di REDAZIONE POLITICA
All’inizio della pandemia il termine “immunità di gregge” sembrava voler dire fine del virus, quando i vaccini per il coronavirus erano ancora soltanto un lontano sogno nella mente degli italiani , rappresentava il punto in cui un numero sufficiente di persone sarebbe stato protetto dal virus, per poter riprendere a vivere e liberare finalmente dell’agente patogeno che ha seminato morti e lutti in tutto il Paese ed in tutto il mondo.
Adesso che oltre 1 miliardo di persone nel mondo è stato vaccinato ed i vaccinati con la prima dose sono circa il 25% in Italia, questo punto di arrivo purtroppo rimane sempre più lontano, persino “irraggiungibile”, come ci informano gli esperti, che a dire il vero hanno spesso sostenuto tutto ed il contrario di tutto. C’è quindi da preoccuparsi? Sembrerebbe di no in quanto gli scienziati sostengono è che il virus con il passare del tempo costituirà a prescindere dal raggiungimento dell’immunità di gregge, una minaccia più flebile e gestibile, continuando a circolare nel mondo restando però privo dell’attuale pericolosità e letalità. In parole più semplici e comprensibili, sarà paragonabile ad una semplice influenza.
La trasformazione di questa prospettiva per le autorità sanitarie è una nuova sfida, grazie all’effetto dell’immunità di gregge che ha catturato l’immaginazione di troppa gente. Sostenerle però che che questo obiettivo non potrà essere raggiunto, equivarrebbe a far sprofondare la popolazione nello sconforto più totale, contribuendo a validare le farneticanti teorie dei no-vax addirittura, inducendo i più timorosi a rinunciare alla vaccinazione. Quindi è assolutamente fondamentale chiarire questo concetto : la vaccinazione rimane l’unica soluzione realistica e concreta per trasformare il virus in una minaccia controllabile.
Anthony Fauci, il massimo consigliere dell’amministrazione americana con la presidenza Biden è tra i più grandi sostenitori di questo teorema scientifico per sconfiggere il Covid-19: ““La gente pensava che non saremmo mai riusciti a ridurre le infezioni se non raggiungendo questa soglia mistica che è l’immunità di gregge”, ha dichiarato. “Ecco perché abbiamo smesso di usare l’immunità di gregge nel senso classico”, ha spiegato. “Voglio dire: dimenticatela per un secondo. La sfida è: vacciniamo abbastanza persone e le infezioni diminuiranno”.
Sulla stessa posizione anche la Professoressa Antonella Viola, “tarantina, ormai nota anche al grande pubblico televisivo italiano, docente di Immunologa e Ordinaria di Patologia Generale presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova che parlando con l’ Huff Post , ha sostenuto che l’immunità di gregge è “impossibile”, affermando che “Il concetto di immunità di gregge è complicato: non significa semplicemente vaccinare una certa percentuale della popolazione, vuol dire fare in modo di bloccare di fatto la circolazione del virus. Per riuscirci bisogna calcolare con una formula matematica quante persone dobbiamo vaccinare. All’inizio, quando il virus era ancora quello originario di Wuhan, si era calcolato che si sarebbe potuta raggiungere l’immunità di gregge vaccinando circa il 70% della popolazione. Però ora si innescano due ordini di problemi”.
“La soglia del 70% è credibile se si considerano vaccini con efficacia al 100% – ha aggiunto la Professoressa Viola – Con vaccini con efficacia minore, la soglia percentuale dell’immunità di gregge deve necessariamente salire. Se ho vaccini, come quelli adenovirus che hanno un’efficacia minore rispetto a quelli mRna, saremo costretti ad alzare la soglia per il raggiungimento dell’immunità di gregge“. Poi c’è un altro problema”. “Il virus è cambiato. La variante inglese è molto più trasmissibile. Già questo di per sé, senza considerare la questione dei vaccini, ci costringe a dire che non ci basterebbe più vaccinare il 70% della popolazione, anche con vaccini efficaci al 100%, ma dovremmo vaccinare l′80%. Se arriveranno varianti più trasmissibili, la soglia dovrà salire. Quindi siamo già all′80%, se aggiungiamo che i vaccini non sono efficaci al 100%, dovremmo arrivare a vaccinare il 100% delle persone per raggiungere l’immunità di gregge e questo sappiamo già che è impossibile“.
Ci saranno infatti persone che purtroppo non si vaccineranno per una serie di ragioni. “Dobbiamo considerare tra le altre cose che per i bambini attualmente il vaccino non esiste, una buona percentuale di no vax che non si vaccinerà, una percentuale di persone che per una serie di motivi non potrà essere vaccinata, un’altra percentuale di persone nella quale i vaccini non funzioneranno, penso agli immunocompromessi, ai sottoposti a terapie immunosoppressive. Per tutta questa serie di motivi l’immunità di gregge non potrà essere raggiunta”.
Alla domanda della giornalista Linda Varlese dell’ Huff Post, se questo è un problema la Professoressa Viola ha risposto: “No, nel senso che se ci vacciniamo tutti e abbiamo le persone fragili che sono protette, se anche il virus circolerà non sarà un grosso problema. Dobbiamo abituarci all’idea che il virus continuerà a circolare, ma una volta che tutti saremo stati o contagiati o vaccinati, una successiva esposizione al virus molto probabilmente sarà una cosa tipo un’influenza e niente di più grave, a meno che il virus non cambi continuamente le sue caratteristiche” aggiungendo che “la previsione è che un virus che continuerà a circolare diventerà endemico. Le persone fragili dovranno continuare ad essere vaccinate, mentre i giovani che sono stati già vaccinati una volta oppure che hanno già avuto il virus, alla seconda, terza, quarta infezione avranno il sistema immunitario almeno parzialmente pronto a reagire”.
“Da tanto tempo dico che l’estate sarà il momento di svolta e lo confermo – ha spiegato Antonella Viola – La campagna di vaccinazione adesso ha preso una bella accelerata e sta andando molto bene per cui entro l’estate avremo sicuramente vaccinato tutte le persone più fragili. Magari non avremo vaccinato i giovanissimi per i quali però, tranne qualche rarissima eccezione, questa patologia non è un problema. Il caldo ci aiuterà: come abbiamo visto l’anno scorso la circolazione del virus si riduce durante l’estate sia per effetto dell’irraggiamento, sia per il fatto che stiamo più all’aperto e meno nei luoghi chiusi dove avviene preferenzialmente il contagio. Queste condizioni faranno sì che durante l’estate ci sarà un alleggerimento dell’infezione, le vaccinazioni andranno avanti e le persone a rischio saranno protette. A settembre, quando torneremo a scuola e negli ambienti chiusi e il virus potrebbe tornare a circolare, la stragrande maggioranza delle persone sarà protetta. Per cui a quel punto, a meno che il virus non cambi drasticamente, non ci saranno più problemi”.
Concludendo si è soffermata richiami per i primissimi vaccinati. “Possibile che si renda necessario un richiamo verso settembre. Ma a quel punto ci sarà tanta disponibilità di vaccini. Pfizer e Moderna stanno portando avanti test per la terza dose. Inoltre, in maniera prudenziale si è parlato di 6 mesi, ma penso che l’immunità durerà ben oltre i 6 mesi. – concludendo – Speriamo, comunque, si possa completare prima la vaccinazione per i non immunizzati, per poter pensare poi ai richiami”.