di Politik
“Con quella dichiarazione su Siri, il premier Conte ha firmato il proprio suicidio politico, la fine di un contratto tra noi e loro, la consapevolezza che dopo le Europee il primo a rischiare sarà proprio lui”. La “tattica” del silenzio sul caso Siri, è solo un atto della sceneggiatura di questo scenario politico.
La Lega intende mantenere il punto sulla vicenda del sottosegretario che Conte vuole revocare, sfidando la posizione oltranzista del Movimento Cinque Stelle facendo emergere la possibile crisi di governo già dalla prossima settimana in Consiglio dei ministri, salvo poi irrigidirsi sul più bello.
“Una rottura plastica su Siri sarebbe certamente un errore – dicono gli uomini di governo più vicini a Salvini – e compatterebbe l’elettorato grillino“. L ‘obiettivo in questo momento infatti rimane il premier Conte , con il secondo fine molto chiaro di colpire il Movimento 5 Stelle – che secondo la Lega – con la conferenza stampa dell’altro giorno “ha violato il patto stipulato in sede di alleanza e quindi la nostra fiducia: a dirla tutta non è nemmeno la prima volta” e conseguentemente “nulla sarà come prima“.
Nelle ultime ore Salvini ha dettato la linea a tutti i suoi rappresentanti con incarichi di governo: non facciamo polemiche, lavoriamo duro sui dossier, poi al momento debito “faremo i conti“. Il vicepremier leghista è convinto che in presenza ad una auspicata vittoria molto evidente e con il M5S uscito ridimensionato dal voto europeo Luigi Di Maio sarà costretto ad accettare a tutte le richieste della Lega.
Per quale motivo ? Semplice, secondo i leghisti: ” Di Maio non ha alternative, sulla carta non si potrebbe nemmeno ricandidare e comunque gli si rivolterebbe contro il gruppo“. Dietro le quinte del Carroccio, inoltre, indicano un’altra data che farà saltare definitivamente l’alleanza: il 30 maggio, cioè quattro giorni dopo il voto, quando è attesa la sentenza sulle “spese pazze” in Liguria. Un processo che vede imputato il leghista Edoardo Rixi, viceministro alle Infrastrutture.
I grillini sono categorici: in caso di condanna Rixi dovrà abbandonare il Governo dopo 5 minuti. “Vogliono farci fare la fine dei Dieci piccoli indiani? Forse nemmeno arriveremo alla sentenza di Edoardo”, spiegano dallo stato maggiore della Lega.
Ieri durante il suo tour elettorale in Emilia Romagna, il leader della Lega ha lasciato intravedere la sua futura strategia, contenuta in questa frase: “Non rispondo agli attacchi e alle provocazioni. Se dipende da me e dalla Lega, il governo va avanti: certo è un Governo che deve dire dei sì non solo dei no”. In poche parole, forte del risultato elettorato, la Lega passerà all’ incasso. A partire dal “dossier Tav” o da quello dell’autonomia federale regionale.
In pratica dal Carroccio si preparano all’attacco a testa bassa. Anche perché in caso non si arrivasse ad elezioni subito, ci sarebbe anche la possibilità di una nuova maggioranza in Parlamento. Ipotesi questa che però a Salvini non fa impazzire, ma che rimane in ogni caso percorribile.
Da Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni in testa sono pronti, buona parte dei “senatori” di Forza Italia anche. Non è un caso quindi che Renato Brunetta proprio in questo clima torna a ribadire: “Salvini vuole la Flat tax? Noi ci siamo”.
L’incontro di Salvini con Orban dell’altro giorno si può interpretare anche in un’altra chiave tutta italiana. Quella cioè di costruire un nuovo centrodestra europeo a trazione sovranista, che si basi a Strasburgo su un’alleanza “forte” con una parte del Partito Popolare.
Un laboratorio da riproporre anche in Italia, approfittando, così auspica la Lega, di un ruolo sempre più defilato di Silvio Berlusconi, a 82 anni alle prese con fisiologici problemi di salute.
E questo lo scenario che Salvini e i suoi uomini stanno progettando in queste ore. Con il vicepremier in campagna elettorale permanente per le prossime settimane e i ministri leghisti a lavorare sui dossier. Ma rimane questo il leit-motiv di sottofondo: “Dopo le Europee partirà il vero attacco a Conte“. Ed il primo banale incidente di merito “con gli amici dei 5 Stelle”» sarà il cavallo di Troia per sbalzare da Palazzo Chigi quello che si autodefinisce “l’ avvocato del popolo”, con un nuovo governo a trazione con Salvini premier.
E’ questa la vera anticamera della crisi in corso dietro le quinte. E con il voto anticipato sempre più vicino.