La polizia italiana ha fermato Artem Uss, 40 anni, figlio di Alexander Uss governatore di Krasnoyarsk (Siberia centrale) . L’uomo si stava imbarcando all’aeroporto di Milano Malpensa su un volo diretto in Turchia. Nello stesso momento, il suo partner d’affari Yury Orekhov veniva fermato ad Amburgo mentre l’Interpol e l’ F.B.I. sono sulle tracce degli altri cinque componenti della banda, composta da tre cittadini russi: Svetlana Kuzurgasheva, nota anche come «Lana Neumann», Timofey Telegin e Sergey Tulyakov. Due venezuelani: Juan Fernando Serrano Ponce e Juan Carlos Soto.
La giudice Cheryl Pollak, del Distretto di Brooklyn, ha descritto nei dettagli le attività del gruppo russo-venezuelano con un’incriminazione di 49 pagine, che si conclude con 11 capi di imputazione, sostanzialmente per aver aggirato le sanzioni contro Mosca. Il reato più grave è il “contrabbando di tecnologia americana utilizzabile a fini militari” che prevede una pena fino a 30 anni di carcere.
Lo schema criminale, con un evidente impatto politico, messo in piedi da un oligarca russo, non ancora identificato, e gestita da due imprenditori-faccendieri arrestati lunedì 17 ottobre in Italia e in Germania, su mandato dalla magistratura di New York, aveva come scopo il reperimento di microprocessori per i carri armati di Putin, il petrolio venezuelano venduto alla Cina, il riciclaggio con le criptovalute.
Orekhov e Uss sono co-proprietari della società di import-export Nda Gmbhh, specializzata nelle materie prime e negli equipaggiamenti industriali, con sede in Amburgo, Germania. Era questa la piattaforma giuridica al centro delle triangolazioni illecite, iniziate nel 2018. La Nda ai fornitori americani, principalmente aziende newyorkesi e californiane si presentava come un’impresa tedesca . Negli anni scorsi l’impresa di Orekhov e Uss ha acquistato prodotti tecnologici, come i semiconduttori e i microprocessori, girandoli ad aziende russe, già nella lista delle entità sanzionate: Radioexport, Network Technologies e Abtronics.
Il sospetto si basa sul fatto che tutta questa strumentazione sia servita per allestire i circuiti elettronici dei jet da combattimento , dei sistemi missilistici, dei radar, dei satelliti. La giudice americana sospetta che tutta questa strumentazione sia servita per allestire i circuiti elettronici dei jet da combattimento , dei sistemi missilistici, dei radar, dei satelliti, scrivendo che “componenti di fabbricazione Usa sono stati trovati negli armamenti russi catturati in Ucraina”, in particolare nei carri armati.
Il valore economico delle operazioni ammonta a “diversi milioni di dollari”. Ma a questo punto pesano molto le implicazioni politico-militari. I “servizi” americani stanno moltiplicando tutti gli sforzi per tagliare tutte le consegne di materiali pregiati destinali all’armata putiniana. Le carte giudiziarie americane sollevano però forti dubbi sui controlli disposti dalle leggi, in quanto le società americane non sembrano aver fatto alcuna verifica sull’azionariato della società tedesca Nda. Erano bastate delle semplici lettere commerciali per concludere transazioni sin troppo delicate per la sicurezza americana e mondiale.
L’ accoppiata Orekhov-Uss aveva intrapreso anche un intenso traffico clandestino di petrolio, contattando i due venezuelani, Serrano Ponce e Soto, entrambi ben introdotti nel governo di Nicolas Maduro. Le partite di greggio venivano poi dirottate verso la Cina e la stessa Russia, con ricavi per centinaia di milioni in dollari, spesso convertiti in criptovalute. Il flusso di denaro seguiva un complicato percorso, transitando tra paradisi fiscali e società schermate.
L’arresto ha provocato dure reazioni da parte di Mosca. Il Cremlino ha condannato l’arresto. “Le missioni diplomatiche russe faranno del loro meglio per proteggere gli interessi di Uss, detenuto in Italia”, ha aggiunto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov. “È chiaro che le forze di sicurezza ed i servizi segreti Usa non faranno altro che espandere la loro caccia ai cittadini russi. Azioni ostili di questo genere, ovviamente, non rimarranno senza rappresaglia”.
Adesso la giustizia italiana attende la richiesta formale di estradizione da parte del dipartimento di Giustizia americano ed avrà sei mesi per esaminare la documentazione in arrivo da New York e decidere se concedere l’estradizione. Artem Uss presentandosi all’udienza per identificazione e audizione davanti alla Corte d’Appello di Milano ha rifiutato di essere consegnato alla magistratura Usa e si trova attualmente detenuto nel carcere di Busto Arsizio, come viene confermato dal suo avvocato Vinicio Nardo.