di Silvia Signore
Presentato a Roma dall’Istituto per il Credito Sportivo e Sport e Salute il “Rapporto Sport 2023“alla presenza del ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi, oltre che della vicepresidente vicaria del Coni, Silvia Salis e del presidente del Cip, Luca Pancalli. Lo sport non può più essere visto come l’ultima delle cose importanti. Lo confermano i numeri prodotti in Italia che hanno raggiunto una dimensione economica rilevante pari a circa 22 miliardi di euro di valore aggiunto, con un contributo dell’1,3% al Pil nazionale.
In poche parole lo sport è una vera e propria industria con un potente effetto leva in termini di ricadute economiche, stimato in 2,2x e un’incidenza significativa a livello occupazionale. Il lavoro consolida la collaborazione fra ICS e Sport e Salute, due portagonisti istituzionali del “Sistema Sport”, che lavorano per lo sviluppo dei territori e il benessere dei cittadini attraverso la promozione e il sostegno della pratica sportiva. Valori che sono riconosciuti anche dalla Costituzione che dal 20 settembre 2023 riconosce, all’art.33, “il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”. Riqualificare e potenziare il patrimonio edilizio sportivo significa migliorare la fruizione degli impianti e contestualmente combattere il tasso di sedentarietà: più di 38 milioni di italiani non pratica Sport e solo un quarto della popolazione svolge attività sportiva in modo continuativo. È necessaria quindi un’azione di sistema per la costruzione di una cultura dello Sport, attraverso politiche multisettoriali in un’ottica sinergica tra pubblico e privato.
Questi sono solo alcuni dei dati emersi dal rapporto che può rappresentare uno strumento di supporto alla definizione delle politiche sportive e una bussola attendibile sullo stato dell’arte dello sport in Italia tenendo conto degli aspetti economici, sociali, infrastrutturali ed educativi. Non a caso l’analisi evidenzia anche il grande “problema italiano“, cioè quello degli impianti e al divario da colmare tra nord e sud del Paese. Evidenziare la rilevanza economica e la capacità di generare benefici sociali addizionali del settore Sport è stato il “focus” della presentazione del dossier.
Una delle sfide del prossimo futuro è favorire la transizione verde e digitale degli impianti, assegnando la priorità di intervento al Mezzogiorno, dove è localizzato solo il 26% di quelli nazionali. Ma anche il resto dell’Italia non se la passa tanto meglio col 44% degli impianti che risalgono agli anni ’70 e ’80, in gran parte inefficiente in termini di sostenibilità economica e ambientale. Il settore analizzato conta circa 400mila addetti attivi lungo la filiera estesa dello Sport, che vede la presenza di oltre 15mila imprese private e circa 82mila Enti non profit e quasi 900 mila volontari.
Sport e Salute ha anche presentato bel rapporto i risultati principali del censimento nazionale degli impianti sportivi che il presidente della società, Marco Mezzaroma, ha definito “una mappa fondamentale per tutto il sistema“. Ma se nello studio emerge uno sport in fase di recupero dopo la pandemia e la successiva crisi energetica, questi ultimi due elementi hanno avuto anche pesanti ripercussioni sull’equilibrio finanziario di molte strutture sportive, fortemente penalizzate dall’aumento delle bollette che, nei picchi massimi delle quotazioni, sono arrivate a incidere fino al 45% dei costi fissi totali. Perciò per il ministro Abodi tale rapporto rappresenta un’analisi che “potrà fornire un contributo fondamentale alla creazione di un modello italiano che punti a una maggiore e migliore presenza dell’attività sportiva, in tutte le sue forme“.
Dello stesso avviso il Presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo, Beniamino Quintieri, che ha aggiunto che “Con il Rapporto Sport vede la luce un progetto volto alla creazione di un osservatorio di settore capace di offrire un set informativo utile per orientare le politiche dello sport. L’angolo visuale dell’analisi rappresenta un’efficace prospettiva per migliorare la definizione delle priorità di intervento attraverso politiche di supporto finanziario finalizzate a una convergenza tra investimento, rendimento e obiettivi sociali. È importante sottolineare che la valutazione di impatto condotta sui finanziamenti concessi da ICS ha permesso di dimostrare la capacità dello Sport di essere moltiplicatore sociale per i territori e per la collettività”.
L’84% del valore del mercato deriva dall’indotto attivato, a conferma della capacità moltiplicativa del business sportivo. Oltre 10 mld € di PIL dello Sport è generato dalle attività strettamente connesse (quali la produzione e vendita di attrezzature e abbigliamento sportivo) e altri 8,4 mld da comparti connessi allo Sport in senso lato (quali i media sportivi, i servizi turistici, di trasporto e quelli medici).
Rapporto-Sport_2023Il mondo delle Federazioni e dell’associazionismo sportivo, degli Enti del Terzo Settore e delle società sportive rappresenta la colonna portante del sistema Sport, con un ruolo fondamentale nel garantire e incrementare salute e benessere delle comunità locali. La capacità delle imprese di incidere sul tessuto sociale e, dunque, la loro dimensione di “missione” non può essere disgiunta dall’efficienza e sostenibilità delle gestioni. • L’analisi della struttura del settore mette in evidenza due principali fattori di criticità che condizionano il potenziale di impatto e di sviluppo delle imprese sportive: l’eccessiva parcellizzazione del mercato e le ridotte competenze finanziarie e gestionali. Il 97% degli operatori privati è sotto i 9 addetti, con una limitata capacità di indebitamento soprattutto a causa della scarsa capitalizzazione che pesa sulla valutazione del merito di credito. Questo aspetto risulta particolarmente critico nella fase attuale, caratterizzata dal rialzo dei tassi di interesse e da più stringenti condizioni di offerta del credito.
La valutazione di impatto ha restituito un indice medio dello SROI di 3,0: per ogni euro investito nello Sport sono stati generati 3 euro di ritorni sociali. L’investimento in infrastrutture e progetti sportivi si caratterizza per la capacità di triplicare i benefici sociali, divenendo attivatore di virtuosi processi di rivitalizzazione urbana, attraverso interventi di grande e piccola dimensione. Anche micro-interventi (inferiori al milione di euro) che coinvolgono un numero elevato di beneficiari, sono in grado di produrre effetti rilevanti sull’intera comunità (SROI >3), in quanto capaci di fornire una risposta concreta a istanze sociali del territorio.
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