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4 Marzo 2025 06:32

Cospito resta al 41 bis. Il ministro guardasigilli Nordio respinge la richiesta di revoca

La motivazione principale del diniego si radica nel parere negativo che i magistrati della Procura Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo, i pm della Procura di Torino ed il procuratore generale Saluzzo - hanno trasmesso allo stesso ministro. Secondo fonti di via Arenula si tratterebbe di pareri “convergenti”. Il ministro della Giustizia infatti, ha giudicato “concordi” e "convergenti" tutti i documenti nel confermare la pericolosità del detenuto.

L’ anarchico Alfredo Cospito resta al 41bis. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha respinto la sua richiesta inoltrata tramite il suo difensore Flavio Rossi Albertini. il quale ne ha dato notizia appena ricevuta la notifica del provvedimento dal ministero di via Arenula, annuncia immediatamente che presenterà a sua volta un ricorso.

Nonostante lo sciopero della fame che si protrae da 113 giorni, l’anarchico Alfredo Cospito dovrà restare nel carcere di Opera ristretto al 41bis. Il Guardasigilli, in anticipo sulla scadenza del 12 gennaio rispetto alla richieste, ha inviato al legale il decreto motivato in cui ha comunicato il suo “no” alla revoca del 41bis. 

La motivazione principale del diniego si radica nel parere negativo che i magistrati della Procura Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo, i pm della Procura di Torino ed il procuratore generale Saluzzo – hanno trasmesso allo stesso ministro. Secondo fonti di via Arenula si tratterebbe di pareri “convergenti”. Il ministro della Giustizia infatti, ha giudicato “concordi” e “convergenti” tutti i documenti nel confermare la pericolosità del personaggio e il concreto rischio che possa comunicare dall’interno del carcere con la il mondo anarchico che nei giorni scorsi ha minacciato istituzioni e forze dell’ordine. Un pericolo questo quindi che rientra tra quelli per i quali vige il 41bis, cioè le misure di controllo e di vita in carcere che impediscano qualsiasi tipo di comunicazione con l’esterno.

Il provvedimento di diniego firmato dal Guardasigilli Nordio si sofferma sulla salute di Cospito ed anche sui rischi che il suo sciopero della fame possa comportare. Rischi però bilanciati – secondo il Guardasigilli – dalla permanenza in un carcere come quello di Opera dove esistono le necessarie misure sanitarie e con la possibilità di un eventuale trasferimento nei reparti dell’ospedale San Paolo. Quindi, secondo Nordio, la sua salute è sotto tutela e controllo sanitario. Le ragioni di sicurezza evidenziate, su quanto affermano i magistrati, lo hanno di fatto obbligato a respingere la richiesta dell’anarchico attraverso il suo combattivo legale.

Finisce quindi in secondo piano la possibilità, seppure soltanto prospettata come ipotesi nel parere della Direzione nazionale antimafia, firmata dal procuratore nazionale Giovanni Melillo, che guarda caso era il capo di gabinetto di Andrea Orlando (durante il suo precedente incarico di ministro di Giustizia), di derubricare il 41bis in un’ “Alta sorveglianza”, misura carceraria di sicurezza più “morbida” al di sotto della detenzione dura. .

Oggi Cospito riceverà la visita del suo medico personale, richiesta dal suo legale a seguito del suo trasferimento carcerario da Sassari a Opera, visita che potrà dare notizie (di parte) sullo stato di salute del pregiudicato anarchico Cospito, dai medici all’interno del carcere, viene definita “stazionaria“. 

La decisione di Nordio assume a questo punto anche un valore politico, che la conferma della linea della fermezza più volte dichiarata ed assicurata dalle dichiarazioni del premier Giorgia Meloni in questi giorni. Un “no” strumentalizzato politicamente dagli esponenti dell’opposizione, Pd in testa proprio con l’ex Guardasigilli Andrea Orlando, che insistentemente hanno chiesto di sospendere il 41bis. E non può essere una circostanza incidentale che tutto questo avvenga a 72 ore dal voto per le elezioni regionali nel Lazio e in Lombardia, dove si prevede un’altra vittoria del centrodestra su una sinistra sempre più divisa al suo interno, ed incompresa dagli elettori.

Così come resta incomprensibile la posizione dei soliti giornalisti allineati con la sinistra, sin troppo morbidi nei confronti di un pregiudicato reazionario che non intende rispettare la legge, e che si autoelogia di essere riuscito a diventare un caso nazionale. Nessuno di loro ha mai pensato di chiedere l’opinione di quel dirigente dell’ Ansaldo, sfuggito alla morte e gambizzato a colpi di pistola da Covito.

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