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22 Novembre 2024 02:12

Cittadella della Carità campus delle facoltà sanitarie ? Ma dietro le quinte c’è qualcosa di poco chiaro e la Procura indaga

In corso delle indagini disposte dalla Procura di Taranto, affidate ai Carabinieri del NAS per fare chiarezza su una gestione che ha troppe ombre e più di qualche indizio di illegalità, che potrebbe portare anche la Prefettura a commissariare la Fondazione, secondo quanto prevede la Legge, e fare un pò di chiarezza.

di Antonello de Gennaro

ROMA – La  Fondazione Cittadella della Carità e l’ ASL Taranto, la cui direzione generale è continuamente oggetto di contestazione generale da parte di dipendenti, sindacati e partiti, negli ultimi tempi hanno fatto quadrato stringendo un’intesa finalizzata all’istituzione di alcuni corsi di laurea delle professioni sanitarie, dietro la quale si celano delle situazioni imbarazzanti.

In una recente conferenza stampa a cui il CORRIERE DEL GIORNO non è stato invitato, probabilmente a seguito delle nostre più che fondate  critiche pubblicate nel tempo ed anche recentemente sulla gestione della Fondazione Cittadella della Carità  e sul vertice dell’ ASL Taranto, che non hanno mai smentito o rettificato una sola parola di quello che abbiamo scritto,  considerata la complicità dei giornalisti loro “sodali” che sono abituati a scrivere sotto dettatura, è stata sbandierata ai quattro venti  una  “piattaforma di Teledidattica”

Il progetto – ha dichiarato Stefano Rossi, il pluricontestato direttore generale ASL di Taranto  nel corso di una conferenza stampa  – è stato avviato nei mesi passati grazie ad un accordo sottoscritto con la Scuola di Medicina dell’Università di Bari, diretta dal professor Tino Gesualdo, con l’obiettivo di arricchire l’offerta formativa in un settore in espansione attraverso l’impiego di tecnologie e sistemi innovativi tali da consentire ai docenti dei corsi di laurea di tenere le proprie lezioni contemporaneamente in più sedi». Da quanto si apprende attraverso il collegamento web, i docenti presenti nella sede di Bari, della Scuola di Medicina (presso l’Aou “Policlinico”), anch’essa facente parte del progetto, condivideranno il materiale didattico ed avranno la possibilità, in real time, di interagire con gli studenti utilizzando la piattaforma Cisco, una modalità di svolgimento dei corsi che determina, peraltro, una razionalizzazione delle risorse economiche, professionali ed organizzative.

Non una sola parola però è stata detta  sull’ ispezione e verbalizzazione compiuta la scorsa settimana dai Carabinieri dei NAS di Taranto, su delega della locale  Procura della Repubblica

Quello che gli altri giornali e giornalisti abituati a scrivere sotto dettatura. e figuriamoci i vertici della Fondazione (il cui è vicepresidente è attualmente indagato dalla Procura della repubblica  di Taranto) non raccontano è di fatto l’assoluta carenza del personale medico ormai in fuga dalla struttura.  I consulenti medici infatti non vengono pagati da quasi 10 mesi.

Il CORRIERE DEL GIORNO è in grado di pubblicare alcune della imponente mole di fotografie finite sulle scrivanie dei Carabinieri e della Procura di Taranto, che comprovano lo stato di abbandono, e degrado strutturale della Cittadella della Carità, dove invece dovrebbero vigere delle rigorose norme igienico-sanitarie ed in materia di sicurezza per le persone ricoverare

Ad esempio nel reparto Cardiologia, con 18 posti letto sono soltanto due medici, di cui uno solo cardiologo e peraltro da poco in carica, che è peraltro indagato per una storia di ricettazione dalla Procura di Taranto . Al turno di guardia partecipano persino medici appena laureati e non specialisti , ed uno di questi addirittura usano i timbri con la millantata dicitura “cardiologo” nonostante tutto ciò sia vietato, e circostanza ancora più grave senza che la  la ASL effettui i dovuti controlli !

Un nostro lettore di Taranto ricoverato nella struttura ci ha scritto e riferito che qualche mattina fa nel reparto di cardiologia non c’era nessun medico in servizio,  e gli infermieri sono stati costretti ad affidare i pazienti addirittura ad un fisiatra ! Quello che dovrebbe preoccupare la Fondazione inoltre è che la mancanza dei requisiti organizzativi porta di fatto alla sospensione dell’ accreditamento. Ma probabilmente i precedenti legami di amicizia e frequentazione lavorativa che legano il direttore generale della Cittadella, Bruno De Causo con l’ avv. Rossi, direttore generale dell’ ASL di Taranto, li fa sentire “sicuri” e protetti. Sino a quando ?

Ma vi è qualcosa di poco chiaro nella gestione della Fondazione voluta da mons. Motolese, e purtroppo finita in cattive mani nel corso degli ultimi anni, e di cui siamo occupati recentemente. Cioè la questione della possibile cessione della “13 Maggio” (RSSA) ai fratelli Maniglia che di fatto comporterebbe una perdita di introiti alla Fondazione per circa due milioni e mezzo di euro. Resta da chiedersi come mai  la Fondazione Cittadella della Carità , che se nell’anno scorso non avesse ricevuto un’importante donazione, avrebbe dovuto di portare i libri in Tribunale e chiudere la struttura per insolvenza, possa rinunciare oggi così facilmente a delle entrate (soldi pubblici) di tale portata.

 

Negli ambienti bancari tarantini inoltre circola una voce a dir poco imbarazzante,  su una storia di fatture utilizzate più volte(sempre le stesse) per avere accesso al credito bancario, proponendole a banche differenti, ricevendo un cortese rifiuto a non provarci più.
Avremmo voluto verificare la fondatezza di queste notizie e della preoccupante situazione in cui versa  la Fondazione con il suo Presidente Mele, e lo abbiamo contattato via mail chiedendogli un’incontro e video intervista, ma ci è stato comunicato telefonicamente dal una scortese addetta all’ URP (non caso “attivista” sindacalista dell ‘ Assostampa di Puglia n.d.a) , che la Fondazione Cittadella della Carità  “comunica solo nelle conferenze stampa“. Sarà forse questa la vera ragione per cui all’ultima conferenza stampa non siamo stati invitati ? Paura forse delle nostre domande ?

 

A questo punto non resta che attendere il corso delle indagini disposte dalla Procura di Taranto, affidate ai Carabinieri del NAS (ma anche un intervento della Guardia di Finanza sarebbe utile per accertare una serie di operazioni societarie e finanziarie a rischio) per fare chiarezza su una gestione che ha troppe ombre e più di qualche indizio di illegalità, che potrebbe portare anche la Prefettura a commissariare la Fondazione, secondo quanto prevede la Legge, e fare un pò di chiarezza.

 

O forse “qualcuno” in Procura teme di dover essere costretto a dover dare più di qualche dispiacere al vescovo di Taranto mons. Filippo Santoro ed ai suoi amici di Comunione & Liberazione e della Compagnia delle Opera ?

 

Ecco cosa raccontavamo l’ 11 gennaio 2017 (leggi QUI – l’articolo integrale) 

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Grazie, Antonello de Gennaro

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