ROMA – Il ministro delle infrastrutture e trasporti Danilo Toninelli insieme al suo collega Luigi Di Maio, vicepresidente del consiglio sostengono che lo Stato affiderà la costruzione del nuovo ponte a Genova, alla società Fincantieri che solitamente costruisce navi, senza peraltro voler procedere a una gara di appalto. Al di fuori di ogni considerazione e valutazione sulla possibilità di escludere la concessionaria Autostrade per l’ Italia , in presenza della concessione che tuttora esiste e che, eventualmente, potrà essere revocata soltanto dopo un iter amministrativo e conseguentemente giudiziario che rischia di essere piuttosto lungo, l’idea di procedere senza gara alla ricostruzione del ponte che prenderà l’eredità del ponte Morandi appare piuttosto spericolata .
Infatti, come ha spiegato molto chiaramente il noto amministrativista, Bruno Tedeschini, professore di diritto pubblico all’ Università La Sapienza di Roma , la legge prevede altro e cioè che i lavori debbano essere necessariamente preceduti da una gara europea anche se l’appaltatore è una società di capitale pubblico. “Negli anni ’80 la Corte di giustizia condannò l’Italia per l’affidamento diretto a società a capitale pubblico di appalti in materia di servizi, forniture di lavori – ricorda Tedeschini – L’assegnazione diretta si può fare se l’azienda a capitale pubblico è una società in house cioè una realtà che non può competere sul mercato e su cui lo Stato esercita un controllo analogo. Non è questo il caso di Fincantieri che può certamente ricostruire il Ponte, ma solo dopo aver partecipato e vinto una gara accessibile anche ai suoi concorrenti”
Cosa accadrebbe se il ministro Toninelli decidesse di proseguire su questa strada ? Semplice. Un qualsiasi altro concorrente potrebbe fare ricorso e chiedere al giudice di bloccare questa iniziativa. Quindi, contenziosi, ritardi, rischio di infrazioni europee e conseguenti sanzioni. La città di Genova, la sua economia e produttività, in realtà hanno bisogno che il ponte venga ricostruito nel minor tempo possibile e non di inutile propaganda “grillina”.
A questo punto viene da pensare che il Ministro Toninelli ed il collega Di Maio siano degli incompetente o dei bugiardi. O probabilmente, purtroppo, entrambe le cose.