ROMA – Il Gip Gaspare Sturzo del Tribunale di Roma ha respinto la richiesta di archiviazione, nell’ambito dell’inchiesta Consip, per Tiziano Renzi, padre dell’ex presidente del consiglio per l’accusa di traffico di influenze illecite. Il giudice Sturzo dopo aver vagliato anche una informativa dei Carabinieri che era allegata a una richiesta del 25 ottobre 2018 sollecitata il 23 gennaio 2019, in cui inquirenti scrivevano che le ricostruzioni del padre dell’ex premier rese in Procura a Roma quando venne interrogato erano “largamente inattendibili“. Anche perché le risposte erano state fornite nella veste di “indagato”, quindi con la facoltà di non dire la verità, con cui la Procura insisteva per la richiesta di archiviazione, ha deciso di fissare la camera di consiglio per il prossimo 14 ottobre.
Il giudice ha detto «no» oltre alla posizione di Renzi senior, anche per altri nove indagati (per alcuni dei quali la procura ha già chiesto il rinvio a giudizio per altre fattispecie) nei confronti dei quali i pm di piazzale Clodio avevano chiesto di archiviare singoli capi di imputazione. Tra loro l’ex ministro dello Sport Luca Lotti (rivelazione del segreto d’ufficio), il generale dei Carabinieri Emanuele Saltalamacchia (“rivelazione del segreto d’ufficio“) , l’imprenditore Carlo Russo (prima turbativa d’asta, poi millantato credito). Respinta la richiesta di archiviazione anche per l’imprenditore Alfredo Romeo (“corruzione e turbativa d’asta“) e per l’ex parlamentare del Pdl Italo Bocchino (corruzione e turbativa d’asta), Silvio Gizzi allora ad di Grandi Stazioni (“turbativa d’asta“), l’ex ad di Consip Domenico Casalino (“turbativa d’asta“) ed il dirigente Francesco Licci (“turbativa d’asta“).