ROMA – Il ministro Luigi Di Maio continua il suo “bluff” mediatico-politico sull’ ILVA. Secondo lui “non bastano” i miglioramenti ed anche la nuova proposta integrativa di ArcelorMittal per potenziare e sopratutto velocizzare i tempi di attuazione del piano ambientale. “Non sono soddisfacenti” dice il Ministro dello Sviluppo Economico senza spiegare sulla base di quale competenza afferma ciò, considerando che al tavolo ministeriale di ieri non erano presenti i rappresentanti del Ministero dell’ Ambiente che, legalmente ed istituzionalmente parlando è il soggetto deputato a tali valutazioni.
Nonostante i vincoli più stringenti sulla riduzione di CO2, polveri e diossine e l’apertura alle tecnologie low carbon studiati fino all’ultimo insieme ai tecnici del ministero, i vertici di Arcelor Mittal avevano pensato di colmare e soddisfare le aspettative e di essere quindi ad un passo dall’intesa. La multinazionale ha parlato ieri di “impegni migliori possibili, che superano di gran lunga il contratto 2017″ e per questo “definitivi“. Ma le loro previsioni “politiche” sono state disattese
L’unica reale passaggio che manca è l’accordo sindacale dopodichè Arcelor Mittal avrà tutti i requisiti di legge ed i diritti contrattuali per entrare in possesso della gestione (in affitto per tre anni) e poi rilevare definitivamente il gruppo ILVA. Nona caso adesso più che mai i sindacati, chiedono di stringere i tempi e rivendicano la giusta attenzione su occupazione e investimenti, ed in settimana si svolgerà un confronto unicamente fra ArcelorMittal ed i sindacati.
Di Maio diffonde delle fakenews parlando di “cambio di metodo” affermando che il Governo “non ha fretta di assegnare l’ILVA al primo compratore che passa“, perchè in realtà, leggi e documenti alla mano, l’ ILVA è stata già assegnata ricevendo semaforo verde dall’ Avvocatura Generale dello Stato, dal Ministero dell’ Ambiente e dall’ Antitrust Europea. E non al primo compratore che passa, ma al 1° gruppo produttore al mondo. L’ ANAC ha espresso solo un parere consultivo e non vincolante, osservando solo delle presunte criticità, ma ricordando anche che in questo caso non era applicabile il Codice degli Appalti in quanto l’ ILVA in amministrazione straordinaria non è un bene dello Stato, e chi se l’è aggiudicata, cioè Arcelor Mittal è un gruppo privato che usa mezzi propri e non finanziamenti statali del Governo Italiano.
Qualcuno dovrebbe spiegare a Di Maio che il fatturato dell’ ILVA e del suo indotto rappresenta e “pesa” l’ 1% del PIL (cioè il Prodotto Interno Lordo) e che sicuramente il futuro di decine di migliaia di lavoratori non può essere determinato da dilettanti allo sbaraglio, esperti di fake news, o “cacciatori” di stipendi pubblici, da persone cioè che nella loro vita non hanno mai lavorato prodotto alcunchè e tantomeno mai pagato uno stipendio a qualcuno.
Per fortuna adesso le carte sono in mano all’Avvocatura dello Stato (che peraltro già le conosceva molto bene) per un parere. Di Maio ipotizza e minaccia che “se emergerà che il governo precedente ha sbagliato la gara se ne dovrà prendere le responsabilità. Se ci saranno rilievi e criticità, reati commessi, porterò tutte le carte in Procura“. Possibile che nessuno sia capace di spiegare al leader (pro-tempore) “nominato” del M5S che se tale evidenza fosse emersa tutto ciò lo avrebbe fatto il magistrato Cantone che preside l’ ANAC che non ha bisogno di aspettare le decisioni governative, per rispettare la legge ?
Ha ragione quindi l’ex-ministro Carlo Calenda quando commenta via twitter, parlando di “una buona proposta di Mittal e una nuova perdita di tempo Di Maio. Sembra sempre più la Raggi“, ricordando i disastri fatti dal Sindaco di Roma Capitale, attualmente sotto processo per aver mentito al responsabile anti-corruzione del Comune di Roma .
La multinazionale ArcelorMittal non deve aver accolto bene le parole farneticanti del ministro Di Maio dopo aver integrato ed offerto “impegni aggiuntivi che recepiscono la controproposta del Mise del 19 luglio“. L’ex disoccupato Di Maio probabilmente ha capito che la posta in gioco è alta e che la multinazionale terrà duro ed utilizzerà ogni via legale pur di assicurarsi il controllo del più grande stabilimento d’Europa in un settore che conosce bene e che ha sicure prospettive di crescita. Si tratta piuttosto di riuscire capire fino a che punto i tempi di una trattativa complessa siano conciliabili con quelli di un gruppo che brucia un milione di euro al giorno di debiti con il sistema bancario, garantiti dallo Stato !
Geert Van Poelvoorde presidente di ArcelorMittal Europe-Flat Products si dichiara “ottimista sull’avanzamento della transazione“. Per chiarezza e completezza d’informazione, l’addendum ambientale del gruppo franco-indiano alla proposta d’acquisizione, prevede di raggiungere, entro il 2023, una riduzione delle emissioni di CO2 per tonnellata di acciaio liquido pari al 15% rispetto ai dati del 2017, l‘azzeramento delle polveri al 2020 con 18 mesi in anticipo rispetto a quanto previsto dal Dpcm del dicembre 2017, l’anticipazione della fine dei lavori per la copertura dei parchi delle materie prime da realizzare entro giugno 2020 per il carbone e gennaio 2020 per il minerale ferroso, indicando l’obiettivo di supporto alla crescita ed anche, particolare non indifferente al benessere delle comunità locali.
Vedere riuniti con Di Maio i parlamentari pugliesi del M5S Gianpaolo Cassese , Rosalba De Giorgi , Alessandra Ermellino, Mario Turco e Giovanni Vianello, un gruppo di dilettanti allo sbaraglio privi di esperienza politica, manageriale ed imprenditoriale, come confermano i rispettivi curricula, lascia perplessi chiunque. Così come onestamente fa ridere leggere le loro dichiarazioni sulle rispettive pagine Facebook: ciclostilate esattamente e perfettamente identiche , preparate ed imposte dalla comunicazione M5S.
Più che politici mi sembrano dei ligi “dipendenti” della Casaleggio & Associati , che con la loro elezione sono riusciti a portarsi a casa oltre 150mila euro all’ anno. Trovate qualche differenza ???