ROMA – Al via il secondo giro convocato dal presidente Sergio Mattarella al Quirinale. Dopo il primo nulla di fatto, la “liturgia” di cui il presidente della Repubblica si serve per individuare una maggioranza che sostenga un nuovo Esecutivo subisce una leggera modifica rispetto al precedente giro di consultazioni. Questa volta, infatti, nello Studio alla Vetrata del Quirinale entreranno prima i rappresentati dei gruppi parlamentari, mentre il presidente Emerito della Repubblica Giorgio Napolitano es i presidenti della Camera e del Senato Roberto Fico e Elisabetta Casellati, saranno ricevuti al Colle venerdì.
Alle 10.30 e 11 i gruppi Misti di Camera e Senato e alle 11.30 il gruppo di LeU di Montecitorio. Dopo la pausa alle 16.30 è previsto il Pd, alle 17.30 il centrodestra e alle 18.30 il M5s. Di Maio illustrerà al presidente della Repubblica la novità annunciata ieri dallo studio di “Porta a Porta”, la nascita di un “comitato scientifico” che avrà il compito di sintetizzare il contratto alla tedesca offerto dal M5S.
Per guidarlo ha ingaggiato il prof. Giacinto Della Cananea, docente di Diritto amministrativo a Tor Vergata e grande esperto della formula adottata in Germania per conciliare i programmi di due partiti costretti a governare assieme. “Da lì nasceranno veri e propri disegni di legge” sostiene Di Maio, nella speranza di poter dimostrare al Capo dello Stato che il M5S non starà fermo fino a metà maggio ed è pronto a presentare una prima bozza di contratto.
Dopo il giro Mattarella trarrà pubblicamente le risultanze di questa seconda tornata di incontri, a cui farà seguito una pausa di riflessione. Il Presidente della Repubblica deciderà quale tipo di incarico dare in base alle informazioni che riceverà dai partiti, in sostanza sulla solidità di un’intesa generale tra il leader della Lega e il capo politico dei Cinque Stelle. Resta, fortissima, l’incognita Silvio Berlusconi sul quale in queste ore le pressioni perchè accetti un ruolo defilato sono incessanti.
Mattarella non stare certamente fermo per fare le sue valutazioni. Sicuramente non aspetterà fino alle Regionali in Molise (22 aprile) e in Friuli (29 aprile), come piacerebbe molto alla Lega ed anche ai grillini convinti di uscire rafforzati dal voto. La risposta che filtra dal Quirinale è “Il percorso delle consultazioni è indipendente rispetto a quello delle elezioni regionali”, mentre Salvini dichiara invece che “elezioni del Friuli serviranno a far abbassare la cresta a qualcuno“, ovvero al Movimento 5Stelle.
Il capo dello Stato del resto non intende nemmeno farsi condizionare “da appuntamenti interni che riguardano la vita dei partiti“. Con riferimento, in questo caso, all’altro fronte, quello del Pd. L’ala “renziana” dei democratici, attestata sull’Aventino, lascia intendere difatti che qualcosa potrebbe cambiare soltanto dopo l’assemblea nazionale del partito, convocata per il 21 aprile per eleggere il nuovo segretario. Tutto stoppato dal Colle, che non intende stare a guardare mentre al Nazareno si fanno la guerra: il Pd dica adesso nelle consultazioni se conferma o meno la linea del “no” a qualunque intesa per il governo.
L’ipotesi più forte è un preincarico di governo per uno dei duellanti, cioè Matteo Salvini o Luigi Di Maio. In campo anche la possibilità di un mandato esplorativo per la presidente del Senato Alberti Casellati (favorita rispetto al presidente della Camera Roberto Fico). Sullo sfondo, da non sottovalutare l’idea di affidare l’incarico ad una figura “terza” rispetto ai due aspiranti premier.
Domani alla fine degli incontri previsto per l’ora di pranzo, il presidente Mattarella uscirà nella Loggia d’Onore ad annunciare le sue determinazioni.
(notizia in aggiornamento)