Con sfida in tre mosse il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio vuole far recuperare alla portualità italiana il tempo perso, per cogliere l’opportunità del raddoppio del Canale di Suez, sopratutto per un Paese come l’ Italia che si distende nel Mediterraneo. Una riforma della portualità approvata dal Consiglio dei ministri che vuole far ripartire gli investimenti, maggior coordinamento e velocizzazione delle procedure, per rimettere in pista i porti italiani.
Mentre Istanbul (+190% Teus), Port Said (+144%) e Pireo (+127%) dal 2005 al 2013 hanno incrementato il loro traffico, a fronte del calo degli altri porti, Taranto conquista la triste leadership di crisi del traffico portuale (-73%) a Livorno (-15%) e Gioia Tauro (-4%) La trasformazione delle vecchie Autorità portuali in Autorità di sistema portuale, prevede una riduzione contestuale da 24 a 15 Autorità. Le nuove Autorità sono Ancona, Augusta, Bari, Cagliari, Civitavecchia, Genova, Gioia Tauro, La Spezia, Livorno, Napoli, Palermo, Ravenna, Taranto, Trieste e Venezia. Invece perdono la loro autonomia in Puglia le vecchie autorità di Brindisi e Manfredonia, così come Savona, Carrara, Piombino, Salerno, Olbia, Messina, Catania.
IL MINISTRO DELRIO: “VANTAGGI PER IMPRESE E CITTADINI”
Il ministro Delrio ad approvazione del decreto di riorganizzazione dei porti italiani in attuazione della “Legge Madia” ha così commentato: “Abbiamo introdotto misure per la semplificazione e la competitività dei nostri porti perché l’Italia sia davvero il porto dell’Europa. I porti italiani ora faranno sistema — spiega Delrio — si compiono scelte strategiche, si semplificano i processi. La sfida è quella del confronto con le grandi potenze portuali del mondo, il Nord Europa, il Nord Africa, il Pireo, il Far East”.
“La “risorsa mare” torna centrale in Italia. Queste innovazioni— ha aggiunto il ministro Delrio — servono a rendere concreta quella “cura dell’acqua” che abbiamo avviato e a valorizzare il “sistema mare”, che è uno dei nostri principali asset economici, attraverso il quale transita il 70% delle merci italiane. Si tratta di innovazioni e miglioramento di servizi che chiedono le imprese italiane d’eccellenza, piccole o grandi, quel Made in Italy che il mondo ammira, che chiedono i milioni di passeggeri che vogliono venire a visitare il nostro Paese. Il nuovo sistema sarà a vantaggio di imprese e cittadini e per la crescita del Paese“.
Le nuove Autorità di sistema portuale verranno governate in modo snello e prevedono un presidente, ed un Comitato di gestione ristretto a poche persone e cioè il segretario generale, il Collegio dei revisori dei conti. Rispetto agli attuali Comitati Portuali, a livello nazionale, si passerà da 336 membri a circa 70 con un grosso risparmio di stipendi pubblici.
Il presidente dell’ Autorità verrà nominato dal Ministro d’intesa con il presidente o i presidenti delle Regioni interessate. Del Comitato di gestione fa parte anche un componente designato dalla Regione (due in caso di due Regioni), un componente designato dal sindaco di ciascuna delle città metropolitane, se presenti nel sistema portuale, un componente designato dal sindaco di ciascuna città ex Autorità portuale, se presenti nel sistema portuale e un rappresentante dell’Autorità marittima con voto solo sulle questioni di competenza.
BUROCRAZIA SEMPLIFICATA
Rispetto agli attuali 113 procedimenti amministrativi, effettuati da 23 soggetti, con la nuova riforma del Ministro Delrio funzioneranno due sportelli unici, e cioè quello Doganale e dei controlli, da realizzare sotto il coordinamento funzionale dell’Agenzia delle Dogane, e quello Amministrativo unico, un vero e proprio “front office” per tutti i procedimenti amministrativi e autorizzativi che non riguardano le attività commerciali e industriali. Secondo gli auspici del ministro Delrio questi due sportelli contribuiranno a dimezzeranno i tempi amministrativi e di sdoganamento, oggi incredibilmente molto più lunghi rispetto a quelli dei maggiori porti internazionali. Sono previste, infatti, semplificazioni e risparmi per gli arrivi e le partenze delle navi.
UN COORDINAMENTO MAGGIORE
Il decreto prevede che facciano riferimento alle previste nuove Autorità di sistema portuale non soltanto le altre 9 precedenti Autorità chiuse ed assorbite ma, nel complesso, 54 porti di rilevanza nazionale. Le Regioni potranno chiedere l’inserimento di ulteriori porti di rilevanza regionale nelle Autorità di Sistema. Alle nuove sedi di Autorità di Sistema Portuale viene affidato quindi un ruolo strategico di indirizzo, coordinamento e programmazione del sistema dei porti della propria area, che avranno delle funzioni di attrazione degli investimenti sui diversi scali e di raccordo delle amministrazioni pubbliche. Tutto ciò avverrà in stretta relazione con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ed in particolare per il Piano Regolatore di Sistema Portuale e i programmi infrastrutturali con contributi nazionali o comunitari.
NUOVE AUTORITA’, ECCO CHI VA CON CHI
Di seguito ecco quali sono le nuove 15 Autorità di sistema portuale che sostituiscono le 24 vecchie Autorità portuali, con relativa sede e i porti inclusi nel sistema: 1) Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, con sede a Genova, che include Savona e Vado Ligure; 2) Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Orientale con sede a La Spezia che include Marina di Carrara; 3) Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Settentrionale con sede a Livorno che include Piombino, Portoferraio e Rio Marina; 4) Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Centro-Settentrionale con sede a Civitavecchia che include Fiumicino e Gaeta; 5) Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Centrale con sede a Napoli che include Salerno e Castellamare di Stabia; 6) Autorità di sistema portuale dello Stretto con sede a Gioia Tauro, che include Crotone (porto vecchio e nuovo), Corigliano Calabro, Taureana di Palmi, Villa San Giovanni, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Messina, Milazzo e Tremestieri; 7) Autorità di sistema portuale del Mare di Sardegna con sede a Cagliari che include Olbia, Porto Torres, Golfo Aranci, Oristano, Portoscuso-Portovesme, e Santa Teresa di Gallura (solo banchina commerciale); 8) Autorità di sistema portuale del Mare di Sicilia Occidentale con sede a Palermo che include Termini Imerese, Porto Empedocle e Trapani; 9) Autorità di sistema portuale del Mare di Sicilia Orientale con sede ad Augusta che include Catania; 10) Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Meridionale con sede a Bari che include Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli; 11) Autorità di sistema portuale del Mar Ionio con sede a Taranto; 12) Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Centrale con sede ad Ancona, che include Falconara, Pescara, Pesaro, San Benedetto del Tronto (esclusa darsena turistica), Ortona; 13) Autorità di sistema portale del Mare Adriatico Centro-Settentrionale con sede a Ravenna; 14) Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Settentrionale con sede a Venezia, che include Chioggia; 15) Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Orientale con sede a Trieste.