L’ex senatore di Forza Italia Lino Nessa , difeso dagli avvocati-deputati Francesco Paolo Sisto e Gianfranco Chiarelli, è stato condannato in primo grado a tre anni di reclusione. La pubblica accusa rappresentata dal pm Giovanna Cannarile ne aveva chiesti 5 . La vicenda è relativa ad una concessione edilizia per la quale il Nessa avrebbe chiesto e ottenuto una mazzetta da centomila euro dall’impresa Itacasa. L’ex senatore è stato anche interdetto per cinque anni dai pubblici uffici e condannato al pagamento delle spese processuali, nonchè al risarcimento dei danni nei confronti di Martino e Michele Lodeserto, imprenditori edili vittime della concussione, del Comune di Martina Franca (che si era costituito parte civile) e della società CLC srl. Il giudice ai sensi dell’ art. 530 c.p. ha invece assolto Camillo Dell’Anno, che all’epoca dei fatti ricopriva la carica di dirigente del settore Urbanistica dell’Ufficio Tecnico Comunale “perchè il fatto non sussiste“.
Gli altri imputati, Eligio Mutinati, Martino Carbotti, Evasio Montanaro, Giovanni Simeone e dell’ex sindaco Leonardo Conserva, si sono salvati in quanto il reato a loro carico di “abuso d’ufficio” è andato in prescrizione ed infatti il pubblico ministero aveva chiesto che venisee riconosciuta la prescrizione dei reati contestati.
La vicenda risale al lontano 2003. l’Itacasa srl aveva chiesto una concessione edilizia per poter costruire a Martina Franca , precisamente in via Taranto 57. In pratica si trattava di una maxilottizzazione, che prevedeva la realizzazione di appartamenti ma anche di locali commerciali. Secondo la Procura della repubblica di Taranto, l’ex-senatore di Forza Italia si sarebbe prodigato per fare accorciare i tempi burocratici per la concessione edilizia , previo una tangente di 100.000 euro che l’ex parlamentare – durante un una conversazione nella propria abitazione – garantì ad un costruttore di “assicurare la propria disponibilità a mettere qualcosina…” e, quindi, gli sottoponeva un foglietto con su annotata la somma di centomila euro. Il colloquio, venne integralmente registrato dall’imprenditore edile. Per questa vicenda il gip Ciro Fiore chiese la custodia cautelare per Nessa, all’epoca senatore, e per questo si dovette pronunciare la Giunta delle Elezioni e dell’Immunità parlamentare, (leggi gli atti parlamentari QUI)
Lo svolgimento del dibattito, ha superato i dieci anni, in quanto si è perso tempo per le dovute autorizzazioni del Parlamento e per il motivo che la Corte giudicante era la stessa del processo Misseri, assise diretta dal giudice Rosa Trufio.