ROMA – “L’accordo di governo rischia di saltare per le ambizioni personali di Luigi Di Maio che vuole fare il Ministro dell’Interno ed il vicepremier. Su questo non sente ragioni e va avanti a colpi di di ultimatum“. Lo affermano fonti autorevoli del Pd. Poi arriva la replica del M5S . “Di Maio non ha mai chiesto il Viminale per il M5S. Prima per noi vengono i temi”. In una nota l’ufficio stampa Pd ha reso noto che “Oggi alle 16 al Nazareno si riunisce la cabina di regia del Pd per assumere le decisioni conseguenti sulla crisi di governo, anche a seguito della cancellazione, da parte della presidenza del Consiglio, dell’incontro previsto questa mattina a Palazzo Chigi con la delegazione M5S”
Secondo fonti parlamentari del PD, non ci sarebbero veti sulla premiership di Giuseppe Conte ma prima vanno risolti altri nodi. In particolare, spiegano le stesse fonti, considerato Conte come esponente M5S, i Dem dovrebbero avere l’unico vicepremier. Inoltre, per dare un segno di svolta sulla politica economica, la delegazione Pd avrebbe chiesto tutti i ministeri economici. “Rivedremo il Pd quando nei loro organi di partito avranno dato l’ok all’incarico a Conte. Nessun altro incontro fino a quando non avranno chiarito ufficialmente la loro posizione su Giuseppe Conte“. risponde con una nota il M5S. Il capo dei Cinque stelle, come condizioni dell’accordo, aveva chiesto il Viminale, mantenendo l’attuale schema di due vicepremier (uno per se stesso, l’altro per il potenziale alleato). Né, per quanto riguarda il commissario europeo, si è detto disponibili a darlo al Pd, anzi lo ha rivendicato per sé.
“Facciamo tutti un passo indietro. Di Maio non si assuma una responsabilità così pesante. Le sue ambizioni personali rischiano di far saltare un accordo per dare al Paese un governo nuovo. Dissinescare le clausole dell’Iva vale molto di più che salvare un incarico ministeriale” è l’esortazione di Andrea Marcucci capogruppo dei senatori Pd . “Il dialogo è stato bruscamente interrotto e non capiamo perché, speriamo di riprendere”, ha detto il capogruppo del Pd alla Camera Graziano Delrio uscendo dal Nazareno. Ancora un ultimatum, accusa la vicesegretaria del Pd, Paola De Micheli. “Sono tre giorni che il Pd parla di proposte: salari, ambiente, sviluppo e imprese, infrastrutture, scuola e cultura. E il M5S risponde soltanto per ultimatum”.
“Sono stato zitto, come promesso, fino all’inizio delle consultazioni. Ma ora basta. Lo spettacolo è indecoroso. Oggi iniziano e noi stiamo prendendo da giorni schiaffi da Di Maio e soci. C’è un democratico rimasto che si ribelli ai diktat su Conte e a un negoziato che non ha toccato un tema vero (ILVA, Alitalia, Tap, Tav, RDC, Quota 100..)?! #Basta. Partito Democratico” scrive sui social l’ex ministro del Pd Carlo Calenda ora eurodeputato.. Ma non si esclude che domani nelle consultazioni i due partiti possano dare l’indicazione di Conte premier per poi lasciare a lui verificare, in tempi rapidi, se ci sono le condizioni per formare il governo. Se tutto salterà, c’è già chi ipotizza come date utili per il voto il 3 o il 10 novembre.
Slitta la direzione del Pd. La riunione della direzione del Partito Democratico, prevista per oggi alle 18, è stata spostata a domani, alle ore 10. E’ quanto si apprende da fonti Pd.