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22 Dicembre 2024 15:42

Conto corrente pignorato, dal 1° luglio diventa più facile

La nuova Agenzia delle Entrate-Riscossione (che ha preso il posto di Equitalia) avrà la possibilità di accedere a diverse banche dati, comprese quelle bancarie, e potrà procedere in modo diretto al pignoramento dei conti correnti, senza dover richiedere la precedente apposita autorizzazione al giudice.

ROMA – Dal prossimo primo luglio pignorare il conto corrente, in caso di debiti fiscali e cartelle esattoriali, diventa più facile e veloce . Infatti  la nuova Agenzia delle Entrate-Riscossione (che ha preso il posto di Equitalia) avrà la possibilità di accedere a diverse banche dati, comprese quelle bancarie, e potrà procedere in modo diretto al pignoramento dei conti correnti,  senza dover richiedere la precedente apposita autorizzazione al giudice. La vera novità è che le somme pignorate saranno immediatamente bloccate e rigirate al Fisco, per gli importi a debito.

In pratica una volta entrate in vigore le disposizioni del decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2017 (il famoso D. L. 193/2016 successivamente convertito nella Legge 225/2016), il nuovo ente – che opera sotto la vigilanza e il controllo dell’Agenzia – avrà l’accesso all’immensità dei dati dell’Anagrafe Tributaria. L’AdE-Riscossione potrà accedere anche alla banca dati dell’Inps, ottenere le informazioni che le servono (come ad esempio i dati relativi al rapporto di lavoro) e procedere a pignorare lo stipendio, la pensione, le indennità ecc.

 In pratica l’Agenzia delle Entrate-Riscossione nel momento stesso in cui notifica la cartella esattoriale non deve rivolgersi al giudice per citare in giudizio il debitore e attendere la sentenza, in quanto la cartella di pagamento è in sé già un atto esecutivo al pari dell’atto di precetto (ossia l’atto che intima al debitore il pagamento del debito entro 10 giorni dalla notifica) e pertanto può procedere al pignoramento conto corrente, se passati 60 giorni dalla notifica la cartella esattoriale non è stata pagata. Trascorso il suddetto termine l’Ente della riscossione, può subito inviare alla banca l’atto di pignoramento ancora prima di notificarlo all’interessato, per poi invitare quest’ultimo al pagamento di quanto dovuto entro altri 60 giorni. Se il debitore poi, persevera e continua non pagare quanto dovuto il Fisco richiede alla banca di versare l’importo pari al debito, senza necessità di rifarsi a un giudice per far emettere il relativo provvedimento.

Come difendersi dal pignoramento? Il contribuente che riceve la notifica del pignoramento conto corrente, per impedirlo e difendersi, deve presentare entro 60 giorni dalla notifica della cartella di pagamento una richiesta di rateizzazione. Solo una volta accettata la richiesta di dilazione della cartella e pagata la prima rata del piano di ammortamento, il contribuente può presentare la richiesta di sblocco del conto corrente.

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