di Francesca Lauri
Oggi ci sono meno esasperazioni di ieri, certo, ma c’è ancora molto opportunismo. Ci sono voluti vent’anni per discutere di Bettino Craxi con un minimo di equilibrio.
La domanda è quasi sempre la stessa dietro a ogni commento politico: mi si nota di più se rivaluto l’operato di Craxi o se lo demonizzo? Mi conviene chiamarlo “statista” o “latitante” come fa D’ Alema?
La domanda che invece dovremmo farci è un’altra: come dovrebbe ricordare un Paese che sa fare i conti con la propria memoria un politico come Bettino Craxi che è stato capo del governo italiano per quattro anni ed il leader di un partito “storico” come è stato il PSI per sedici anni ?
Le due donne sono andate a rendere omaggio alla tomba, su cui hanno deposto una corona di garofani rossi della Fondazione Craxi. Intorno anche l’altro figlio Bobo, i nipoti, gli altri parenti e gli amici. “Sono venuti in mille, come quelli di Garibaldi – ha sottolineato Stefania Craxi -. La testimonianza che Craxi è vivo, al contrario dei tanti morti che pretendono di discutere sui suoi errori prima ancora che sui loro“.
“Sono molto commossa, la fiducia di questi amici e compagni è più grande di quanto pensassi, sono passati 20 anni e Bettino è ancora nei cuori di tanti”, ha dichiarato la vedova Anna Craxi ai microfoni di Sky Tg24. In tanti hanno il simbolo del Psi appuntato all’occhiello, molti un garofano rosso nella tasca della giacca e spunta anche qualche bandiera rossa delle sezioni del partito. Dietro la tomba sono state appese le bandiere di Italia e Tunisia, più due del Partito socialista e una dei giovani socialisti.
Sulla tomba di Bettino Craxi qualcuno ha posto un libro, mentre sul libro dei ricordi una mano ha scritto “Craxi l’immortale”. Un cantante ha intonato l’Ave Maria di Schubert e la breve cerimonia si è conclusa con un lungo applauso della piccola folla.
Erano presenti centinaia di persone, tra le quali una trentina di parlamentari e molti amministratori. Presente anche il cantautore Eugenio Bennato, che spiega di essere stato invitato dalla figlia di Craxi, Stefania. “Ho uno straordinario ricordo dei miei incontri con Craxi in Tunisia”, ha dichiarato, per poi aggiungere: “Sono qui per la grande sensibilità di Craxi, che veniva a vedere i miei concerti in Tunisia. La prima volta era presidente del Consiglio. Nel periodo della sua permanenza forzata ad Hammamet, mi è successo in tre occasioni di venire in Tunisia per dei concerti e Craxi non è mai mancato“
Uscendo la vedova Craxi è stata avvicinata e salutata tra gli altri da Claudio Martelli, ex numero due del Psi, presente al pari di altri esponenti storici socialisti come l’ex-ministro Claudio Signorile, l’ex deputata e senatrice Margherita Boniver, Carlo Tognoli, ex primo cittadino di Milano, Fabrizio Cicchitto con un passato prima nel Psi e poi nel Pdl, Giulio Di Donato che nel 1989 ha ricoperto la carica di vicesegretario del PSI di Bettino Craxi, il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori. Presente anche Ugo Intini, per anni direttore del quotidiano socialista Avanti! Tra la piccola folla ci sono anche i giornalisti Alessandro Sallusti e Luigi Bisignani.
Presente a titolo personale anche il senatore Gianni Pittella ex-socialista ora esponente del Pd . “Non si tratta tanto di celebrare, quanto di aprire un dibattito su un tema fondamentale : la cultura socialista ha cittadinanza nella sinistra? Io credo di sì e la sinistra non deve fare più l’errore di regalarla alla destra come ha fatto per 20 anni“
Forza Italia ha partecipato invece una delegazione ufficiale guidata dalle capogruppo al Senato ed alla Camera, Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini e composta dai senatori Francesco Battistoni, Fiammetta Modena, Maria Teresa Rizzotti e dai deputati Simone Baldelli, Alessandro Battilocchio, Alessandro Cattaneo, Maria Tripodi. In rappresentanza dei gruppi parlamentari della Lega, ad Hammamet il senatore Armando Siri ed il deputato Massimo Garavaglia.
Stefania Craxi uscendo dal cimitero di Hammamet ha risposto ai giornalisti presenti alla domanda sulla possibilità che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, come riportato oggi dal quotidiano “La Stampa“, incontri lei e i vertici della fondazione. “Credo che il Quirinale farà un gesto. Un incontro? Non sono io a decidere, sono certo che il presidente saprà trovare le forme giuste“.
E’ bene fare qualche distinguo “storico” su Tangentopoli, una stagione di protagonismo dei magistrati milanesi del Pool “Mani Pulite” della Procura di Milano, che ha costituito il loro trampolino di lancio politico. Come ha riconosciuto lo stesso magistrato Gerardo D’Ambrosio, le accuse rivolte a Craxi non riguardavano casi di arricchimento personale, ma di finanziamento illegale della politica nella sua veste di leader del Psi. Dietro le quinte di quel sistema illegale di finanziamento della politica, si annidavano corruzione e distorsioni della concorrenza.
Ma bisogna ricordare che quel “sistema” a cui si aggiungevano dei flussi di denaro provenienti dall’estero, riguardava tutti i partiti politici della prima Repubblica, in in periodo storico in cui le spese erano molto alte, per ragioni nobili e meno nobili, come ad esempio le guerre interne tra le “correnti” presenti nei partiti.
Però la politica questo problema non volle mai affrontarlo, e bisogna ammettere che gli stessi socialisti lo tirarono fuori tempo massimo) e le conseguenze di quella scelta sono ancora attuali. Qualcuno preferì affidarsi alla spettacolarizzazione dei processi, che arrivavano con precisione “chirugica”, pianificata a tavolino, anche perché il reato di finanziamento illecito ai partiti era stato depenalizzato per alcuni anni ma non per tutti.