di REDAZIONE POLITICA
Tutta la magistratura solidale ai pm di Firenze, dopo le violenti accuse di Matteo Renzi, indagato dalla Procura di Firenze nell’inchiesta Open per aver violato le regole sul finanziamento ai partiti, che attaccando i magistrati, li definisce “ossessionati” e mossi “da ansia di visibilità”, aggiungendo che a loro “piace la ribalta mediatica più del giudizio di merito”. Immediata la reazione della magistratura a partire dall’Anm della Toscana, seguita a ruota l’Anm nazionale, ed infine tutti i magistrati del Csm.
La prima dichiarazione a tutela dei pm di Firenze, è arrivata dai magistrati dell’Anm della Toscana. che subito dopo le dichiarazioni di Renzi replica: “I provvedimenti dell’autorità giudiziaria si possono impugnare e certamente criticare. Quello che non è in alcun modo ammissibile – in un consesso democratico – e che viene fortemente stigmatizzato è quello di attribuire ai magistrati finalità e scopi diversi da quelli dell’applicazione della legge. Ritenere che alcuni pubblici ministeri siano mossi da sentimenti personali e dalla volontà di ottenere visibilità mediatica è francamente risibile e deve essere smentito con fermezza”.
L’Associazione Nazionale dei Magistrati scrive che “la legittimazione della magistratura trova fondamento nella Costituzione”, e pertanto “sono inaccettabili, pur nella libertà di critica, prese di posizione che tentano di delegittimarla”. Secondo l’Anm è “inaccettabile l’allusione alla ricerca di una visibilità, in realtà mai ricercata dai colleghi fiorentini, da sempre impegnati esclusivamente nell’attività di indagine” aggiungendo che “queste dichiarazioni rischiano di creare un clima di avversione nei confronti dei singoli magistrati e di confondere l’opinione pubblica”.
I 16 componenti “togati” del Consiglio Superiore della Magistratura appartenenti a tutte le correnti, hanno richiesta di aprire subito una pratica a tutela dei colleghi fiorentini. I togati del Csm scrivono che “i comportamenti di Renzi appaiono lesivi del prestigio e dell’indipendente esercizio della giurisdizione tali da determinare un turbamento al regolare svolgimento o alla credibilità della funzione giudiziaria”. Parole molto dure nei confronti dell’ex premier, che ha sempre reagito con stizza sulle indagini che hanno coinvolto lui e la sua famiglia.
Il Csm in particolare ha sostenuto che “le affermazioni di Renzi destano preoccupazione in quanto con esse vengono attribuiti ai magistrati intenti e finalità diverse e distorte rispetto all’accertamento della verità” .