ROMA – C’era una volta il porto di Taranto, una delle principali stazioni appaltanti del Mezzogiorno, che ancora una volta si contraddistingue per la lentezza dei lavori strutturali in corso da realizzare. L’ultimo stop burocratico , questa volta però stranamente…non è responsabilità dell’Autorità di sistema del Mar Ionio.
L’aggiudicazione definitiva dell’annullamento della gara dei lavori di realizzazione della rete idrica e fognaria del porto era stata disposta lo scorso mese di giugno in favore dell’impresa Manelli di Monopoli ma è stata bloccata dal puntuale ricorso presentato da un raggruppamento di quattro imprese tarantine (a cui partecipano le società Modomec, Eurocogen e Sereco), guidate dalla capogruppo Cisa spa di Massafra di Antonio Albanese (plurindagato dalla Procura di Taranto) , che evidentemente non più soddisfatto delle decine di milioni di euro che guadagna con lo smaltimento dei rifiuti del Comune di Taranto cerca di guadagnare ovunque sia possibile.
La stazione appaltante anche in questo caso è Invitalia, l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, esattamente come sta accadendo per la costruzione del nuovo ospedale San Cataldo di cui vi abbiamo dato notizia ieri . “Non conosciamo la procedura e non siamo stati neanche parte del giudizio – dice Sergio Prete, presidente dell’Autorità Portuale -. Ne prendiamo atto purtroppo e chiederemo di essere informati in merito alle attività successive”.
Il resto dei lavori al Porto di Taranto continua con eccezione ancora una volta della realizzazione del centro polivalente Falanto che proseguono da anni e sembra non avere mai fine. I rallentamenti sono ben noti al presidente dell’ Autorità Portuale Avv. Prete: “Abbiamo acceso i riflettori. C’è qualche problema, abbiamo chiesto alla direzione dei lavori una relazione per assumere una decisione in virtù delle risultanze nei prossimi giorni. Il problema lo conosceremo in seguito alla relazione, però vediamo che il cantiere non procede con la velocità che auspicheremmo. Ci risulta che questa società abbia disposto istanza di concordato: dobbiamo verificare le condizioni societarie e cantieristiche per assumere le decisioni più appropriate“.
Quando una società fa istanza di concordato, significa che sta per fallire, e questo fa capire come con quanta leggerezza vengano espletate le gare di appalto, senza che vengano tenuti in considerazioni i bilanci delle società che vi partecipano, da cui si potrebbe determinare e valutare la capacità gestionale, la liquidità e serietà. Lo stesso analogo problema che replicherebbe quanto successo in passato al Gruppo Astaldi che si era aggiudicato l’appalto relativo ai lavori di dragaggio e vasca di colmata del Molo Polisettoriale, i cui lavori si bloccarono per le note vicende giudiziarie.