ROMA – Aveva richiamato attirato l’attenzione di due agenti sulla Polizia di Stato segnalando loro che alcuni turisti stranieri stessero facendo il bagno all’interno della Fontana dei Quattro Fiumi in piazza Navona a Roma. Per tutta risposta venne colpito, caricato in auto e portato al Commissariato Trevi Campo Marzio, dove lo hanno trattenuto in stato di fermo in cella sino all’indomani mattina successivo.
Una storia paradossale quella capitata nei primi giorni di luglio del 2015 ad uomo di 36 anni in piazza Navona, tre anni e mezzo fa, vittima di modi non certi consoni a dei poliziotti abusando della propria autorità lo avevano bloccato in modo violento prendendolo per il collo, e sbattuto in terra ponendogli un ginocchio sul viso per immobilizzarlo dopo avergli dato due pugni dietro la schiena. E tutto questo per essersi rifiutato di entrare nella Volante del 113 !
L’uomo residente a Roma, stava passeggiando in piazza Navona quando assistette ad una scena di degrado che si ripete spesso e volentieri in estate per le vie del Centro della Capitale laddove sono presenti delle fontane, vide alcuni turisti stranieri sguazzando dentro alla fontana monumento del Bernini come fosse la cosa più normale del mondo. Incredibilmente poco distante da lì, tra l’altro, c’era ferma in servizio una pattuglia della polizia con all’interno due agenti del Commissariato di Polizia “Trevi-Campo Marzio”. L’uomo si rivolse loro dicendo: “Alcuni turisti stranieri stanno facendo il bagno” , confermata anche da altre persone presenti sul posto. Allucinante la risposta seccata dei poliziotti: “Favorisca i suoi documenti “.
A fronte dell’irrituale richiesta degli agenti della Polizia di Stato l’uomo non la prese bene, e da qui prese piede una discussione, con l’ arrivo sul posto di una seconda Volante del 113 . A questo punto la “vittima” fornì un proprio documento di identità: una patente di guida rilasciata dallo Stato americano della Virginia, dalla quale però non si evinceva la cittadinanza motivo per cui gli agenti lo invitarono a salire sull’ auto per recarsi in commissariato onde completare l’identificazione .
La vittima davanti al comportamento arrogante dei poliziotti si rifiutò e da qui avvenne un parapiglia. L’uomo che faceva resistenza passiva mentre gli agenti lo spintonavano per portarlo via, senza però riuscirgli a mettere le manette. Allora venne cinturato per il collo, e sbattuto ed immobilizzato a terra “colpendolo con due pugni dietro la schiena e schiacciandogli la testa sui sampietrini col ginocchio” come scrive la Procura nei suoi atti. Ma non finì li, infatti l’abuso è continuò in commissariato, quando l’uomo chiese di poter telefonare a suo fratello, per farsi portare il proprio passaporto, e consentire una corretta identificazione, ma la richiesta gli venne negata, venendo costretto a dover trascorrere la notte intera in commissariato fino alle 9 del mattino successivo quando gli venne consentito di poter andare via.
L’uomo pero una volta fuori dal Commissariato, ha denunciato i quattro agenti, che nei giorni scorsi sono stati rinviati a giudizio dal gup del tribunale penale di Roma dr. Claudio Carini, il quale ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pubblico ministero Laura Condemi: ed ora i poliziotti dovranno rispondere per abuso di autorità contro gli arrestati o i detenuti, per aver limitato la libertà della vittima immobilizzandola e impedendogli tra l’altro di dimostrare le proprie generalità trattenendolo oltre il dovuto in Commissariato; per due di loro anche il rifiuto di atti d’ufficio visto che effettivamente c’erano delle persone dentro la fontana a fare il bagno ma non vennero nenache identificate.