MENU
5 Novembre 2024 01:24

Coltivavano e vendevano marijuana a Catania: arrestati anche due poliziotti e un carabiniere

Sono ventuno le persone finite in manette. Sequestrate circa 2500 piante. La droga prodotta era destinata in buona parte al mercato del Catanese ma l’organizzazione riforniva anche altri comuni e località della Sicilia. All'interno il VIDEO dell'operazione e tutti i nomi degli arrestati e le foto dei poliziotti e del carabiniere arrestati

CATANIA – Nella notte è stato effettuato un “blitz” antidroga condotto dagli agenti della sezione antidroga della Squadra mobile di Catania , coordinati dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, su richiesta della Procura Distrettuale di Catania e su disposizione del Gip, 21 arrestati di un’operazione della Mobile di Catania che ha ricostruito gli affari di un’organizzazione la quale, piuttosto che rifornirsi dai trafficanti, si era messa in proprio gestendo con la complicità di due poliziotti e un carabiniere, delle vere e proprie piantagioni di marijuana nelle campagne di Scordia, nella parte sud della provincia di Catania.

 

I servizi di intercettazione hanno consentito di ricostruire l’intera filiera della produzione di cannabis ed accertato comegli indagati abbiano dimostrato un’elevata competenza e conoscenza nelle tecniche della coltivazione su larga scala della marijuana e sul sistema di controllo delle piantagioni“.

Durante le indagini, coordinate dalla Procura distrettuale di Catania, la squadra mobile aveva sequestrato il 23 settembre del 2017,  una piantagione con 2.500 piante di marijuana “skunk” e accertato che gli indagati avevano già predisposto un terreno che sarebbe stato destinato alla coltivazione di arbusti per la produzione di droga. Nelle intercettazioni agli atti dell’inchiesta, le piante venivano definite “ibridi belli” per evidenziarne la particolare qualità, un particolare che ha dato il nome all’operazione denominata “Beautiful hybrid’”

La droga prodotta era destinata in buona parte al mercato del Catanese ma l’organizzazione riforniva anche altri comuni e località della Sicilia.  Uno dei due poliziotti arrestati, Matteo Oliva (a lato nella foto) 46 anni, assistente capo, è considerato tra i “capi” dell’organizzazione ed è finito in carcere assieme al carabiniere Stefano Cianfarani, 51, in servizio nella caserma di Palagonia nella provincia catanese,  ritenuto un complice. I due, indagati anche per corruzione per un atto contrario ai propri doveri, sono stati tradotti in carcere.

L’altro poliziotto, Giuseppe Bernardo, 50 anni, (di fianco nella foto) assistente capo, è stato posto agli arresti domiciliari  per “favoreggiamento personale” in quanto avrebbe cercato di eludere le investigazioni sui due colleghi. I due poliziotti prestavano servizio presso la Questura di Catania, mentre il carabiniere prestava servizio presso la Stazione dei Carabinieri  di Palagonia nella provincia catanese.

L’indagine è partita nel marzo dello scorso anno grazie alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, ex appartenente al clan Nardo di Lentini, che hanno trovato riscontro quelle di un pentito del clan Cappello-Bonaccorsi di Catania rese nel giugno successivo ed infine, sette mesi fa, quelle di un collaboratore, ex componente del clan catanese dei Mazzei.

La Polizia di Stato ha ricostruito nel corso delle indagini che l’organizzazione, impiantava coltivazioni di marijuana nelle campagne di Scordia, nelle cui zona era in servizio il carabiniere Cianfarani, per vendere poi la droga, potendo contare sulla sua “protezione” su eventuali controlli investigativi.

Le accuse per i 21 arrestati, la maggior parte dei quali pregiudicati, sono, a vario titolo, di associazione per delinquere, coltivazione, produzione, trasporto, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti; reati in materia di armi, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e favoreggiamento personale. Uno degli indagati è attualmente ancora ricercato.

I nomi degli arrestati

1. BENINATO Umberto (cl.1977), pregiudicato;

3. CALCO’ Giuseppe (cl.1967), pregiudicato;

4. CANNIZZARO Alessandro (cl.1985), per il quale il Gip ha disposto gli arresti domiciliari;

5. CIANFARANI Stefano (cl.1967);

6. COSENTINO Antonino (cl.1979), pregiudicato;

7. D’ANTONA Fabio Gaetano (cl.1976), pregiudicato;

8. FERRANTE Nello Nico (cl.1972), per il quale il Gip ha disposto gli arresti domiciliari;

9. GUZZONE Salvatore (cl.1973), pregiudicato, in atto agli arresti domiciliari;

10. MAGGIORE Rita (cl.1973);

11. MAGGIORE Santo (cl.1971), pregiudicato;

12. MUSARRA Santo (cl.1991), pregiudicato, per il quale il Gip ha disposto gli arresti domiciliari;

13. OLIVA Matteo (cl.1972);

14. PRIVITERA Carmelo (cl.1966), pregiudicato, per il quale il Gip ha disposto gli arresti domiciliari;

15. RAGUSA Rocco (cl.1973);

16. ROSSITTO Gabriella, (cl.1968), per la quale il Gip  ha disposto gli arresti domiciliari;

17. STRANIERO Andrea (cl.1996);

18. STRANIERO Carmelo (cl.1971), pregiudicato, in atto sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria;

19. STRANIERO Giovanni Nicolò, (cl.1991), pregiudicato, in atto agli arresti domiciliari;

20. BENNARDO Giuseppe, (cl.1968), per il quale il Gip ha disposto gli arresti domiciliari,

 

TAGS

Sostieni ilcorrieredelgiorno.it: il tuo contributo è fondamentale

Il tuo sostegno ci aiuta a garantire la nostra informazione libera ed indipendente e ci consente di continuare a fornire un giornalismo online al servizio dei lettori, senza padroni e padrini. Il tuo contributo è fondamentale per la nostra libertà.

Grazie, Antonello de Gennaro

Articoli Correlati

Ronzulli in procura come teste sui furti nelle banche dati: "Mai chiesto dossier a Pazzali"
Inchiesta "dossieraggio". I carabinieri:"Anche funzionari di Palazzo Chigi negli uffici di Equalize"
Furto banche dati & dossieraggio: il progetto "porto sicuro" per allontanare i sospetti
Whatsapp, quando i messaggi diventano prove valide nei processi
Novembre inizia con alta pressione e tempo asciutto
Senza endorsment alla Harris, i giornalisti lasciano il Washington Post
Cerca
Archivi
Ronzulli in procura come teste sui furti nelle banche dati: "Mai chiesto dossier a Pazzali"
Inchiesta "dossieraggio". I carabinieri:"Anche funzionari di Palazzo Chigi negli uffici di Equalize"
Furto banche dati & dossieraggio: il progetto "porto sicuro" per allontanare i sospetti
Whatsapp, quando i messaggi diventano prove valide nei processi
Novembre inizia con alta pressione e tempo asciutto

Cerca nel sito