ROMA – La Costituzione sarà il faro che muoverà l’azione del governo, soprattutto in materia di giustizia. Parola di Giuseppe Conte che, nelle repliche alla Camera, mette ben in chiaro quale sarà la direttrice di marcia che caratterizzerà l’agire dell’esecutivo: “Tutte le nostre iniziative saranno fatte sotto l’architettura costituzionale. Questo esecutivo ha piena consapevolezza che esistono dei principi costituzionali perché questo esecutivo oltre il contratto di governo ha presente la Costituzione“. Aggiungendo: “ma anche la Carta europea dei diritti fondamentali, la Corte europea“.
Il presidente del Consiglio ha continuato affermando che “c’è una architettura sovranazionale nella quale siamo collocati confortevolmente”. Parole che accendono gli animi nell’ aula di Montecitorio, ma il premier Conte ha continuato chiedendo una specie di “tregua”: dateci tempo, i dettagli arriveranno. “Siamo consapevoli”, spiega, della necessità di fornire più dettagli sulle singole misure annunciate, “ma ci siamo appena insediati, stiamo costituendo gli uffici” assicurando “lavoreremo da subito per dare seguito alle anticipazioni del contratto e del discorso programmatico, ma non chiedeteci ora i dettagli“. Conte ha assicurato che “non siamo qui per stravolgere quanto di buono è stato fatto“.
Un intervento meno fluido rispetto a ieri nell’ aula di palazzo Madama al Senato, quello che il premier Conte ha fatto alla Camera, sopratutto per la necessità di rispondere alle numerose contestazioni e critiche mosse dalle opposizioni parlamentari. E’ evidente che Conte punta a lanciare messaggi di serenità politica, avviando le proprie repliche nominando il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al quale rivolge il suo ringraziamento (e strappa l’applauso dell’Aula) e si è detto “dispiaciuto per gli attacchi subiti dal Capo dello Stato sull’uccisione del fratello da parte della mafia. Mafia che, scandisce, si deve combattere tutti uniti”.
L’obiettivo viene centrato e più volte scoppia la polemica. Particolarmente rumorosa quella innescata dalle parole sul conflitto di interessi: “vexata quaestio in questo Parlamento: cercheremo di riprendere in mano questa questione, lo faremo al più presto. E i vostri interventi volti a interrompermi dimostrano che ciascuno ha il suo conflitto o pensa di avere il proprio conflitto…”.
Il presidente della Camera Roberto Fico è dovuto intervenire duramente per riportare l’ordine ed il premier Conte, di fronte alle proteste dei parlamentari, in particolare della sinistra, ha replicato: “Sono stato frainteso, non sto accusando nessuno ma dico che è negli interstizi della società a qualsiasi livello“.
Anche oggi alla Camera, come ieri al Senato, il premier Conte ha avuto i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini al suo fianco, nei banchi del governo. Ed è stato proprio il vice presidente e ministro dell’Interno Salvini ad essere il “protagonista” di una nuova polemica sul fronte fisco e migranti. Nel mirino finiscono alcune parole del titolare del Viminale, smentite dal diretto interessato, secondo cui sarebbe giusto che chi guadagna di più paga meno tasse grazie alla flat tax.
“L’importante è che ci guadagnino tutti” ha detto Matteo Salvini in un’intervista radiofonica, aggiungendo “L’obiettivo è che tutti riescano ad avere qualche lira in più in tasca da spendere“. Le opposizioni insorgono, ed il Pd per voce del suo presidente Matteo Orfini osserva che “finalmente hanno detto la verità”. Ma Salvini non ci sta e replica: “Sono bugie. Ho detto che l’obiettivo è che tutti paghino meno tasse”.