Non contento della causa di lavoro persa contro la Ledi srl, la società editrice che aveva editato per un semestre la Gazzetta del Mezzogiorno durante la gestione delle curatele fallimentari Edisud e Mediterranea, il giornalista barese Nicola Pepe ha ben pensato…di farsi condannare anche per diffamazione, con un decreto penale di condanna emesso dal Pubblico Ministero e confermato dal giudice per indagini preliminari del tribunale di Bari dr.ssa Anna Perrelli.
Condanna-Pepe_TRIBLAVOROCome si legge nel decreto del Gip il giornalista Pepe “All’indomani (nel febbraio 2022) della ripresa della pubblicazione in edicola del detto quotidiano e della diffusione da parte della società “EDIME SRL “, nuovo editore, della nota intitolata ”Abbonamenti Gazzetta nuove iniziative in arrivo, ma estranei a quanto accaduto in passato“ con la quale, in risposta ai lettori – vecchi abbonati – si comunicava di non aver ricevuto alcuna somma per gli abbonamenti stipulati dal precedente editore, il PEPE, capo servizio redazione online della Gazzetta del Mezzogiorno, screditava le società “LEDI SRL” e “LADISA SRL” commentando sulla propria pagina Facebook la detta nota con le seguenti espressioni “la BANDA BASSOTTI colpisce ancora? Qualcuno ci sta dicendo che gli abbonamenti alla Gazzetta del Mezzogiorno sono stati trasformati in buoni pasto farlocchi o voucher da mercato delle pulci? La nostra vicenda continua a riservare sempre DISGUSTOSE sorprese. PEZZENTI!!“
Nicola Pepe con il suo comportamento, secondo la Procura di Bari e l’Ufficio Gip del tribunale barese “ledeva l’immagine delle società “LEDI SRL” e “LADISA SRL”, entrambe controllate dalla holding “FINLAD SRL “, corrente in Bari, e offendeva la reputazione di LADISA Sebastiano e SEBASTIO Francesco, il primo socio delle dette società, il secondo Presidente del CdA e rappresentante legale della “LADISA SRL” nonché Amministratore Unico della “LEDI SRL‘, società, quest’ultima, editrice della testata giornalistica “La Gazzetta del Mezzogiorno” fino alla data del 31 luglio 2021, epoca in cui veniva sospesa la pubblicazione cartacea del quotidiano“.
Condanna-Nicola-Pepe_GdMConfessiamo che giornalisticamente siamo molto curiosi di conoscere o leggere un commento del sindacato dei giornalisti pugliesi, che stranamente sin dalla causa persa da Pepe hanno steso un pietoso velo di silenzio sull’incresciosa vicenda. Sputare nel piatto in cui è mangiato… per molto tempo non è certamente un comportamento etico. Anche perchè lo stesso Pepe sul social network Linkedin rivela che mentre aveva un contratto di “esclusiva” con la Edisud (la società editrice successivamente fallita della Gazzetta del Mezzogiorno) arrotondava le proprie entrate anche con il gruppo Ladisa di cui faceva persino l’addetto stampa ! Usando le sue stesse parole, un comportamento “senza vergogna” !