ROMA – Non si saprà mai se per le crociere a bordo di lussuose navi a cui avevano partecipato il segretario nazionale Carmelo Barbagallo ed il suo predecessore Luigi Angeletti erano effettuate legittimamente con soldi spesi per una giusta causa. E se vi siano state le millantate legittime riunioni per parlare dei problemi dei lavoratori, come ha sempre sostenuto Angeletti.
La Procura di Roma invece gli ha sempre accusati di essersi appropriati indebitamente dei fondi della Uil e di esserseli spesi a proprio piacimento, spesso accompagnati dalle rispettive signore. I pubblici ministeri Stefano Pesci e Paolo Marinaro della procura romana, avevano portato a dibattimento gli stati generali della Uil con questa imputazione. Un processo infinito che è durato più di due anni , avviatosi con la prima udienza del 15 settembre del 2016 e che si è concluso con un nulla di fatto perché dall’aprile del 2018 il reato di appropriazione indebita, è procedibile soltanto per querela di parte.
Era necessario quindi che la UIL presentasse una querela da parte dei suoi vertici per non far estinguere il processo sui soldi del sindacato spesi allegramente in crociere. Ma come facilmente prevedibile l’ ultimo giorno utile, lo scorso 28 gennaio, nessuno avvocato dell’Unione italiana del lavoro ha presentato una querela di parte e quindi la vicenda giudiziaria si è conclusa ancor prima di arrivare ad un giudizio vanificando l’inchiesta meticolosa portata avanti dal nucleo tributario della Guardia di Finanza.
Le Fiamme gialle avevano scandagliato minuziosamente il bilancio dell’associazione scoprendo l’ “affaire” delle crociere allegre. La causale che aveva consentito di utilizzare i 16.456 euro spesi per finanziare la vacanza di Angeletti e Barbagallo riportava questa indicazione: ” Contributo per progetto condiviso“. Con questa motivazione vennero bonificati il 22 marzo del 2010, dal conto corrente di Uil Trasporti, Pensionati e Pubblica amministrazione, i soldi a favore di Costa Crociere.
Angeletti, allora segretario nazionale, e Barbagallo al vertice del confederale si imbarcarono sulla nave della Costa Crociere insieme ad altri tre sindacalisti e chiaramente i “rispettivi accompagnatori” , come riportava il capo d’imputazione, per la crociera ” Costa Atlantica, Terra dei Vichinghi“. Gli inquirenti contestarono anche un altro episodio in quanto per la procura questa non era l’unica vacanza che i due segretari si erano “concessi” a con i fondi degli iscritti all’Unione Italiana Lavoratori.
Successivamente infatti l’ allegra “comitiva” di naviganti si era imbarcata sulla ” Costa Favolosa“, una nave extralusso dotata di cinema, casinò, spa, discoteca, shopping center e teatro. Dal capo d’imputazione non emerge in quale delle 1508 cabine soggiornarono Barbagallo, Angeletti e compagnie al seguito . Una crociera bis effettuata con le stesse persone e modalità del precedente, del costo di 16mila euro pagata il 27 maggio del 2011.
Non meno lussuosa era la ” Costa Deliziosa”, nave in cui salirono a bordo altri sindacalisti Uil per un viaggio nei mari dell’Europa del nord dal valore totale di 16mila euro. Angeletti si è sempre difeso dalle accuse della procura sostenendo che ” le crociere avevano lo scopo di consentirci di discutere in maniera approfondita, e per più giorni, di importanti tematiche relative al blocco dei contratti del pubblico impiego e delle politiche previdenziali ” .
Riunioni sindacali delle quali cui però, uno sconfortato ed imbarazzato Angeletti, aveva spiegato al pm, di non esserci nessuna traccia: “In seguito alle riunioni effettuate a bordo delle navi non sono stati redatti resoconti scritti“. aveva affermato l’ex segretario sostenendo “l’esito è stato ovviamente utile“.