Intervenendo ieri ad un convegno ambientale il procuratore della Repubblica di Taranto, Franco Sebastio ancora una volta, ha criticato i giornali ed i giornalisti, come sempre però senza fare nomi e cognomi, che hanno avuto l’ardire di parlare dello scontro in essere interno alle istituzioni dello Stato “Nulla di più sbagliato, non ci può essere una guerra tra i poteri dello Stato – ha detto Sebastio – Ci saranno momenti in cui avremo opinioni e sostenere tesi diverse ma, nel rispetto delle proprie competenze, ci deve essere un’auspicabile collaborazione con lo Stato. In ogni caso è previsto, secondo il nostro ordinamento, il ricorso alla Corte Costituzionale ad esempio, per risolvere tali discordanze, ma parlare di lotta e di competizione fra magistratura ed organi dello Stato, su vicende di tale importanza, per me è quanto di più errato possa esserci, e mi addolora”.
Il procuratore Sebastio ha dimenticato…. però di dire qual’è stato il risultato dei precedente ricorsi dei magistrati di Taranto alla Corte Costituzionale. Così come ha dimenticato la decisione della Corte di Cassazione che sempre sull’ ILVA ha annullato le decisioni della Procura, del Gip Todisco ed anche del Tribunale del Riesame di Taranto…..In America, dove la giustizia è più certa e sicuramente più efficiente che nel nostro Paese, un procuratore davanti a situazioni del genere e sconfitte tali, se ne sarebbe andato a casa con tanti saluti !
Sebastio in apertura del convegno, ha chiesto di poter prendere subito la parola, sostenendo di essere “richiesto” in Tribunale dove si stava svolgendo l’udienza preliminare del processo “Ambiente Svenduto” a carico dell’ ILVA. In realtà così non era in quanto il procuratore è rimasto comodamente seduto per oltre un’ora, trovando il tempo anche di dialogare e confabulare con il suo caro amico e sodale colonnello Daniele Sirimarco, che per parlargli ha abbandonato anche il suo posto in platea dove era seduto accanto al comandante provinciale della Guardia di Finanza col. Salvatore Paiano.
Chissà cosa avevano da dirsi di così tanto urgente ed importante Sirimarco e Sebastio ? Forse qualche consiglio dove andare in ferie ? O si stavano scambiando i rispetti nuovi numeri di telefono, visto che il 1 settembre il colonnello Sirimarco lascerà Taranto, ed il 1 gennaio è previsto l’arrivo nel capoluogo jonico di un nuovo procuratore capo della repubblica ?
A conferma che l’attacco dello Stato contro lo Stato continua, questa mattina il custode giudiziario dell’Alto Forno 2 dell’ ILVA, Barbara Valenzano (nominata dalla Procura…) ha intimato con una lettera alla dirigenza dello stabilimento siderurgico, all’azienda di riprendere le procedure di spegnimento dell’impianto sottoposto a sequestro senza facoltà d’uso alcune settimane fa dopo l’infortunio sul lavoro costato la vita all’operaio Alessandro Morricella. Secondo quanto indicato nella comunicazione, il sequestro dell’impianto, eseguito su disposizione del Gip Marino Rosati, viene ritenuto ancora in vigore anche se nei giorni scorsi il governo ha approvato un decreto che ne restituisce la possibilità di utilizzo.
Il custode giudiziario Barbara Valenzano ha inviato una comunicazione di due pagine all’ ILVA “Entro il 24 luglio dovremo essere informati del cronoprogramma per lo spegnimento dell’impianto“. Siamo quindi allo scontro totale, anche se sembra di assistere ad un film già visto. Anche nel 2013 il Gip Todisco si era rivolto alla Corte Costituzionale venendo clamorosamente sconfitta così come abbiamo documentato in un nostro precedente articolo (vedi QUI) .
Immediata la risposta dell’ ILVA attraverso uno dei suoi legali, l’avv. Angelo Loreto: “Si prende atto dell’accesso effettuato in data odierna dal custode. Attesa la proceduta seguita dall’ Autorità Giudiziaria ed in vigenza del decreto Legge che legittima l’esercizio di attività d’impresa negli stabilimenti strategici di interesse nazionali come il sito ILVA, ci si riserva ogni valutazione ed iniziativa volta a chiarire il perimetro ed i contenuti dell’eventuale provvedimento giudiziario di esecuzione che giustificherebbe l’iniziativa “
Secondo alcune voci interne allo stabilimento e sempre secondo quanto è stato possibile verificare dal Corriere del Giorno, sulla base di parte documenti allegati agli atti giudiziari, nel frattempo sembrerebbe prendere corpo l’ipotesi (da noi anticipata) che l’incidente dello scorso 8 giugno in cui perse la vita l’operaio 35enne Alessandro Morricella, sia stato causato più dall’applicazione di una pratica scorretta piuttosto che ad un problema strutturale dell’impianto. Ma tutto questo non viene accettato dal Gip Rosati. Anche perchè se così dovesse emergere, la figuraccia per la Procura ed il Gip sarebbe “planetaria” !
Da segnalare l’opinione del noto avvocato e fine giurista salentino Gianluigi Pellegrino, che ieri non a caso ha dichiarato al quotidiano La Repubblica: “Capisco che i magistrati possano vedere un’ingerenza, ma fino a quando la Consulta non avrà deciso, la legge va applicata”.
Qualcosa che la magistratura di Taranto non vuole (o non riesce ?) capire.