di REDAZIONE POLITICA
Una nota di Palazzo Chigi preannuncia un Consiglio dei Ministri convocato alle ore 9 di questa mattina mattina nel corso del quale il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ufficializzerà ai ministri la decisione di recarsi al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni. Subito dopo il premier si recherà dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il governo Conte bis è arrivato al capolinea.
La speranza di Conte e dei suoi alleati di governo è che il Quirinale conceda un reincarico al premier, sulla base di una marcata discontinuità, con un nuovo programma di governo e una nuova squadra di ministri. Ma difficilmente vedrà realizzare il suo sogno, e cioè quello di essere “buono” per tutte le stagioni ! Il premier non vede però evoluzioni o soluzioni parlamentari in un quadro a lui favorevole, ed è per questo che Conte ha sinora esitato nel prendere la decisione di dimettersi consapevole che le possibilità di rientrare nel suo ufficio a Palazzo Chigi sono quasi inesistenti.
Il ragionamento dell’ esecutivo è che non si può andare in Aula e cadere, e quindi bisogna anticipare le mosse dell’opposizione rassegnando le dimissioni per provate a dare vita a un Conte ter.
Conte sa molto bene che Italia Viva, come viene dichiarato da giorni dalla Bellanova e da Rosato, offrirebbe un’apertura difficilmente rifiutabile per tutti quelli che nel Pd e anche tra i parlamentari del Movimento 5 stelle che farebbero volentieri a meno dell’avvocato a Palazzo Chigi pur di scongiurare il voto e allungare la legislatura. “A quel punto la soluzione della vecchia maggioranza giallorossa con un nuovo premier e una nuova squadra sarebbe difficilmente rifiutabile, sia dai vertici dei partiti sia dai parlamentari spaventati dai sondaggi e dal taglio dei parlamentari, che sanno che difficilmente rientrerebbero a Palazzo”.
Intorno alle 18 di ieri sera, le agenzie di stampa avevano iniziato a diffondere la notizia dell’ultima ora: “Conte sale al Quirinale per rassegnare le dimissioni“. Così però non è stato. E dal Quirinale questo modo di fare comunicazione in “stile Casalino” (informare prima i giornalisti “amici” e soltanto dopo al presidente della Repubblica) non è stato per niente apprezzato da Mattarella. L’ annuncio di Palazzo Chigi ha innervosito il Quirinale e Conte ha dovuto far mettere la retromarcia al proprio autista per rientrare a Palazzo Chigi, una volta capito che non sarebbe stato ricevuto.
A soli 6 mesi dal semestre bianco per le elezioni del prossimo Presidente della Repubblica, Mattarella ha ferma intenzione di esercitare il ruolo di arbitro che gli compete per portare l’Italia fuori dalla crisi. Dopo solo tredici giorni dalla prima visita di Conte e dopo le due successive udienze, il capo dello Stato riceverà nuovamente il premier questa mattina per ricevere le dimissioni del presidente del Consiglio . La prassi procedurale prevede che il capo dello Stato prenda atto della decisione del premier e lo inviti a curare il disbrigo degli affari correnti. Data la particolare situazione di emergenza del Paese, Mattarella vorrebbe iniziare con le consultazioni già dal pomeriggio di mercoledì o addirittura concentrarle nella sola giornata di giovedì. Tutto questo salvano Conte e Bonafede da una figuraccia pressochè certa, perché con un governo dimissionario non si possono votare risoluzioni che impegnano l’esecutivo, e quindi non ci sarà più mercoledì il voto in Parlamento sulla relazione del ministro grillino Alfonso Bonafede che non avrebbe mai ottenuto la maggioranza.
Mercoledì mattina al Quirinale sono in programma le celebrazioni per “il Giorno della memoria“, ed inoltre bisogna tener conto dei tempi tecnici legati alla formazione delle varie delegazioni e soprattutto predisporre tutta una serie di precauzioni legate all’emergenza Covid. Tutto si svolgerà nella massima rapidità possibile. Mattarella soltanto dopo aver ascoltato le delegazioni delle forze politiche e delle componenti parlamentari, potrà capire se ci sono gli spazi di manovra e sopratutto i numeri per un pre-incarico o un incarico pieno che possa poi consentire ad un governo Conte ter, sostenuto da una riedizione dell’attuale maggioranza con gli stessi partiti e/o con altre formazioni dell’ultima ora.
Se invece risultasse impossibile come prevedibile la permanenza dell’attuale “inquilino” a Palazzo Chigi , si aprirebbero degli altri scenari legati ad un cambio di premier ma non dell’attuale coalizione. In ballo c’è anche la creazione di un governo sostenuto dalla cosiddetta “maggioranza Ursula” e un esecutivo di larghe intese o di unità nazionale. Tutte ipotesi. Mattarella dovrà valutare se esistono degli spazi di manovra parlamentare per risolvere la crisi, e nominare un Governo tecnico che consenta al Parlamento di approvare una nuova legge elettorale, che tenga presente dei nuovi collegi e della riduzione dei parlamentari. Altrimenti sarà inevitabile lo scioglimento anticipato delle Camere e le elezioni.
Una cosa è certa: da oggi Conte non potrà più pensare di poter fare quello che gli pare e piace. Non può minimamente pensare di poter gestire questa crisi sanitaria e tutte le conseguenze economiche a colpi di Dpcm, di riunioni notturne o dirette televisive a reti unificate. Ha fallito. Ed il presidente Mattarella lo aspetta al varco. “Giuseppi” non può più permettersi di fare il “ducetto” a 5 stelle.
Dall’opposizione è intervenuto Silvio Berlusconi ribadendo che “nessuna trattativa è in corso per un eventuale sostegno di qualunque tipo al governo in carica”. In poche parole: nessun ‘soccorso azzurro’ a Conte attraverso i ‘responsabili‘ di Forza Italia ha fatto sapere che la strada maestra, per il presidente di Forza Italia è una sola : “Rimettere alla saggezza politica e all’autorevolezza istituzionale del capo dello Stato di indicare la soluzione della crisi, attraverso un nuovo governo che rappresenti l’unità sostanziale del paese in un momento di emergenza oppure restituire la parola agli italiani. Mi auguro che il presidente del Consiglio sia consapevole dell’ineludibilità di questa strada”. E il vicepresidente di Fi Antonio Tajani, a Quarta repubblica, ha precisato: “Il centrodestra decide insieme. L’ideale sarebbe un governo di unità nazionale con le migliori forze anche della società, se la sinistra dice di no allora per avere quel risultato bisogna passare per il voto“.
Fonti della Lega riferiscono che Matteo Salvini ha chiamato gli altri leader del centrodestra e i ‘piccoli’ movimenti di area per ribadire l’unità della coalizione e affidarsi in questo momento delicato alla saggezza del Colle. Oggi si terrà un vertice di opposizione allargato a Udc, Noi con l’Italia e ‘Cambiamo’ per fare il punto sulla situazione. ”Il centrodestra è unito e compatto, la linea della coalizione resta quella espressa pochi giorni fa al Quirinale’‘, assicurano le fonti.
L’Udc ha confermato la propria decisione politica di restare fuori dai giochetti dei ‘responsabili‘”. Questa la posizione condivisa dai parlamentari Udc dopo una riunione che si è svolta ieri mattina nella sede nazionale del partito. “I tre senatori dello Scudo crociato hanno votato all’unanimità ‘no’ alla fiducia del Governo”, si legge in una nota diffusa dall’ufficio stampa nazionale del partito, ed e avrebbero votato, in maniera compatta, un chiaro e netto ‘no‘ alla relazione del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.