di DANIELA GUASTAMACCHIA
Servono mascherine e servono camici per medici e infermieri che combattono 24 ore su 24 contro l’epidemia di Covid-19, ma è sempre più difficile trovarne. Così sono sempre di più le maison in tutto il mondo che rispondono all’appello delle istituzioni per dare una mano, per aiutare come possibile.
E l’Italia fa anche in questo caso da apripista grazie a una filiera di produzione sul territorio che non ha eguali nel mondo e che sostiene quella che è la seconda industria del Paese, come ha ricordato un comunicato recente della Camera Nazionale della Moda Italiana.
Fendi, Gucci, Salvatore Ferragamo, Ermanno Scervino, Miroglio, Prada, Valentino, sono alcune delle case di moda che hanno richiesto alle proprie sarte di mettersi all’opera, anche da casa, utilizzando il Tnt, tessuto non tessuto il cui uso è indicato dalla Regione Toscana sulla base delle analisi di laboratorio condotte da PontLab e dall’Università di Firenze, per poi, una volta ricevuta l’approvazione da parte delle autorità competenti, distribuirle agli ospedali.
“Le nostre sarte erano a casa per precauzione, abbiamo chiesto loro se volevano fare volontariato per produrre mascherine, camici e cuffie, e hanno aderito tutte, anche le loro vicine di casa: per noi è un grande orgoglio”, ha dichiarato Toni Scervino all’ANSA commentando l’impegno a titolo gratuito che la maison ha preso in carico.
Prada ha fatto saper di aver avviato su richiesta della Regione Toscana, la produzione di 80.000 camici e 110.000 mascherine destinati al personale sanitario della Regione con un piano di consegne giornaliere che termineranno il 6 aprile. Uno sforzo reso possibile grazie al lavoro dell’unico stabilimento del Gruppo rimasto aperto per questo scopo, quello di Prada Montone (Perugia), e a una rete di fornitori esterni presenti sul territorio italiano.