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22 Novembre 2024 07:08

Condòmini spiati e filmati a Genova, da un vicino. A processo lo stalker, un giudice di pace

Tutto è iniziato con l’esposto presentato nel gennaio 2017 dagli otto condomini. Da qui le prime indagini che avevano portato al sequestro delle immagini registrate dalle telecamere “puntate” verso l’ingresso di casa di alcuni inquilini. Oltreché cellulari e altri apparecchi elettronici.

Con telecamere piazzate di fronte all’ingresso di casa altrui, pronte a registrare le immagini di vita privata, e con riprese fatte con il cellulare “ha reso la vita impossibile” a quasi tutto lo stabile. Atteggiamenti che “ci hanno portato a uno stato perenne di ansia e terrore” al punto che “alcuni di noi hanno provato a cambiare abitazione, mentre nemmeno più invitiamo gli amici a casa” e “non troviamo più amministratori di condominio disposti a venire. In sei mesi ne sono fuggiti almeno tre“. Una situazione letteralmente da incubo.

Gli otto inquilini di uno stabile genovese, poco distante dalla stazione Principe, hanno denunciato per stalking il vicino in questione, non si sono trovati di fronte a un cittadino qualunque: infatti quello che hanno accusato di essere un molestatore seriale è un avvocato, all’epoca dei fatti giudice di pace fra Genova e Savona (la cui identità viene omessa per tutelare le presunte vittime dei molti atteggiamenti persecutori denunciati). I procedimenti penali che sono seguiti a due diversi esposti, presentati fra il 2017 e il 2018, che hanno innescato il solito balletto di competenza (fra la procura di Torino chiamata a indagare e giudicare sui magistrati liguri) e la procura di Genova.

Tutto è iniziato con l’esposto presentato nel gennaio 2017 dagli otto condomini. Da qui le prime indagini che avevano portato al sequestro delle immagini registrate dalle telecamere “puntate” verso l’ingresso di casa di alcuni inquilini. Oltreché cellulari e altri apparecchi elettronici. Dopo questi fatti, nel 2018 ecco un’altra denuncia, da parte di due degli otto vicini che avevano già presentato il primo documento.

Dopo che la procura di Torino ha decretato il rinvio a giudizio e rispedito solo una parte degli atti nel capoluogo ligure la situazione è la seguente: un processo è in corso a Torino, un altro deve ancora iniziare a Genova, di fronte al giudice Ferdinando Baldini, uno dei tre componenti del collegio impegnato nel dibattimento sul tragico crollo del ponte Morandi.

Sul banco degli imputati sempre lui, l’ avvocato-giudice di pace che si è difeso sostenendo come in ballo ci fossero soltanto problemi e discussioni condominiali, come se ne possono trovare in qualunque situazione. La linea difensiva sostiene che nemmeno permangono più conflitti di vicinato, visto che l’uomo si è trasferito in tutta un’altra zona della città ed eventuali condanne a questo punto comporterebbero “soltanto risarcimenti alle vittime“. L’ormai ex giudice di pace – ha lasciato l’incarico per motivi non dipendenti dai fatti in questione – è difeso dall’avvocato Stefano Savi, mentre gli inquilini del palazzo sono assistiti da Maurizio e Andrea Tonnarelli. Ora è atteso il verdetto dei giudici.

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