Chico Forti, il 65enne trentino rilasciato nei giorni scorsi da un carcere della Florida dopo una lunga detenzione, è rientrato oggi in Italia. “Per me ora comincia la rinascita“: queste le parole riferite da Forti poco prima del suo trasferimento, dal carcere a Miami all’Agenzia statunitense per l’immigrazione, a persone a lui vicine. Campione di windsurf, produttore televisivo e cineoperatore d’assalto, è stato arrestato negli Usa per l’omicidio di Dale Pike. Ha rischiato la sedia elettrica ed è stato condannato all’ergastolo senza appello da una giuria popolare con sentenza definitiva nel giugno del 2000. Un caso controverso: lui si è sempre dichiarato innocente e vittima di un errore giudiziario e ha iniziato una lunga battaglia legale per cercare, almeno, di tornare in Italia.
Il procedimento per il rientro in Italia di Chico Forti, ai sensi della Convenzione di Strasburgo, era stato aperto nel dicembre 2019, quando lo stesso attraverso il suo difensore, manifestò la sua volontà di essere trasferito in Italia.Lo scorso marzo, il ministro della Giustizia Carlo Nordio aveva firmato il decreto con cui chiedeva di promuovere presso la Corte d’appello di Trento il giudizio di riconoscimento della sentenza penale irrevocabile emessa nel giugno 2000 dalla Corte in Florida. Giudizio che si è concluso a Trento il 17 aprile, con il riconoscimento della sentenza pronunciata dalle autorità statunitensi.
Forti, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Dale Pike, avvenuto il 15 febbraio del 1998, era stato scarcerato alcuni giorni fa, mentre l’autorizzazione al trasferimento in Italia era stata annunciata dalla premier Giorgia Meloni durante la sua visita a Washington il primo marzo scorso. Nella scheda di Chico Forti del Florida Department of Correction, alla data di inizio custodia, il 7 luglio 2000, è stata aggiunta quella del 15 maggio indicata come data del rilascio a seguito di un’udienza in cui aveva siglato l’accordo con il giudice federale statunitense per scontare il resto della pena in Italia, dove la corte d’Appello di Trento ha già convertito nelle scorse settimane la sentenza statunitense. Era l’ultimo passaggio prima del rientro. Chico Forti, il 65enne trentino rilasciato nei giorni scorsi da un carcere della Florida dopo una lunga detenzione, è arrivato in Italia all’aeroporto militare di Pratica di Mare: sarà poi portato nel carcere di Verona, in attesa di espletare le successive procedure.
Dale Pike, imprenditore australiano, venne ucciso con un colpo d’arma da fuoco alla testa nel 1998 a Miami: il corpo venne ritrovato sulla spiaggia di Sewer Beach. Forti in quel periodo era in trattativa per comperare il Pikes Hotel di Ibiza, un resort diventato famoso negli anni ottanta per aver ospitato il 41esimo compleanno di Freddie Mercury, il cantante dei Queen. Pike era volato dall’Australia a Miami per discutere la proposta di accordo tra suo padre e l’imprenditore italiano. Secondo l’accusa, Anthony Pike, il padre di Dale, soffriva di demenza e Forti avrebbe tentato di raggirarlo. Forti ammise di aver prelevato Dale Pike all’aeroporto ma ha sempre negato di avergli sparato, affermando che lo aveva lasciato in un ristorante.
Una prova chiave utilizzata per collegare Chico Forti all’omicidio, è stata la sabbia ritrovata nella sua macchina, una sabbia tipica della spiaggia di Miami dove fu ritrovato il corpo della vittima. Forti è stato accusato di “felony murder”, un omicidio commesso durante l’esecuzione di altro crimine: il movente, secondo l’accusa, sarebbe da ricondursi alla truffa di Forti ai danni di Anthony Pike per l’acquisto del resort.
Prima della vicenda giudiziaria Forti ha avuto molte vite. Cresciuto tra le onde del Lago di Garda, è diventato un campione di windsurf: è stato uno dei primi al mondo a far compiere il giro intero alla tavola dopo il salto e il primo italiano a competere, nel 1985, per la Coppa del Mondo. Una carriera sportiva interrotta bruscamente a 28 anni, mentre era all’apice, a causa di un incidente d’auto. Dopo una lunga convalescenza, Forti ha affinato le sue conoscenze da videomaker, specializzandosi nella riproduzione televisiva degli sport estremi.
