parte dell’Antitrust è di aver lasciato intendere che acquistando il pandoro, si sarebbe sostenuta la ricerca sull’osteosarcoma e sarcoma di Ewing per comprare un nuovo macchinario, ma in realtà la vendita non avrebbe influito sulla beneficenza e su una somma già stabilita. Una ricostruzione, che alla luce dello scambio di mail tra il gruppo dolciario e Ferragni, porta la procura meneghina a ipotizzare il reato di truffa aggravato dalla ‘minorata difesa’, aggravante che interviene – secondo alcune sentenze della Cassazione – quando il presunto raggiro avviene su piattaforme online.
La Procura tuttavia ha un focus diverso basato sul codice penale e non le bastano gli elementi dell’Antitrust per valutare se la vicenda vada approfondita in un processo. Di qui la ricerca di nuove carte. Una difficoltà potrebbe essere quella di individuare l'”ingiusto profitto” ottenuto da Ferragni. L’influencer ha ottenuto un milione di euro di cachet che comunque non era previsto variasse a seconda delle vendite. Si può immaginare un ‘guadagno d’immagine’, arduo pero’ da quantificare.
Chiara Ferragni così come l’amministratrice delegata Alessandra Balocco e i rispettivi staff coinvolti saranno ascoltati presto dalla procura di Milano a rispondere per chiarire gli aspetti di un accordo stipulato nel novembre 2011 e in cui occorrerà dimostrare l’ingiusto profitto e dove sarebbe stato conseguito (per stabilire la competenza territoriale) e il danno per ogni consumatore che ha acquistato il pandoro ‘griffato’ da oltre 9 euro.
La Guardia di finanza di Milano ha eseguito, inoltre, oggi alcune acquisizioni nella sede Balocco a Fossano nel cuneese. In particolare l’intervento delle Fiamme Gialle ha riguardato la documentazione e le mail relative all’accordo tra la società e l’imprenditrice digitale.
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