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3 Luglio 2024 12:20
3 Luglio 2024 12:20

Crac delle Ferrovie Sud Est: indagati 21 dirigenti Bnl, anche ex Ad Gallia

Le ipotesi di reato contestate nell'avviso di conclusione delle indagini preliminari per 21 persone,  è di bancarotta fraudolenta preferenziale in favore di Sud Est e bancarotta fraudolenta impropria, L'avviso è stato notificato anche all' avvocato tarantino Luigi Fiorillo, già coinvolto nella precedente inchiesta sul crac delle Ferrovie Sud Est, che è attualmente sotto processo

BARI – Nella mattinata odierna, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari, su delega della Procura della Repubblica firmata  dal procuratore aggiunto Roberto Rossi insieme ai pm Francesco Bretone, Bruna Manganelli e Luciana Silvestris, stanno eseguendo la notifica del provvedimento di avviso all’indagato di conclusione delle indagini preliminari e informazione sul diritto di difesa nei confronti di venti dirigenti e funzionari (molti ex), alcuni dei quali costituenti il top management della BNL PARIBAS (ex Banca Nazionale del Lavoro) , nonché del rappresentante legale pro tempore della società di trasporto pubblico pugliese Ferrovie Sud Est s.r.l., società ora incorporata nel gruppo Ferrovie dello Stato – e la conseguente ammissione della stessa alla procedura concordataria, in palese violazione della par condicio creditorum.

Fabio Gallia

Tra gli indagati compare anche Fabio Gallia, all’epoca dei fatti contestati amministratore delegato dell’istituto bancario, successivamente passato come amministratore delegato e direttore generale di Cassa Depositi e Prestiti, dal 2015 al 2018 (indicato e nominato del Governo Renzi), ed attualmente  al vertice di altre società. Le ipotesi di reato contestate nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari per 21 persone,  è di bancarotta fraudolenta preferenziale in favore di Ferrovie Sud Est e bancarotta fraudolenta impropria, L’avviso è stato notificato anche all’ avvocato tarantino Luigi Fiorillo, già coinvolto nella precedente inchiesta a carico di 16 persone ( funzionari e consulenti della società ed imprenditori) sul crac da 230 milioni di euro delle Ferrovie Sud Est, che si trovano attualmente sotto processo per bancarotta .

Il filone investigativo sulla BNL, nacque proprio da quella indagine partendo dagli accertamenti compiuti del nucleo di polizia economico – finanziaria della Guardia di Finanza che vennero contestati all’epoca dei fatti contestati a Giuseppe Maria Pignataro, originario di Putignano (Bari) responsabile mercato pubblica amministrazione della direzione centrale di BNL Paribas di Roma, “gestore di fatto – dice la procura – dei rapporti con Fse e artefice della concessione dei finanziamenti e delle linee di credito in favore della società“. Nel corso delle indagini sono stati acquisiti i pareri firmati dai funzionari della banca e le loro delibere, che sono state passate sotto ai riflettori  da due consulenti della Procura, che hanno evidenziato la deliberata assenza di qualunque tipo di controllo da parte degli addetti alla Valutazione dei rischi”. Gli indagati rispondono, a vario titolo per fatti che sarebbero stati compiuti dal 2009 al 2017.

Treni Ferrovie Sud Est

Per favorirla, sarebbero stati firmati una serie di pareri e delibere, con cui l’istituto avrebbe concesso linee di credito e facilitato il rientro del debito. Anche BNL Paribas, dal canto suo, sarebbe stata favorita da queste operazioni, perché – essendo uno dei più grossi creditori di Ferrovie Sud Est, avrebbe ottenuto il rimborso di parte del credito a scapito di altri creditori.

La BNL PARIBAS, a  partire dal 2012 avrebbero rimodulato i rapporti bancari a proprio favore, determinando il rientro della propria posizione di creditori in danno della massa degli altri creditori. Nell’avviso di conclusione delle indagini si legge che  a garanzia delle linee di credito concesse dalla banca,  Ferrovie Sud Est, si sarebbe impegnata anche a cedere alla banca “l’intero importo dei corrispettivi maturati e maturandi” previsti dal contratto di servizio stipulato con la Regione Puglia nonchè dai “progetti di finanziamenti erogati dalla Regione o dal Ministero dei Trasporti“, e persino all’importo “che sarebbe derivato in caso di vittoria di un contenzioso con la Regione“, per un totale fino al 2016, di 93 milioni di euro.

La sede e direzione generale di BNL PARIBAS a Roma

Oltre a Fiorillo, Pignataro e Gallia, sono indagati i seguenti dipendenti di BNL PARIBAS: Rodolfo Biagetti, funzionario addetto ai finanziamenti Corporate della divisione Corporate banking; Massimo Bonciani, presidente comitato rischi; Maurizio Caruso, funzionario responsabile portafoglio crediti corporate;  Vito Colaprico, responsabile dei rapporti con la pubblica amministrazione per la Filiale di Bari ; Fabio Ferretti, responsabile dei rapporti con Fse della Filiale di Bari; Pasquale Cecere e Ugo Mazziotti, analista e responsabile territoriale crediti della Credit Corporate Office Sud ; Silvestro Demurtas funzionario responsabile finanziamenti Corporate; Veronica Elmi, funzionario addetto ai finanziamenti grandi clienti; Gustavo Antonio Gualano, funzionario responsabile valutazione rischi; Stefania Lombardi, funzionario addetto alla valutazione di rischi della Direzione rischi; Fabio Miceli, responsabile Bari territoriale pubblica amministrazione; Roberto Notari, funzionario addetto portafogli; Marcello Romano, funzionario senior crediti; Bruno Luca Scampini, funzionario responsabile settore centrale valutazione crediti della direzione rischi; Mario Spaziante, responsabile valutazione rischi della Direzione di rischi; Mauro Simonato, funzionario senior delegation holder; Alessandro Tavella, addetto Nord est centro della divisione Corporate banking .

L’ accusa formulata dalla Procura di Bari  nei confronti della BNL Paribas indica che “in un tempo assai più breve rispetto al previsto e in virtù degli atti, dei pareri e delle delibere meglio descritte otteneva il rimborso del suo credito, con conseguente compressione delle ragioni degli altri creditori di Fse , che, al contrario, vedevano aumentare a dismisura i tempi di realizzazione delle proprie pretese”  nonostante “l’assenza di qualunque tipo di controllo sulla destinazione delle somme erogate in favore di Fse, almeno fino all’anno 2012, determinava un forte incremento della debitoria complessiva che a quella data si attestava su una somma di oltre 200 milioni di euro“.

 

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