I familiari ed amici di Chico Forti in merito rientro in Italia hanno fatto presente che “l’intervento del governo Meloni nelle scorse settimane ha dato un’accelerata all’iter”. “Apprendiamo con soddisfazione del rientro in Italia di Chico Forti, è una buona notizia” Lo sottolinea l’avvocato Carlo Delle Vedove, uno dei legali che ha seguito l’iter per il ritorno dagli Usa del 65enne trentino, parlando con l’Ansa. “Il trasferimento in Italia di Forti è il completamento di tutte le procedure giudiziarie, intraprese davanti alle autorità degli Usa“, ha aggiunto il legale. “Con Forti ci siamo sentiti l’ultima volta lunedì, era un po’ ansioso, ci sentivamo tutti i lunedì. Ringraziamo tutte le autorità italiane e americane che hanno seguito il suo caso“, ha concluso Delle Vedove.
Lo zio Gianni Forti ha commentato il rientro del nipote Chico Forti: “è per noi una grande soddisfazione dopo una battaglia durata come una guerra punica. A noi basta che oggi sia in Italia, ora il percorso è in discesa. È certamente una grande gioia – ha aggiunto – e per me resta solo il rammarico di non essere riuscito a farlo rientrare prima“. Lo zio ha inoltre voluto ringraziare le tante persone che hanno sostenuto la causa di Chico Forti negli ultimi anni. “Abbiamo la chance di dare una nuova vita a Chico”, ha concluso.
L’aereo con a bordo Chico Forti rilasciato nei giorni scorsi da un carcere della Florida dopo una lunga detenzione, è atterrato in tarda mattinata nell’aeroporto militare di Pratica di Mare dove ha incontrato il presidente del Consiglio Giorgia Meloni che lo scorso marzo in occasione della sua missione negli Stati Uniti aveva ottenuto il consenso al trasferimento del connazionale, ai sensi della Convenzione di Strasburgo. Lo riferiscono fonti di Palazzo Chigi.
“È un giorno di gioia e di soddisfazione per l’intero Paese: il rientro in Italia di Chico Forti – atteso da anni – è innanzitutto un successo della presidente Giorgia Meloni e uno straordinario traguardo politico e diplomatico, frutto di intensa e proficua collaborazione istituzionale a tutti i livelli. Essenziali nell’accelerazione delle ultime procedure di consegna – che si sono perfezionate in tempi record dalla formalizzazione del consenso – sono stati anche i colloqui avvenuti a latere del G7 Giustizia la settimana scorsa a Venezia. Si chiude così un dossier molto complesso, seguito con estrema cura dalle competenti articolazioni ministeriali che desidero ringraziare vivamente: la collaborazione – nel più rigoroso e doveroso riserbo – tra tutte le istituzioni ha consentito il rientro a casa, finalmente, di Chico Forti“. questo il commento del ministro della Giustizia, Carlo Nordio.
Tajani, giusto sconti seconda parte pena in Italia
Il ritorno di Chico Forti in Italia è un risultato ottenuto “con una grande azione del governo ma anche della nostra diplomazia ed è una scelta giusta perché possa scontare la seconda parte della sua detenzione in un carcere italiano” ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani commentando la notizia del rientro dell’uomo. “Si ottengono questi risultati quando si lavora in silenzio senza fare polemiche – ha detto il capo della Farnesina – è una scelta che tutela gli interessi di un cittadino italiano“. Tajani ha evidenziato il “comportamento ineccepibile come detenuto negli Stati Uniti” che dà la possibilità a Forti di “poter continuare ad essere un detenuto modello anche in un carcere italiano”.
Chico Forti ha lasciato la base di Pratica di Mare a bordo di un mezzo della Polizia Penitenziaria, venendo trasferito a Rebibbia Nuovo Complesso. Apparso provato per il lungo viaggio dagli Stati Uniti, dove ha vissuto per 24 anni in carcere per omicidio, si è mostrato molto cordiale con gli agenti della polizia penitenziaria che lo hanno portato nella cella singola nella quale rimarrà questa notte e domani. Lunedì è atteso il trasferimento nella casa circondariale di Verona, dove sconterà la sua pena dopo 24 anni di detenzione negli Usa: si trova solo in cella anche in virtù del fatto che è un detenuto di transito. Chi ha avuto modo di vederlo lo descrive “sorridente ma provato”.
“Non vedo l’ora di riabbracciare mia madre”. Queste le prime parole di Chico Forti appena atterrato all’aeroporto di Pratica di Mare che ha avuto subito un pensiero per la madre 96enne. Forti è apparso, a chi lo ha visto, visibilmente commosso anche durante l’incontro con la presidente del consiglio Giorgia Meloni che ha ringraziato.
“Faremo un’istanza per avere il permesso per il detenuto di visitare la madre che ha 96 anni e non si può muovere. La mamma, Loner Forti, si trova a Trento e credo non veda il figlio da circa dieci anni” dice l’avvocato Carlo Della Vedova, legale in Italia di Chico Forti. Anche l’aspetto umanitario, ha puntualizzato l’avvocato, ha “accelerato la procedura ed è anche stata considerata dalla Corte di Appello di Trento quando è stata recepita la sentenza americana”.
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