ROMA – Il Governo Conte bis, dopo la fiducia alla Camera, ha incassato questa sera anche quella del Senato. I voti a favore sono stati 169, 133 i contrari e 5 gli astenuti. Durante il dibattito Matteo Salvini è andato all’attacco del premier chiamandolo “Conte-Monti” e accusando un governo di ‘affamati di poltrone’. Dura la replica del premier.
Dopo il “match” del 20 agosto scorso, Palazzo Madama oggi è tornato ad essere teatro di un nuovo duello dialettico fra Giuseppe Conte e Matteo Salvini. Il leader leghista ha attaccato il premier in aula, accusandolo di “poltronismo” e di subalternità all’Europa, oltre che di mancanza di stile. Conte gli ha risposto, rinfacciandogli l’arroganza per aver chiesto i “pieni poteri” con l’idea di portare il Paese alle elezioni un maniera unilaterale.
Prima di intervenire in aula, Salvini si era concesso ai giornalisti appena fuori commentando la notizia ufficiale di Paolo Gentiloni neo commissario europeo agli Affari economici: “È la conferma che Conte ha fatto il patto col diavolo, con Macron e Merkel. È l’ennesimo tradimento del signor Conte e anche dei 5 stelle: mandano un vecchio uomo del Pd, come Gentiloni, a Bruxelles”, ha detto il leader della Lega.
“Poi con calma nelle prossime settimane spiegherete al Paese cosa ci sia di dignitoso in tutti i repentini voltafaccia che ci sono stati in poche settimane” – ha detto Salvini attaccando Conte, aggiungendo – “Senza onore!“. Così alcuni senatori leghisti hanno urlato interrompendo più volte la replica del Presidente del Consiglio, che aveva parlato della decisione presa dalla Lega “unilateralmente” l’8 agosto di ‘avviare’ la crisi di governo. Sono seguiti cori: “Dignità, dignità!”, scanditi battendo le mani sui banchi.
Il leader della Lega ha scritto le ultime note in aula, poco prima di intervenire nel corso del dibattito che ha preceduto il voto. Tra gli appunti si distingue la frase “differenza di stile”, riferita al premier Conte, accusato di “sussurrare nell’orecchio di Merkel”
“Evocate spesso il concetto di dignità: è molto importante anche sul piano giuridico, diritto fondamentale della persona. Ma la dignità per quanto riguarda il ruolo e le funzioni del presidente del Consiglio non possono essere riconosciute o meno a seconda che lavori al vostro fianco o meno. Ero l’alfiere degli interessi nazionali fino a ieri e oggi scopro che non lo sono mai stato. La dignità mi può derivare solo dal fatto di servire con disciplina, onore, massimo sforzo e determinazione gli interessi del mio Paese”.
“Quando ragioniamo di un taglio del cuneo fiscale a totale vantaggio dei lavoratori – ha detto ancora il premier – è perché non vogliamo prendere in giro gli italiani e siamo consapevoli che le risorse in manovra, puntando noi a bloccare l’aumento dell’Iva, scarseggeranno, ma in prospettiva ci auguriamo di avere maggiori risorse anche a favore delle imprese“.
“Non la invidio presidente Conte-Monti – aveva detto Matteo Salvini parlando a nome della Lega – . Si vede uno quando ha il discorso che gli viene da dentro e quando uno deve eleggere un compitino a cui non crede neanche lui. Siete passati dalla rivoluzione al voto di Casini, Renzi, Monti“. “Torno a casa con una poltrona di meno, ma con tanta dignità in più. Lascio voi – aggiunge – a giudicare se questa operazione è di verità, e di coscienza: milioni di italiani non la pensano così”.
Poi Salvini ha attaccato Conte sulle trattative in corso nella maggioranza in merito a una nuova legge elettorale di tipo proporzionale: “Chi prende un voto in più governa. Se voi andate avanti su questo tema raccoglieremo le firme. Con questa legge vogliono garantire l’inciucio a vita“. Rivolto infine a Conte ne ha criticato lo stile: “Noi siamo in Europa, i miei figli cresceranno in Europa, ma la vogliamo diversa. E vogliamo un’Italia a testa alta: l’immagine dell’uomo che sussurrava alla Merkel non fa bene al Paese. A proposito di stile…alla faccia. Lo stile è sostanza, non apparenza, non dipende solo dalla cravatta, dalla pochette e dal capello ben pettinato“.
Le replica di Conte
“Molte dichiarazioni sono rimaste ferme all’8 agosto. Con una certa arroganza qualcuno unilateralmente ha deciso di portare l’Italia alle elezioni da ministro dell’Interno e sempre unilateralmente e arbitrariamente di concentrare definitivamente nelle proprie mani tutti i poteri: pieni poteri. Se questo era lo schema, l’obiettivo e il progetto è comprensibile che tutti coloro che lo hanno ostacolato per senso di responsabilità e nel rispetto della costituzionesiano diventati nemici”, ha risposto Conte nella sua replica in Senato, tra le proteste dai banchi della Lega. E ha proseguito: “Assegnare ad altri le proprie colpe non è da leader”. Per tutta risposta i senatori leghisti gli hanno intonato in coro “Dignità, dignità“.
Durante il dibattito parlamentare ci sono stati momenti di bagarre dopo che la senatrice leghista Borgonzoni ha mostrato una maglietta che faceva riferimento a Bibbiano. La presidente Elisabetta Casellati ha sospeso la seduta, che è ripresa poco dopo. Fibrillazioni anche al primo intervento di una senatrice grillina. Cori “elezioni, elezioni” e “Bibbiano, Bibbiano” hanno subito accompagnato l’intervento del dem Dario Stefàno. Anche Conte è stato appellato in aula dal coro “traditore, traditore”.
(in aggiornamento)