Bisognerà aspettare il plenum del CSM del prossimo 15 settembre per avere la certezza sulle nomine dei nuovi procuratori capo di Bari e Taranto indicati dalla 5a commissione. Non sono stati pochi i casi infatti, in cui le indicazioni sono state disattese dal plenum, circostanza che probabilmente la “gola profonda” della componente di Area al CSM non ha segnalato alla sua giornalista di riferimento, che peraltro nessuno conosce o ha mai visto al CSM.
Attualmente nel periodo feriale la Procura di Bari a causa dell’assenza del procuratore aggiunto facente funzione Roberto Rossi in ferie, è co-guidata dall aggiunto Francesco Giannella, coordinatore della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, insieme all’ aggiunto Alessio Coccioli, coordinatore del pool reati contro la pubblica amministrazione.
La proposta della 5a commissione in favore del procuratore aggiunto facente funzioni Roberto Rossi tra gli undici magistrati che avevano presentato domanda per succedere a Giuseppe Volpe, in pensione dallo scorso 31 agosto 2020, uscito in netto vantaggio per cinque voti a uno sullo sfidante diretto Rodolfo Sabelli (attuale procuratore aggiunto di Roma ed ex presidente nazionale dell’Associazione nazionale magistrati) infatti, potrebbe essere ribaltata come avvenuto in passato per procure ben più importanti come ad esempio quella di Napoli.
Mentre la solita giornalista di riferimento della componente di Area parla di “gesti scaramantici in Procura” a Bari e che “le indiscrezioni romane danno la nomina come cosa quasi fatta” in realtà quelle indiscrezioni sono rigorosamente di “corrente” e non del CSM. Fa sorridere leggere che “la scelta che sarebbe accolta con favore dai colleghi, che ormai lavorano da un anno sotto la guida di Rossi, dalla classe forense e dalla polizia giudiziaria, la prima convinta dell’utilità di nominare un procuratore che conosce già molto bene la realtà locale, e la seconda invece rassicurata dal fatto che i rapporti con il capo dei pm sono ormai consolidati“. Da quando un magistrato per diventare procuratore capo deve ricevere il consenso degli avvocati, delle forze dell’ordine e dei sostituti di una procura ?
Sempre in quel plenum finalmente dovrebbe essere assegnata la poltrona di procuratore capo della Procura di Taranto, retta dallo scorso maggio 2020 dal procuratore aggiunto Maurizio Carbone , e per la quale la Quinta commissione ha indicato il nome di Eugenia Pontassuglia, attuale Sostituto Procuratore presso la DNA, la Direzione Nazionale Antimafia a Roma, preferendola per cinque voti su sei al collega Ciro Angelillis, attualmente ij servizio alla Procura generale della Cassazione .
L’arrivo della Pentassuglia alla guida della Procura di Taranto, farebbe finire nell’ armadio dei sogni irrealizzati il progetto di carriera dell’ aggiunto Maurizio Carbone, il quale ambiva da tempo a diventare procuratore capo al pensionamento naturale del procuratore Capristo, ma non aveva fatto i conti con la discutibile inchiesta del suo collega (ed amico di corrente) Curcio procuratore capo di Potenza, che ha scombussolato i piani di Carbone anticipando le dimissioni dalla magistratura di Capristo attualmente sotto processo dinnanzi al Tribunale di Potenza.
Infatti per potersi candidare a procuratore capo, un aggiunto deve aver terminato un quadriennio di incarico semi-direttivo, ed il procuratore aggiunto di Taranto Carbone, non si è potuto candidare. Dopo aver passato 22 anni da sostituto procuratore a Taranto, una vera delusione personale in termini di carriera.