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24 Novembre 2024 03:16

Cocaina nei salotti della “Roma Bene”. 21 arresti

ALL'INTERNO IL VIDEO DELL'OPERAZIONE. L'indagine dei carabinieri di Roma ha riguardato il quartiere Parioli ed il mondo notturno della 'Roma bene', in particolare due locali notturni nei pressi della storica via Veneto. Nel corso dell’attività investigativa sono stati sequestrati armi e droga. Per gli arrestati l'accusa è di associazione per delinquere finalizzata all’illecita commercializzazione di cocaina, detenzione, spaccio, estorsione, minacce, porto clandestino e ricettazione di armi da sparo

ROMA – Fiumi di cocaina aveva invaso i salotti romani dei Parioli e nei locali notturni della “Roma Bene”. Al termine di una complessa indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia  di Roma e condotta dai Carabinieri della Sezione di polizia giudiziaria della Procura, sono state arrestate 21 persone accusate di associazione per delinquere finalizzata all’illecita commercializzazione di cocaina, detenzione, spaccio, estorsione, minacce, porto clandestino e ricettazione di armi da sparo. Cinque sono stati arrestati in flagranza e 16 colpiti da ordinanza di custodia cautelare.

Tra gli arrestati c’è anche Gaia Mogherini, nipote dell’alto rappresentante Ue per gli Affari Esteri, Federica. La ragazza di 28 anni era già stata arrestata nel 2016 per una vicenda simile. Nell’ordinanza che dispone gli arresti domiciliari per Gaia Mogherini il gip la descrive come “pregiudicata e nullafacente“.  È stato grazie alle intercettazioni telefoniche che è venuto alla luce il ruolo della Mogherini nell’inchiesta che ha portato all’arresto di 21 persone, tra carcere e domiciliari.

Ad aprile del 2016 un cliente chiama la Mogherini e le chiede la cocaina. La ragazza risponde: “Stiamo venendo”, confermando quanto detto, sempre allo stesso uomo, poco prima dal suo compagno, Roberto Nicoletti. Dopo l’incontro il cliente scrive a Nicoletti: “Sono stato bene oggi“, il compagno di Gaia Mogherini risponde subito dopo: “Con me starai sempre bene“. Al centro delle conversazioni tra i tre lo scambio di cocaina. In un altro episodio la stessa Mogherini chiama tale Kelly che, dopo averla ringraziata per la dose del giorno precedente, le chiede se c’è altra droga disponibile anche per “oggi“.

“Gaia Mogherini coadiuva Roberto Nicoletti (finito in carcere, ndr) ma non sembra possedere autonomia gestionale,– scrive il gip Roberto Saulino nel provvedimento restrittivo – svolgendo mansioni ‘serventi’ l’attività principale organizzata dal compagno“. Arrestato anche Manuel Florio ritenuto  il contabile dell’organizzazione,. Uno degli spacciatori, Gaetano Torrenti, vendeva la droga ai suoi clienti addirittura dagli arresti domiciliari (dove era stato posto l’anno scorso per altre vicende giudiziarie) che gli veniva rifornita da Guerino Casamonica.

Nel corso dell’attività investigativa sono stati sequestrati armi e droga. A quanto accertato, uno degli indagati spacciava quotidianamente cocaina in due locali notturni nei pressi di via Veneto Nel corso dell’attività investigativa sono stati sequestrati armi e droga. L’indagine ha riguardato il quartiere Parioli e il mondo notturno della “Roma bene”, in particolare due fra tutti gli “storici” Jackie’O e Notorius, ed il “Momo” due locali notturni nei pressi di via Veneto, all’interno dei quali, uno degli indagati, espletava quotidianamente l’illecita attività di commercializzazione di cocaina.

il procuratore aggiunto Michele Prestipino

Nel corso delle complesse indagini guidate dal procuratore aggiunto Michele Prestipino è stato quindi accertato il coinvolgimento di diversi personaggi che spacciavano cocaina nelle zone più ricche della Capitale. In un caso addirittura la cocaina è stata spacciata all’interno del centro sportivo della caserma dei Carabinieri di Tor di Quinto, dove uno degli indagati stava giocando a calcetto. Inoltre, sono state sequestrate diverse armi che venivano utilizzate dagli indagati per incutere timore durante le estorsioni.

