L’ apertura un pò tardiva dell’inchiesta della Procura di Taranto che vede l’avvocato Salvatore Sibilla, nella sua veste di presidente del CdA della Cittadella indagato per evasione fiscale , è stato il mancato pagamento delle tredicesime. Sull’operato di Sibilla si era già esposto con una serie di contestazioni l’avvocato Piero Relleva, quale componente del Cda della Fondazione Cittadella della Carità, successivamente dimessosi per contrasti anche con l’ex-arcivescovo di Taranto monsignor Filippo Santoro che incredibilmente approvava l’operato di Sibilla. Una gestione a dir poco discutibile ed ai confini dell’illegalità quella di Sibilla che non è stata capace neanche di pagare la 13ma ai dipendenti.
il verbale del CdA del 26 giugno 2023
verbale-CITTADELLA-26.06.2023L ’avvocato Relleva con una pec inviata a Sibilla giovedì 9 marzo 2023, muoveva una serie di contestazioni , a partire da quella che il presidente si sarebbe fatto “delegare a svolgere ogni e qualsivoglia attività della Fondazione con il solo limite finanziario di 1.200.000 euro per ogni singola operazione“, delega questa che di fatto avrebbe, scavalvato i compiti del consiglio di amministrazione. Ma non solo. Relleva contestava a Sibilla anche di avere ottenuto su propria richiesta (un auto-nomina di fatto) la carica di direttore generale della Fondazione “assumendo così anche la posizione di dipendente che gli frutterebbe un regolare stipendio di 7 mila euro oltre accessori, aggirando così l’obbligo della gratuità di tutte le cariche degli amministratori“.
il 1° contratto di affitto di ramo d’azienda della Cittadella
CITTADELLA-affitto-ramo-azienda-10AGO2023Decisioni autoritarie e personalistiche e quindi “non concordate” che hanno danneggiato la “sempre più precaria la situazione della Fondazione, generando, tra l’altro, la grave situazione debitoria verso l’amministrazione finanziaria dello Stato”. E tutto ciò nell’imbarazzante silenzio-indifferenza della Prefettura di Taranto, che va ricordato, è per legge l’organo di controllo delle fondazioni e degli enti morali riconosciuti come appunto la Fondazione Cittadella della Carità di Taranto e quindi aveva i poteri di Legge per commissariarla . Ma la Prefettura di Taranto in realtà non ha controllato proprio nulla !
Finalmente la procura di Taranto si è decisa ad aprire un fascicolo d’indagine sulla Cittadella della carità, e si è attivata inviando gli ispettori del dipartimento di prevenzione della Asl Taranto, dai Vigili del Fuoco, dai Carabinieri dei Nas e dall’Ispettorato del lavoro, i quali hanno rilevato le molteplici carenze strutturali, organizzative e tecnologiche che mettono a serio e fondato rischio la riconferma dell’accreditamento regionale sanitario. Il direttore del dipartimento Salute della Regione Puglia, Vito Montanaro,a cui spetta l’ultima parola sull’accreditamento, ha affermato che tirerà dritto senza fare sconti, o chiudere gli occhi : “Le leggi ed i regolamenti di settore sono chiari. Se ci sono i problemi o le carenze di cui si parla, gli uffici si comporteranno seguendo ed applicando le norme”. Anche per l’assessore regionale alla sanità, Rocco Palese, “vi è la piena consapevolezza della gravità della situazione che dispiace considerato lo spirito caritatevole con cui Monsignor Motolese creò la struttura, ma ad onore del vero, la gestione in questi ultimi anni non è stata la migliore possibile“.
Le anomalie di quanto accade nella Cittadella della Carità di Taranto, non sono una novità per il CORRIERE DEL GIORNO, unico organo di informazione che ha sempre puntualmente denunciato quanto accadeva dietro le quinte, mentre la stampa locale correva a fare il baciamano al vescovo Santoro, che finalmente è andato in pensione . Siamo stati noi infatti lo scorso 14 novembre a raccontare e denunciate le operazioni di Sibilla dannose per i problemi e per il patrimonio economico finanziario della Fondazione. che ha circa 180 dipendenti di cui poco meno della metà impiegata nei rami affittati; ciò nonostante vengono assegnati a tali rami affittati solo 18 dipendenti, sicché tutti gli altri rimangono in capo alla RSA Ulivo che non sarà in grado di sopportarne il costo atteso che il grosso delle entrate della Cittadella della carità proviene dalla Casa di Cura Arca e dal Poliambulatorio. Il canone di fitto, in origine fissato in € 30.000 mensili venne ridotto a € 12.000 mensili grazie a una perizia di valutazione redatta dal commercialista dott. Roberto Fedele, uomo di “fiducia” del Presidente Sibilla.
