TARANTO – Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci (Pd), alla guida di una coalizione di centrosinistra, che sopravvive grazie al voto di scambio con liste civiche, ed al sostegno di due consiglieri che sulla carta sarebbero emanazione del centro destra ( e cioè i fratelli Cito) dopo l’azzeramento del 6 maggio scorso deciso per avviare “una fase di riflessione ed entrare al meglio nella seconda parte del mandato” ha varato la nuova giunta con sette assessori . In questa fase Melucci tratterrà per sé le ulteriori deleghe a Lavori Pubblici, Ambiente, Affari Legali e Programmazione Finanziaria.
Soltanto quattro gli assessori confermati: Gianni Cataldino (Sviluppo Economico e Polizia Locale), Fabiano Marti (Cultura e Sport) e Paolo Castronovi (Società Partecipate e Risorse Umane). Entrano in giunta Gabriella Ficocelli (Servizi Sociali e Integrazione), con un passato di militante del centrodestra, recentemente candidatasi sindaco al Comune di Pulsano (Taranto); Rita Frunzio (Pubblica Istruzione e Pari Opportunità), dirigente scolastica; Deborah Cinquepalmi (Affari Generali e Associazionismo), presidente dell’onlus Simba; e Augusto Ressa (Urbanistica e Mobilità), della Soprintendenza Archeologica, Francesca Viggiano (Patrimonio)
Un nuova giunta che teoricamente avrebbe dovuto rinsaldare ed allargare la maggioranza, con il rientro in maggioranza dei 4 consiglieri del gruppo “Indipendenti per Taranto“ (che in realtà di indipendente e civico non ha nulla, in quanto i consiglieri sono stati eletti, 3 nelle liste del PD ed uno del PSI) in realtà rischia di provocare una vero e propri terremoto interno al Partito Democratico in terra jonica.
Al momento, i consiglieri comunali dell’attuale maggioranza di centrosinistra non si espongono più di tanto tacciono, ma non nascondono il dissenso crescente che potrebbe esplodere in maniera evidente subito dopo le elezioni europee. L’area del PD che ha appoggiato la candidatura di Nicola Zingaretti coordinata a Taranto dall’ex senatore Giovanni Battafarano non a caso ha già assunto una posizione molto dura che potrebbe portare un scontro interno con l’ attuale segreteria provinciale guidata dal “renziano last-minute” Giampiero Mancarelli, vicino alle posizioni della Sen. Teresa Bellanova e dell’ ex-senatore Ludovico Vico.
In una nota inviata dall’area tarantina che fa riferimento al segretario nazionale dem Zingaretti, si legge “Avevamo auspicato che la verifica di giunta avviata dal sindaco Melucci fosse improntata sui contenuti e sul rilancio dell’azione amministrativa per il bene di Taranto. La conclusione della stessa disattende completamente i nostri propositi e le nostre speranze e soprattutto rischia di deludere clamorosamente le aspettative della città e di vanificare gli appelli alla coesione, che da più parti si sono levati, per fronteggiare al meglio le tante e complesse questioni che attanagliano la comunità jonica“. Il dissento è totale ed eloquente: “La formazione di una giunta bonsai va esattamente nella direzione opposta a quella evocata alla vigilia, che aveva l’obiettivo di allargare la maggioranza politica e rafforzare l’attività di governo. La mancata nomina di Francesca Viggiano e Massimiliano Motolese, ( a suo tempo indicati dall’ ex-on. Michele Pelillo ) la cui conferma invece era stata richiesta dal gruppo consiliare, sembra un’azione diretta a schernire il Pd, a considerarlo marginale nonostante esso abbia contribuito in modo preponderante alla elezione del sindaco e rappresenta il gruppo più numeroso nel consiglio comunale”.
L’ex assessore Simona Scarpati (2a dei non eletti in consiglio comunale) indicata dal Sen. Dario Stefano (area renziana) critica duramente la gestione “politica” della formazione della nuova giunta, attaccando il segretario Mancarelli ed il capogruppo PD in consiglio comunale Emidio Albani (eletto in una lista civica) per come hanno politicamente gestito la vicenda. “Al netto di deleghe assessorili conferite a chi, (il riferimento è a Gabriella Fococelli, già assessore nella giunta di centrodestra a Pulsano ) mi pare di ricordare essere stata assessore in Amministrazioni comunali della provincia jonica quale espressione del Popolo delle Libertà, il dato che emerge in tutta la sua drammatica rilevanza, è la totale assenza di esponenti del Pd nella giunta comunale” scrive in una nota l’assessora “trombata” (cioè non eletta dagli elettori) e scaricata da Melucci.
La Scarpati attacca anche il neo assessore Deborah Cinquepalmi (cugina di Walter Musillo, coordinatore del gruppo Indipendenti per Taranto) che pur essendo stata anch’essa candidata nelle liste del Partito Democratico alle ultime elezioni amministrative, che a suo dire non sarebbe da considerarsi rappresentate del Pd: “Dato infatti per assodato ed acquisito che la nomina della dottoressa Cinquepalmi non sia certo riconducibile alla espressione del gruppo consiliare Pd, né del Pd stesso, con il qual partito può vantare come unico punto di tangenza una mera candidatura di servizio in occasione delle elezioni amministrative 2017, una rigorosa riflessione deve invece compierla il segretario provinciale del Pd Giampiero Mancarelli che incassa l’ennesimo fallimento politico, passando da una rappresentanza politica di tre assessori a zero assessori nella nuova giunta. Fallimento politico della sua gestione del Pd jonico che oggi si certifica incontrovertibilmente, ove mai ve ne fosse stata ulteriore necessità, anche tenuto conto dell’esito catastrofico dell’esito parimenti negativo della elezione del presidente della Provincia, nell’ottobre scorso, nella quale partita, come noto, non toccò palla, spianando così la strada al sindaco Melucci verso il tritacarne politico della candidatura, con le ripercussioni ben note che ciò determinò“.
La Scarpati attacca anche Albani: “Serie quanto doverose dimissioni si impongono anche per il capo gruppo consiliare del Pd Emidio Albani: già eletto consigliere tra le fila di una lista civica della coalizione e poi transitato qualche mese fa tra i banchi del Pd diventandone capogruppo consiliare, senza tuttavia poter vantare nel proprio curriculum politico alcuna militanza nello stesso partito o nell’area di centrosinistra“, dimenticando nel frattempo che l’esperienza di Albani è strettamente correlata e collegata a quella del sindaco Melucci: cioè di chi l’ha mandata a casa !
Uno sfogo più rancoroso che politico, che esprime l’astio della Scarpati a seguito della sua fuoriuscita dalla giunta comunale. Ora le toccherà tornare a fare l’avvocato, e non sarà certo una passeggiata per lei. La concorrenza è dura ed affollata. E peraltro nel suo caso è pressochè arduo se non impossibile dire “e’ la politica bellezza…!“