Il Tribunale di Bari ha condannato l’ ex presidente della Federcommercio di Bari, Luigi Farace, alla pena di 3 anni e sette mesi di reclusione e al pagamento di 700 euro di multa, oltre alla pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, per i reati di estorsione e tentata violenza privata. Lo ha reso noto l’avvocato Claudio Spagnoletti, difensore di Antonio Fiore e Cesarea Spagnoletti, entrambi parti civili nel processo, che hanno ottenuto anche un risarcimento danni da liquidarsi in sede civile.
Secondo le indagini svolte dalla Procura di Bari, condotte dal pm Patrizia Rautiis, Farace avrebbe minacciato i due ex dipendenti di Federcommercio di licenziarli e di non assumerli nella nuova associazione che stava creando se non si fossero dimessi volontariamente rinunciando così al trattamento di fine rapporto e “altre spettanze lavorative“.
Con questo timore sarebbero stati indotti a firmare una lettera di dimissioni.Con le lettere sarebbero stati indotti a firmare pure un verbale di conciliazione “avente per oggetto – scrive il pm – una vertenza di lavoro in realtà inesistente“. Sempre secondo la Procura, in questo modo ai dipendenti non sarebbero stati realmente versati i soldi per la fine del rapporto lavorativo e la liquidazione spettante. I fatti contestati nel processo, partito da un esposto dei due ex lavoratori, risalgono al 2006.
Luigi Farace nel 2014 si era salvato dal processo per truffa allo Stato per 1,6 milioni di euro grazie alla prescrizione. Reati prescritti anche per il legale rappresentante dell’ Excelsior Spa e di altri cinque imputati nell’inchiesta. Farace era accusato di aver ottenuto “con artifici e raggiri” dal Ministero per lo Sviluppo Economico “contributi in conto capitale” per un totale di 1,6 milioni di euro per la ristrutturazione dell’Hotel Excelsior di Bari pur non essendo in possesso di nessuno dei tre requisiti richiesti per ottenere il finanziamento. Prosciolto dall’accusa, per l’ex primo cittadino è stato disposto anche il dissequestro dei beni sequestrati nel luglio del 2011.
Ma gli esiti delle indagini, spiega ancora la nota della Guardia di Finanza, erano state trasmesse dal Nucleo di Polizia tributaria anche alla Procura Regionale della Corte dei Conti per l’accertamento del danno erariale. L’Autorità giudiziaria contabile, nonostante il dissequestro dei beni operato in sede penale, ha chiesto e ottenuto nei mesi scorsi il sequestro conservativo dei beni di Farace (consistenti in tre immobili di pregio siti in Bari) per un valore di oltre un milione e 400mila euro, al fine di tutelare le aspettative di risarcimento dell’Erario per il danno subito a causa dei contributi indebitamente incassati dall’imprenditore.