di Antonello de fennaro – Dopo una sospensione durata circa sei mesi il procedimento disciplinare della sezione disciplinare del Consiglio Superiore della magistratura, è ripreso ieri a seguito della sentenza della Corte Costituzionale che ha ritenuto non fondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate, confermando le competenze del Csm sui comportamenti “politici” del magistrato barese Michele Emiliano in aspettativa e fuori ruolo da oltre un decennio per gli incarichi istituzionali-politici ricoperti nel tempo. Emiliano è stato assistito nella propria difesa dal magistrato Armando Spataro ex procuratore capo di Torino, in pensione dallo scorso 1 gennaio e dalla professoressa Isabella Loiodice per gli aspetti del diritto costituzionale
CSM EmilianoMichele Emiliano notoriamente attratto dalle telecamere e taccuini della stampa, in questa occasione ha negato il proprio consenso alle riprese televisive di Telenorba e persino all’emissione radiofonica di Radio Radicale, (che in precedenza in altre udienze aveva autorizzato) invece a parer nostro sarebbero state necessarie ed opportune per una questione di trasparenza e rispetto nei confronti di coloro i quali dovranno votare per le primarie nel Pd pugliese per l’indicazione del nuovo candidato alla Presidenza della Regione Puglia le cui elezioni si svolgeranno nel giugno 2020.
Il sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione Carmelo Sgroi ha svolto una breve sintetica requisitoria riepilogativa dell’impianto accusatorio nei confronti di Michele Emiliano, poichè l’attuale collegio giudicante del Csm (il terzo dall’ avvio dal procedimento avvenuto nell’ottobre 2014) è cambiato a seguito del rinnovo delle cariche del Consiglio Superiore della magistratura , ed ha riproposto nuovamente la richiesta di condanna con l’”ammonimento“, la sanzione più lieve prevista dal regolamento, nei confronti del governatore della Puglia Michele Emiliano, accusato di aver violato il divieto per i magistrati di iscriversi a partiti politici e di partecipare in maniera sistematica e continuativa alle loro attività.
Molto correttamente il vicepresidente del Csm David Ermini, al contrario del suo predecessore Giovanni Legnini, si è astenuto a presiedere il collegio giudicate della sezione disciplinare nel procedimento nei confronti di Emiliano, essendo stato in un recente passato responsabile giustizia del Partito Democratico, durante la segreteria di Matteo Renzi . Il collegio giudicante, è stato quindi presieduto dal consigliere Fulvio Gigliotti (laico, professore di diritto privato indicato dal M5S) , e dai consiglieri Michele Cerabona (laico, avvocato indicato da Forza Italia) , Corrado Cartoni (magistrato, Magistratura Indipendente), Giuseppe Cascini (magistrato, Area) ,Piercamillo Davigo, (magistrato, Autonomia e Indipendenza), Marco Mancinetti (magistrato, Unicost).
Nella sua arringa difensiva Armando Spataro, ha premesso che “Emiliano ha sempre proposto istanza al CSM per esercitare quei mandali politici elettivi, e non è incolpato di aver fatto l’ amministratore pubblico”, e sostenuto che è “impossibile svolgere il mandato di amministratore nelle istituzioni senza partecipazione attiva nella vita di un partito” aggiungendo che il suo ruolo istituzionale “è al servizio della collettività, funzione “alta” del ruolo politico come amministratore pubblico“, ricordando che vi è “una lunga lista di colleghi magistrati che hanno ricoperto ruoli politici come lui“. I difensori di Emiliano hanno quindi concluso chiedendo “l’assoluzione di Emiliano per insussistenza dell’ addebito disciplinare, estinzione del procedimento disciplinare, di dichiarare il fatto di “scarsa rilevanza“, richiedendo una nuova trasmissione degli alla Corte Costituzionale, a seguito anche delle eccezioni poste ed argomentate dalla Prof.ssa Avv. Isabella Loiodice.
Il procedimento è stato aggiornato al 14 febbraio , per consentire al sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione di poter esaminare nuovi atti presentati dalla difesa di Emiliano, ed effettuare la sua replica, e quindi arrivare il collegio ad una decisione.