La sezione penale della Corte di Appello di Lecce, sezione distaccata di Taranto, nel collegio presieduto dal giudice estensore Antonio Del Coro, a latere dr.ssa Luciana Cavallone e dr.ssa Paola Rosalia Incalza ha confermato la sentenza di primo grado emessa lo scorso 26 maggio 2021, rendendo note il dispositivo della propria sentenza emessa lo scorso giugno che “la vicenda sebbene – forse – più ordinaria di quanto non si creda, appare, tuttavia particolarmente grave in quanto mina alle radici il rapporto tra cittadino e politica nonchè il diritto/dovere della libertà del voto, per cui lo scostamento della pena base da parte del primo Giudice appare più che giustificato” criticando fortemente l’operato del consigliere regionale Michele Mazzarano (esponente del PD) , che già in precedenti processi che lo vedevano imputato dai quali si era salvato da condanne pressochè certe, grazie alla lentezza della giustizia ed all’ intervenuta prescrizione.
Condanna-Modificata-MazzaranoNel dispositivo di sentenza si legge anche che “non va dimenticato che le affermazioni effettuate dal Pastore (condannato insieme al Mazzarano n.d.a. ) risultano essere state, di volta in volta, pienamente confermate dagli accertamenti effettuate dagli investigatori, ivi comprese le dichiarazioni rese dai personaggi via via coinvolti nella presente vicenda i cui verbali di s.i.t. rimangono acquisiti agli atti”.
Secondo i giudicanti della Corte di Appello “la richiesta finale di riduzione della pena al minimo edittale e di conversione nella multa avanzata nell’interesse del Mazzarano risulta priva di qualsiasi argomentazione, circostanza che esime la Corte dall’esaminarne il fondamento“.
Ed adesso l’ultima parola alla Cassazione, e dopodichè in caso di ennesima conferma della condanna per Mazzarano, scatterà la Legge Severino, e gli toccherà trovarsi un lavoro mettendo la parola fine alla sua discussa carriera politica.