“Sarà una replica abbastanza breve” così ha esordito Mario Draghi al rientro nell’Aula del Senato, dopo che i lavori erano stati sospesi per un’ora e mezza a seguito di una richiesta avanzata da Forza Italia. Le trattative sono partite. Enrico Letta e Roberto Speranza al Senato hanno incontrato il capo politico di M5S, Giuseppe Conte.
Il premier ha ringraziato tutti coloro che hanno sostenuto l’operato del governo e torna sui passaggi ‘contestati’ da alcuni senatori rilegge il discorso fatto nella mattinata, . “Niente richieste di pieni poteri, va bene? – ribadisce senza nascondere il disappunto – volevo rispondere a questo appunto ché è importantissimo” aggiungendo: “Siete voi a decidere“. L’agenza di governo non deve cambiare, fanno sapere da Palazzo Chigi. Silvio Berlusconi, nel tentare l’ultima mediazione, ha sentito Draghi ed il capo dello Stato Sergio Mattarella. che ha avuto contatti con tutti i leader di maggioranza.
Draghi ha poi chiesto la fiducia al Parlamento di votare sulle sue parole, un voto di fiducia che sarà dato sulla risoluzione presentata dal senatore Pier Ferdinando Casini, che recita “Ascoltate le comunicazioni del Presidente del Consiglio, il Senato le approva”. Non si è espresso invece su quella firmata dai senatori Calderoli, Romeo (della Lega), Bernini e De Poli (di FI ed Udc). Saranno la senatrice Annamaria Bernini di Forza Italia, Stefano Candiani per la Lega e Mariolina Castellone del M5S gli ultimi ad intervenire in dichiarazioni di voto.
Ha ragione il collega Giovanni Valentini, già direttore del settimanale L’Espresso e condirettore di Eugenio Scalfari al quotidiano La Repubblica che su Twitter ha definito il ragionamento di Mario Draghi come “Un discorso serio, responsabile e anche potente, quello di Draghi oggi al Senato. Il discorso di un premier propenso a restare se può continuare a fare il suo lavoro. Da statista, però, non da politicante“