Le operazioni borderline dell’ avvocato Sibilla non sono finite e sono andate avanti sino allo scorso 5 dicembre 2023, come si rileva da un nuovo atto notarile di modifica del canone di locazione ad una newco, la SOAVE Sanità srl (costituita di fatto per realizzare questa discutibile, se non equivoca operazione societaria). Ed ancora una volta l’accoppiata Salvatore Sibilla- Luigi Gianciotta (membro del CdA della Cittadella, ma anche amministratore unico della Soave Sanità srl in totale conflitto d’interessi) hanno verbalizzato i loro accordi “capestro” per i dipendenti della struttura sanitaria, conclusisi dinnanzi ad un notaio guarda caso lontano centinaia di chilometri da Taranto, arrivando questa volta sino allo studio notarile Oreste de Nicola di Santa Maria Capua Vetere in Campania, nell’ufficio secondario ubicato a Capriati a Volturno in provincia di Caserta !
la modifica del contratto di affitto di ramo d’azienda
Cittadella-della-Carita_modifica-AMa le sorprese societarie sulla Cittadella della Carità non sono finite qui. Infatti il 13 dicembre 2023, sempre dinnanzi allo stesso notaio de Nicola, la Soave srl di Lecce, società controllante la SOAVE Sanità srl di Lecce, (società dal capitale sociale minimo previsto dalla Legge di 10mila euro, ma versato solo per appena 2.500 euro), ha effettuato una “prima cessione” , cedendo e trasferendo “in favore di Galeone Giuseppe”, “parte della propria quota di partecipazione al capitale della società SOAVE Sanità srl ” una quota-parte “rappresentativa del 5% del capitale sociale“. Successivamente veniva effettuata una “seconda cessione” con la quale la SOAVE srl “cede e trasferisce in favore del rappresentato GABELLONE Giovanni Rosario” “altra parte della propria quota di partecipazione al capitale della società a responsabilità limitata denominata “SOAVE Sanità srl ” una quota parte del capitale sociale “rappresentativa del 5% del capitale sociale“. E subito dopo contestualmente veniva effettuata una “terza cessione” attraverso la quale la società SOAVE srl “cede e trasferisce in favore della società “ISTITUTO NEUROLOGICO MEDITERRANEO NEUROMED SOCIETA’ PER AZIONI” una quota parte del valore nominale di euro 7.000,00 “rappresentativa del 70% (settanta per cento) del capitale sociale totale“.
L’ “Istituto Neurologico Mediterraneo – Neuromed spa” fa capo alla famiglia dell’ europarlamentare Aldo Patriciello, imprenditore di scuola democristiana che spazia dalle cliniche private all’edilizia, fino all’alta velocità ferroviaria, ha militato per 16 anni, in Europa dal 2014, quando è stato eletto la prima volta nella Circoscrizione Italia meridionale (collegi di Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria) e rieletto nel 2019 con 83.532 preferenze arrivando dietro a Silvio Berlusconi, ha lasciato lo scorso 29 dicembre il partito guidato da Antonio Tajani.
Molti danno per scontata la candidatura di Patriciello a Bruxelles con la Lega, dopo aver provato inutilmente un passaggio con Fratelli d’Italia. Lo strappo con Forza Italia si è consumato nelle ore in cui il diktat dal quartiere generale azzurro è chiaro e rigoroso: “Chi non paga le quote al partito, non sarà ricandidato”. E il caso vuole che Patriciello sarebbe tra i morosi. “Non paga dal 2014, ha 90 mila euro di debito”, dicono tra gli esponenti di Forza Italia. Addirittura c’è chi giura che non avrebbe mai versato le quote, una vera e propria onta per chi viene da una famiglia che detiene un colosso della sanità privata come Neuromed. controllando circa 20 cliniche sanitarie tra Molise, Campania e Calabria, fra cui l’IRCSS Neuromed di Pozzilli, in provincia di Isernia. L’europarlamentare uscente Patriciello alle ultime elezioni Politiche non riuscì a far passare in Campania la candidatura dell’ ex deputata Michela Rostan, il cui padre è finito in un’inchiesta a Melito nel napoletano per presunti rapporti con clan della camorra..
All’esito dei vari passaggi per le cessioni delle quote l’azionariato della SOAVE SANITA’ risulta così composto:
GALEONE Giuseppe “titolare di una (accresciuta) quota di partecipazione al capitale sociale del valore nominale di euro 1.500,00” rappresentativa del 15% del capitale sociale totale.
GABELLONE Giovanni Rosario “titolare di una (accresciuta) quota di partecipazione al capitale sociale del valore nominale di euro 1.500,00” rappresentativa del 15% del capitale sociale totale.
“ISTITUTO NEUROLOGICO MEDITERRANEO NEUROMED SOCIETA’ PER AZIONI” “titolare di una quota di partecipazione al capitale sociale del valore nominale di euro 7.000,00” rappresentativa del 70% del capitale sociale totale.
l’ atto della cessione delle quote della SOAVE SANITA’
cessione-quote-SOAVE-SANITAEcco come l’allegra compagnia Sibilla-Gianciotta ha operato e malversato alle spalle dei 160 operatori impiegati del presidio sanitario sorto nel 1984 come ente morale senza scopo di lucro per volontà dell’arcivescovo Guglielmo Motolese, mentre le banche hanno pignorato l’intera sede a causa delle insolvenze stimate in oltre 20 milioni di euro.
Questi tutti i nostri articoli precedenti sulla Cittadella, sui quali Prefettura, Procura e Regione Puglia non hanno mai effettuato alcun dovuto controllo.
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