Il prosieguo dell’attività investigativa ha consentito di scoprire una “filiera” di spacciatori di sostanza stupefacente che dai locali nei pressi di Via Veneto, passando per vari quartieri della Capitale – San Giovanni, Anagnino e La Rustica – giungeva in zona Casilina, dove è stata individuata un’organizzazione criminale che operava a Roma e Provincia da diversi anni.

La spiccata caratura criminale dei singoli indagati, è emersa immediatamente per diverse ragioni: i metodi intimidatori utilizzati dagli stessi per ottenere il pagamento dello stupefacente illecitamente commercializzato, senza esitare a minacciare di morte i debitori o i loro stessi collaboratori pur di ottenere il pagamento della droga; la purezza della cocaina spacciata (principio attivo), come accertato in seguito all’arresto di uno degli indagati, è stata riscontrata pari al 97%.

Una purezza altissima, senza precedenti sul territorio nazionale (negli ultimi anni) che denotava come lo stupefacente in questione derivasse da approvvigionamenti giunti in Italia direttamente dai luoghi esteri di lavorazione, senza aver subito “rimaneggiamenti” palesando in tal modo contatti diretti dell’organizzazione smantellata con soggetti operanti nell’ambito del commercio internazionale di stupefacenti; la perseveranza e la sistematicità nello svolgimento dell’illecita attività di spaccio perdurava anche a seguito dell’arresto del capo promotore dell’associazione il quale, unitamente agli altri sodali, continuava a delinquere, indifferente a qualsivoglia prescrizione dell’autorità giudiziaria che lo aveva posto agli arresti domiciliari; la gestione altamente organizzata dell’attività di smercio della cocaina è stata confermata da un ulteriore arresto operato a carico del “ragioniere”dell’organizzazione, al quale è stata sequestrata non solo cocaina, denaro e materiale da confezionamento ma anche la contabilità relativa alle molteplici illecite transazioni concluse con gli acquirenti/consumatori.

Ad ulteriore conferma della pericolosità sociale degli indagati, uno di essi è stato arrestato in flagranza di reato mentre di notte, si aggirava per le vie della Capitale con indosso una pistola Beretta calibro 7,65 con matricola abrasa, caricatore inserito e n. 5 cartucce.

 

 

Gaia Mogherini già nell’ottobre del 2016 era stata arrestata per una vicenda simile, da cui è scaturita l’inchiesta odierna. Anche in quell’occasione il giro di cocaina partiva dall’esterno dell’esclusiva discoteca Jackie O’ in via Boncompagni coinvolgendo per due noti ristoranti sempre in centro, coinvolgendo due noti ristoranti e si estendenva anche a via Veneto e via del Corso, per poi spostarsi ai Parioli ed a corso Francia a Roma Nord. Erano centinaia , Le dosi di droga che un gruppo di spacciatori inserito da tempo nel mondo dei vip partendo da Monteverde e dal Trullo,  ogni notte, fino all’alba tanto riusciva a piazzare  da poter arrivare ad un incasso settimanale mai inferiore ai centomila euro. Venne calcolato a suo tempo dagli investigatori dell’ Arma dei Carabinieri  che in due anni, i pusher avevano guadagnato oltre due milioni di euro.

Fra i clienti, a suo tempo alcuni vip sui quali si svolse l’indagine dei Carabinieri coordinata nell’inverno del 2016 condotta dal pm Barbara Zuin, che ottennne dal gip Massimo Di Lauro l’emissione di 15 ordinanze di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari nei confronti dei capi del gruppo. Fra di loro anche ex esponenti della Banda della Magliana  come Manuel Zumpano, figlio di Francesco, detto Franco, e nipote di DomenicoMimmo il biondo, morto oltre vent’anni fa dopo essere caduto da una scala per una crisi epilettica , tutti  vicini a Franco Giuseppucci e anche loro coinvolti in fatti di droga fra Monteverde e viale Marconi.

Fra gli arrestati vi era anche Deborah De Dominicis la compagna di Manuel Zumpano,  a cui trovarono 27 chili di marijuana nascosti nel bagagliaio della sua auto,  e l’albanese Rigers Durici, detto Richie, ritenuto capace di rifornirsi in Spagna e a Tirana di droga da spacciare fuori dai locali notturni del centro con l’aiuto di un altro nome noto ai Carabinieri, quello di Roberto Nicoletti (nessuna parentela con Enrico, il cassiere della Magliana).

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