Con riferimento al nostro articolo dal titolo “Quindici colpi di pistola sparati contro il portone dove abita il pregiudicato Massimiliano Gargiulo” pubblicato dal nostro quotidiano lo scorso 4 gennaio, riceviamo dall’ avvocato Emidio Attavilla una lettera di precisazione (inizialmente pervenutaci solo via mail, senza alcuna carta intestata, non firmata, non certificata e dove ci si dava dell’ “insolente“) , che di seguito riportiamo in applicazione esclusivamente di quanto previsto dall’articolo 8 della Legge sulla Stampa:
“Detto articolo nel riportare di un atto intimidatorio commesso a mezzo armi da sparo, ha riferito notizie non vere riguardanti il mio assistito, o meglio notizie denigratorie, espressioni dubitative, insinuanti ed allusive che per quanto suggestionanti fanno sorgere in chi legge un plausibile convincimento sull’effettiva rispondenza a verità dei fatti narrati. Infatti è destituito di ogni fondamento il seguente passaggio giornalistico “come gesto dimostrativo rivolto nei confronti del pregiudicato Massimiliano Gargiulo coinvolto nell’ “operazione Scarface“, che abita proprio in quella nella palazzina ove attualmente è agli arresti domiciliari” .
“Infatti allo stato, non vi sono fatti e circostanze, o elementi da cui poter trarre convincimento che il destinatario dell’atto intimidatorio fosse proprio Massimiliano Gargiulo; tanto sul presupposto che nello stesso stabile abitano dodici altri condomini e che quindi non si può escludere che l’atto di cui sopra possa essere stato rivolto ad uno di loro o addirittura che possa essere stato commesso per puro errore di persone” ed il legale conclude scrivendo che “l’avvertimento sarebbe giunto nell’ambito criminale per eventuali contrasti maturati nel contorto ambiente malavitoso dello spaccio e traffico di droga” è destituita di fondamento“
Seguono le rituali minacce di azioni legali “per tutelare la reputazione personale“…. del pregiudicato Massimiliano Gargiulo, che ci lasciano assolutamente indifferenti, avendo applicato ed esercitato legittimamente il diritto di cronaca.
La risposta del Corriere del Giorno
E’ singolare ricevere e leggere una lettera di rettifica da parte di un legale di un pregiudicato, condannato in 1° grado a 23 anni di carcere, ed attualmente detenuto agli arresti domiciliari, il quale smentisce le ipotesi investigative degli inquirenti, riportante non solo dal nostro giornale , ma anche da altri organi d’informazione, circostanza che comprova che tali valutazioni non siano giornalistiche, ma bensì investigative e provenienti dalle forze dell’ordine ed organi inquirenti.
Al legale che confonde una rettifica, con una arringa processuale, peraltro sfuggono alcuni particolari
1° E circostanza vera ed inconfutabile che abbiano sparato 15 colpi di pistola contro il portone dove è agli arresti domiciliari il “pregiudicato” Massimiliano Gargiulo;
2° E circostanza vera ed inconfutabile che il”pregiudicato” Massimiliano Gargiulo sia stato condannato in 1° grado a 23 anni di carcere per il suo coinvolgimento nel processo dell’ “inchiesta Scarface” , (in cui si procedeva per associazione a delinquere di stampo mafioso, spaccio di droga, porto e detenzione illegale di armi ed esplosivi, truffa aggravata, estorsione, intestazione fittizia di beni a fini elusivi della normativa di prevenzione e agevolazione al riciclaggio) operazione effettuata dalla DIA e dalla DDA di Lecce ;
3° E’ priva di alcun fondamento e supporto probatorio la smentita del legale allorquando scrive che “è destituita di fondamento” il nostro riferimento a delle ipotesi investigative, in quanto egli non ha titolo per affermarlo in quanto, lei egregio avvocato Attavilla non è mai stato incaricato di svolgere le indagini per conto della Procura della Repubblica di Taranto che infatti sono state affidate alla Polizia di Stato. Forse loro avrebbero potuto smentirci, ma non l’hanno mai fatto.
Capiamo il disagio di vedere il suo assistito risiedere in una palazzina dove hanno esploso la bellezza di 15 colpi di pistola, a qualche settimana dalla decisione della Corte di Appello sulla sentenza di primo grado che ha visto condannato il suo assistito a 23 anni di carcere ! Ma non è colpa nostra sel “pregiudicato” Massimiliano Gargiulo abita in un condominio “a rischio”… Probabilmente in carcere sarebbe stato più al sicuro da equivoci ed altro…. Non trova ?
P.S. Ci permetta un consiglio: controlli meglio le corrispondenze che partono via mail dal suo studio…