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22 Luglio 2024 07:12
22 Luglio 2024 07:12

Chiuse le indagini della Procura di Potenza sulla sezione fallimentare del Tribunale di Lecce: a rischio processo due magistrati

Le accuse contestate a vario titolo sono la tentata concussione, corruzione in atti giudiziari, turbativa d’asta e un tentativo di estorsione in danno dell’ex sindaco di Carmiano, Giancarlo Mazzotta, per ottenere un cronografo Rolex Daytona del valore di oltre 20mila euro.

La Procura di Potenza ha notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari in relazione all’inchiesta su giustizia e favori alla sezione Fallimentare del Tribunale civile di Lecce nei confronti di dieci persone tra i quali figurano due magistrati: Pietro Errede, 55 anni, all’epoca dei fatti giudice delle sezioni Fallimentare ed Esecuzioni immobiliari, sottoposto agli arresti domiciliari, e Alessandro Silvestrini, 67 anni, indagato in stato di libertà.  Rischiano il processo anche Alberto Russi, avvocato e compagno di Errede; Antonio Casilli, avvocato e consulente del Tribunale; i commercialisti Massimo Bellantone, Giuseppe Evangelista, Emanuele Liaci, Marcello Paglialunga,  l’ex funzionario della Regione Puglia  Antonio Vincenzo Salvatore Fasiello, e l’imprenditore Eusebio Giovanni Mariano, di Surbo. 

La procura di Potenza

L’impianto accusatorio viene confermato di fatto dal procuratore della Repubblica Francesco Curcio, e dal procuratore aggiunto Maurizio Cardea e dai pm Vincenzo Montemurro e Anna Piccininni. Le accuse contestate a vario titolo sono la tentata concussione, corruzione in atti giudiziari, turbativa d’asta e un tentativo di estorsione in danno dell’ex sindaco di Carmiano, Giancarlo Mazzotta, per ottenere un cronografo Rolex Daytona del valore di oltre 20mila euro.

Secondo la Procura di Potenza Errede avrebbe acquistato personalmente il Rolex, che in seguito sarebbe dovuto essere “rimborsato” dal Mazzotta, imprenditore e titolare della società “Barone di Mare, sottoposta all’epoca dei fatti a misura di prevenzione e quindi al controllo giudiziario , ma all’insaputa del magistrato. Nell’inchiesta si è parlato, in buona sostanza, di incarichi in qualche modo “pilotati” e di una serie di regalie giunte al giudice Errede per il tramite dei consulenti. 

Il “sistema” vigente al Tribunale Fallimentare di Lecce era fondato su una circuito di contatti e amicizie, i cui indagati sono stati sottoposti a intercettazioni ambientali e telefoniche. L’indagine ha origine da un esposto presentato alla Procura, a Lecce da Saverio Congedo ed Emanuele Macrì, in qualità di professionisti nominati quali amministratori giudiziari nell’ambito di una procedura. Procedimento che è stata trasmesso alla procura di Potenza competente su presunti reati commessi negli uffici giudiziari di Brindisi, Lecce e Taranto.

Il procuratore di Potenza Francesco Curcio

La procura guidata da Francesco Curcio ha quindi dato il via ad ulteriori necessari approfondimenti investigativi. Al magistrato Errede sarebbero state fornite delle informazioni privilegiate su un’asta giudiziaria, oltre a una serie di elargizioni, mentre Il magistrato Silvestrini risponde di due episodi di presunta corruzione in atti giudiziari. Uno dei quali in concorso con il commercialista Massimo Bellantone, che gli avrebbe garantito (secondo le tesi accusatore) una “sponsorizzazione” al Csm per la sua nomina a presidente del Tribunale, che è ancora sub judice, e l’altro episodio è relativo alla gestione “pilotata” di un’asta giudiziaria in cambio di una partita di tegole per la ristrutturazione di un’ abitazione ed incredibilmente della regalia di una cernia da quattro chili (che in realtà una ricciola) .

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