Un ulteriore processo per il senatore Luca Lotti per il quale il gup Nicolò Marino del Tribunale di Roma ha disposto il rinvio a giudizio e fissato l’udienza al prossimo 13 ottobre quando il Tribunale, già chiamato a giudicare Lotti, il generale dei Carabinieri Saltalamacchia e altri imputati, dovrà riunire ed unificare i procedimenti.
“Affronterò il processo con la tranquillità e con la serenità di chi sa che si difenderà lì per raccontare la verità dei fatti“, commenta l’ex ministro del Partito Democratico. Il suo legale, Prof. Avv. Franco Coppi, aggiunge: «È una decisione che sorprende, speriamo di avere maggiore fortuna davanti ai giudici della ottava collegiale».
Per l’accusa di rivelazione del segreto d’ufficio il pm Mario Palazzi lo scorso anno aveva chiesto l’archiviazione alla quale il gip Gaspare Sturzo si era opposto, disponendo una proroga di indagine per una decina di indagati. Il 3 marzo scorso i pm hanno proceduto alla chiusura del filone di inchiesta per Lotti e Saltalamacchia.
Una decisione arrivata alcuni giorni dopo quella del gip Sturzo che il 17 febbraio scorso aveva disposto nuovi accertamenti anche nei confronti di Tiziano Renzi, padre dell’ex presidente del Consiglio, accusato di “traffico di influenze illecite”.
Tra gli indagati la cui posizione ancora al vaglio della decisione dei magistrati di piazzale Clodio compaiono l’imprenditore Carlo Russo per l’accusa di turbativa d’asta (quest’ultimo è già a processo per favoreggiamento), l’imprenditore Alfredo Romeo, l’ex parlamentare del Pdl Italo Bocchino accusati di “corruzione” e “turbativa d’asta”, l’ex ad di Grandi stazioni Silvio Gizzi, l’ex ad di Consip Domenico Casalino e il dirigente Francesco Licci, tutti iscritti nel registro degli indagati per turbativa d’asta.
Non è da escludere che dopo la pausa estiva la Procura di Roma possa decidere queste posizioni in attesa che riprenda il processo che vede imputato per “favoreggiamento” anche Filippo Vannoni l’ex presidente di Publiacqua Firenze .
L’ex comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette, ha invece chiesto ed ottenuto di essere stralciato dal processo nel quale è imputato per “rivelazione del segreto di ufficio” e “favoreggiamento” per aver informato Luigi Ferrara, all’epoca presidente di Consip, nell’estate del 2016, di un’inchiesta sul conto dell’imprenditore campano Alfredo Romeo invitandolo ad essere cauto “nelle comunicazioni a mezzo telefono“.
Sempre in autunno è fissato il processo d’ appello per l’ex maggiore dei Carabinieri del Noe, Gianpaolo Scafarto, prosciolto dalle accuse di rivelazione del segreto, falso e depistaggio in primo grado. Analoga imputazione quest’ultima decaduta pure per il colonnello dell’Arma, Alessandro Sessa, anch’egli prosciolto.
Il maggiore Scafarto risponde delle accuse di avere riportato nelle informative destinate alla procura dei falsi, per indirizzare le indagini contro il padre di Matteo Renzi. Il Gip Clementina Forleo nelle sue motivazioni scrive “Non ci fu l’alterazione di una informativa con l’obiettivo di arrestare Tiziano Renzi. Si tratta di errore sicuramente involontario presumibilmente dovuto a una omessa correzione dell’informativa al momento della sua ultima stesura a meno di non voler attribuire all’imputato comportamenti del tutto illogici e anzi schizofrenici“.