Tutti i migranti che arriveranno in Puglia dovranno transitare rigorosamente dall’hot spot di Taranto, tappa obbligatoria per chiunqui tocchi il suolo italiano sia da navi militari che da imbarcazioni clandestine. All’interno della struttura allestita dal Ministero dell’ Interno nel porto di Taranto, infatti, è possibile effettuare tutte le identificazioni in maniera più rigida, attenendosi ai controlli di sicurezza previsti dall’allarme terrorismo. L’hot spot non è una struttura restrittiva ma è sicuramente più controllata dei vecchi centri di accoglienza come il Don Tonino Bello di Otranto.
Non è un caso che il passaggio dal centro di Otranto martedì scorso sia stato saltato in occasione dell’ultimo sbarco avvenuto nel Salento ed i quindici somali, trasportati in Italia da un 56enne brindisino, che è stato arrestato sono stati immediatamente trasferiti a Taranto dove sono stati interrogati ed hanno potuto fornire informazioni importanti per scoprire e verificare come si stiano organizzando le organizzazioni criminali che gestiscono i viaggi della disperazione.
Il primo elemento ritenuto molto importante dagli investigatori è che nelle ultime settimane i “traghettatori” offrono i viaggi della “disperazione” a prezzi molto bassi, chiedendo 2-3.000 dollari in meno rispetto a quanto era necessario un anno fa. Gli sbarcati arrivate a Tricase, per esempio, hanno riferito alla Polizia di avere pagato circa 5.000 dollari per il viaggio dall’Africa ed altri 1.500 per la tratta finale dalla costa greca, davanti all’isola di Corfù, per arrivare su a quella pugliese. Altra aspetto da non sottovalutare è proprio il “buco” nei controlli in mare attuati dalla Grecia, che era risultato già in precedenza grazie alle testimonianze dei migranti e confessioni degli scafisti arrestati. L’esempio più lampante ed assurdo fu quello della Blue Sky ritenuta in regola dopo essere stata controllata dalle autorità greche, che il 30 dicembre 2014 consentì a 796 siriani di poter sbarcare a Gallipoli.
Il “buco” degli sbarchi dalla Grecia, è contenuto nelle motivazioni della sentenza con cui il gup Giovanni Gallo ha condannato i quattro membri dell’equipaggio della Blue Sky, uno dei quali il comandante Rani Sarkas ha riferito di essere stato contattato da un’organizzazione turca che aveva a disposizione una nave da far salpare in direzione dell’ Italia piena di clandestini, che “i migranti sarebbero stati portati a bordo mentre era al largo di Mersin” e che “a causa del maltempo, previa autorizzazione delle competenti autorità, avremmo sostato due giorni in acque greche, dove non avremmo subito alcun controllo”.
Tutto ciò che non era stato pianificato a caso avvenne effettivamente. E secondo gli investigatori continua probabilmente ad accadere anche con le piccole imbarcazioni che continuano a raggiungere il Salento, come l’ultima fermato dal Gruppo aeronavale della Guardia di Finanza di Bari. Attualmente le rotte via mare più “libere sono quelle dalla Turchia, come testimoniano i viaggi offerti e venduti addirittura tramite Facebook, e quelli dalla Grecia, come nel caso dei natanti arrivati a Castro e Tricase il 31 marzo e il 17 maggio scorso dai quali è emersa la componente di immigrati somali che si aggiungono ai siriani, afgani