di Valentina Rito
ROMA – Il Tribunale del Riesame di Bari ha confermato oggi il maxisequestro d’urgenza di beni mobili ed immobili per un valore di oltre 14 milioni di euro, già eseguito lo scorso mese di luglio dalla Guardia di Finanza, nei confronti di Massimo Ruggero Curci il commercialista di Carapelle, (Foggia), ex vicepresidente del Foggia Calcio, e di suoi cinque prestanome, tutti suoi familiari.
Il provvedimento di sequestro preventivo di urgenza è finalizzato alla confisca di 7 autoveicoli e 3 motoveicoli, per un valore complessivo di quasi 200mila euro; 11 polizze assicurative, per un valore totale di oltre 11 milioni di euro, 45 vaglia circolari per un valore totale superiore a 1,3 milioni di euro e 15 beni immobili tra appartamenti, locali commerciali e box auto, per un valore totale di oltre 2,1 milioni di euro. Il commercialista venne arrestato il 4 dicembre del 2017 con l’accusa di autoriciclaggio in una operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano.
Dalle indagini svolte dai finanzieri di Foggia è emerso che il commercialista foggiano, durante la detenzione domiciliare, aveva dato mandato ai propri prestanome di smobilizzare numerose polizze assicurative, per un valore di alcuni milioni di euro, da reimpiegare per l’emissione di vaglia circolari a beneficio di propri familiari. Inoltre è stato verificato che il patrimonio riconducibile al professionista nonché ai suoi familiari, aventi il ruolo di prestanomi, quantificato in oltre 14,7 milioni di euro, risultava essere il frutto ed il reimpiego dei proventi di una colossale evasione fiscale posta in essere attraverso numerose società cooperative operanti nel settore dell’autotrasporto, in parte create solo sulla carta, attraverso le quali, anche con l’ausilio di “teste di legno”, non solo ometteva i versamenti di tributi dovuti ma creava ed otteneva il rimborso di indebiti crediti d’imposta nei confronti dell’Erario.
A seguito dell’ accertata sproporzione tra i beni accumulati ed i redditi dichiarati Massimo Curci è stato nuovamente arrestato il 28 luglio scorso a seguito della perquisizioni che portarono alla luce un “tesoretto” del commercialista occultato in una soffitta, i finanzieri trovarono a casa del professionista una persona non appartenente al suo nucleo familiare. In questo modo sono state violate le prescrizioni imposte dal Gip di Milano che imponeva a Curci il divieto assoluto di comunicare con persone diverse dai propri conviventi.