Il Nuovo Quotidiano di Puglia, edito dal Gruppo Caltagirone (proprietario della Cementir a Taranto n.d.r.) nella sua edizione di Taranto questa mattina ha “strillato” in prima pagina dando voce e spazio all’accoppiata Chiarelli & Perrini, rispettivamente deputato e consigliere regionale del nuovo “partitino” di Raffaele Fitto, i Conservatori & Riformisti, sulla decisione non ancora sciolta su dove ubicare la sede dell’ Authority.
Nei giorni scorsi (vedi QUI) e per l’esattezza il 4 dicembre, avevamo già segnalato in un nostro articolo la contrapposizione esistente fra esponenti baresi e tarantini all’interno del Pd, partito che guida il Governo ed anche la Regione Puglia, ma anche evidenziato una guerra interna al “partitino” di Fitto, sulla disputa in corso fra Bari e Taranto per la scelta sulla sede della nuova Autorità Portuale, segnalavando un inutile e dannoso ulteriore campanilismo proveniente dai banchi dell’opposizione dei Conservatori e Riformisti , con le dichiarazioni dell’ on. Antonio Di Staso.
Il deputato barese dei Conservatori & Riformisti aveva dichiarato che “L’auspicio è che il colloquio fra il sindaco di Bari, Antonio Decaro, e il ministro alle Infrastrutture, Graziano Delrio, sul mantenimento dell’Autorità portuale nel capoluogo pugliese sia stato di natura istituzionale e non di natura politica, fra due esponenti del Partito democratico. La comunità barese merita di conservare l’autorevolezza del suo scalo portuale e, quindi, è auspicabile che in modo sinergico tutte le istituzioni e forze politiche locali si muovano con grande spirito di unità per ottenere un risultato che personalmente, insieme ai colleghi Nuccio Altieri e Benedetto Fucci, stiamo rincorrendo anche alla Camera. Il 18 novembre scorso, proprio al ministro Delrio, abbiamo presentato un’interrogazione nella quale abbiamo sottolineato proprio quelle caratteristiche che oggi il sindaco Decaro ha illustrato al ministro Delrio, a cominciare dall’importanza strategia sul piano geografico e strutturale che il porto di Bari ha rispetto ai Paesi dell’Est, non caso il porto di Bari viene definito la “Porta verso l’Oriente”, proprio per sottolineare quell’essere crocevia non solo di scambi materiali, ma anche di culture e popoli”.
“Nello stesso tempo mi preme sottolineare – aggiungeva Di Staso – che questa non deve e non può essere una guerra di campanile fra Bari e Taranto, in quest’ultima città è indubbiamente presente un sistema portuale di grande rilevanza commerciale e industriale. La speranza, visto che la Puglia paga sempre prezzi altissimi sul piano delle Infrastrutture a vantaggio di altre regioni del Nord, è quella che il Governo possa mantenere nella nostra regione, che ha 8oo chilometri di costa, anche due Autorità portuali, chiaramente con funzioni e servizi diversi. Ma per ottenere questo risultato, ribadisco, sinergicamente e trasversalmente dobbiamo tutti impegnarci nella stessa direzione“.
Le dichiarazioni ed interrogazioni parlamentari dell’ on. Di Staso, erano in aperta contrapposizione con il loro collega di partito, il consigliere regionale Renato Perrini il quale dimenticando ( o contrastando ?) le affermazioni dei suoi amici baresi di partito, strumentalizzava il fatto che Delrio e Decaro appartengono al medesimo partito politico. “Fuori le amicizie politiche dalle scelte strategiche della nostra regione – ha detto Perrini – L’Autorità portuale pugliese deve essere Taranto, non per ragioni campanilistiche ma perché è obiettivamente la struttura portuale meglio attrezzata e più tecnologicamente avanzata. L’inaugurazione della ‘piastra logistica’, poi, la rende sicuramente adeguata a essere capofila dei porti pugliesi. Il ministro alle Infrastrutture, Delrio, lo sa e non cambierà idea solo perché a chiederglielo è il suo amico renziano, Decaro“.
Il nostro articolo si concludeva con una riflessione: “Il deputato martinese Gianfranco Chiarelli invece stranamente tace. Nessuna interrogazione parlamentare. Ha forse paura di esporsi ?” Dopo 5 giorni di imbarazzante silenzio, l’on. Chiarelli ha pensato di ritrovare il fiato in accoppiata con il “fido” consigliere regionale Renato Perrini per rilasciare al Nuovo Quotidiano delle dichiarazioni, pressochè inutili, e che lasciano ben poche speranze per chi crede nella crescita ed evoluzione del movimento politico di Fitto: “E’ in atto un tentativo di penalizzare, ancora una volta Taranto” hanno detto i due esponenti tarantini dei Conservatori e Riformisti , aggiungendo “Taranto è la sede naturale per la rilevanza dei traffici, per la posizione strategica nel Mediterraneo, per quanto è stato garantito dal Governo“. Ma evidentemente nessuno dei due è abbastanza informato, altrimenti saprebbero anche che il porto di Taranto è da mesi pressochè “paralizzato”.
La fuga dei terminalisti da Taranto è avvenuta in quanto i loro principali clienti hanno navi transoceaniche che non potevano attraccare al porto di Taranto per l’ assenza di dragaggi, né potevano costringere i loro clienti ad utilizzare navi piccole per fare un favore all’ Autorità Portuale di Taranto ! Nel 2010 Evergreen-Tct avvisò le autorità competenti che delle navi di grandi dimensioni sarebbero entrate in servizio dal 2014e per questo venne firmato l’accordo del 2012 che prevedeva la realizzazione dei lavori infrastrutturali necessari entro due anni. Un accordo non mantenuto da parte dell’ Autorità Portuale di Taranto, con un ritardo di un anno, che ha costretto le compagnie a trasferire in altri porti le navi, come l’ Evergreen, che ha trasferito la flotta al Pireo ed i container nel Porto di Livorno, che non a caso ha incrementato il proprio traffico del +33%. Taranto si è “autopenalizzata” per dei ritardi ingiustificati, mentre altri porti del Mediterraneo si sono attrezzati stringendo anche rapporti commerciali che hanno letteralmente “isolato” il porto tarantino.
Come non sorridere quindi quando l’on. Chiarelli e Perrini sostengono che per evitare quello che chiamano uno “scippo”, sia necessario che “il territorio affronti in modo coeso quella che si presenta come una vera e propria battaglia” ??? E Fitto come mai tace ? Ha dimenticato di essere un parlamentare europeo ?
Non vogliamo fare i difensori d’ufficio in questa sede del Ministro Delrio o del Governatore Emiliano, ma è bene ricordare che nessuno dei due era in carica al Ministero o in Regione, quando si “celebrava” il disastro nel Porto di Taranto. Chiarelli e Fitto invece erano in Parlamento. Come mai si svegliano ed accorgono soltanto ora del disastro portuale tarantino e della disputa sulla decisione su dove collocare l’Autorità Portuale ? Si accusano gli esponenti del Pd di non mettersi d’accordo, ma nel frattempo anche all’interno del gruppo fittiano dei Conservatori e Riformisti in Puglia non sembra esserci la necessaria coesione politic, sopratutto in virtù del fatto che quest’ultimi non possano influire o influenzare minimamente sulle decisioni.