di Paolo Campanelli
Hanno superato quota 300 le nomine di ieri del Csm ,che riguardano i vertici degli uffici giudiziari , “un risultato straordinario” ha sottolineato in plenum Giovanni Legnini vice presidente del Csm, , anche per l’arco di tempo in cui è stato raggiunto , “poco più di 18 mesi“.
Un impegno notevole che deve ancora proseguire: “abbiamo di fronte a noi una quantità di lavoro ancora più rilevante , visto che in un tempo più ristretto dobbiamo provvedere a quasi altre 300 nomine“, ha però avvertito Legnini.
Il rinnovo dei vertici degli uffici giudiziari ha dato più spazio alle donne: oggi 88 di loro sono a capo di un ufficio giudiziario. L’ultima arrivata è Manuela Fasolato, pm del processo Montedison sulle morti per amianto nello stabilimento di Mantova, che è stata nominata proprio oggi procuratore di Monza. Tra le altre nomine di oggi, quella di Domenico De Facendis, attualmente alla guida del tribunale di Foggia, che è stato nominato presidente del Tribunale di Bari.
Nel frattempo, corsa al “fotofinish” per la nomina a capo della Procura di Milano, dove sono rimasti in tre: Francesco Greco, attuale procuratore aggiunto nonché capo del pool sui reati finanziari della Procura milanese, il collega dello stesso ufficio Alberto Nobili, e Giovanni Melillo, capo di gabinetto del ministro della Giustizia.
La commissione Direttivi del Csm non è infatti riuscita a convergere su un solo nome e, confermando le indiscrezioni della vigilia, si è spaccata: per Greco hanno votato il presidente Lucio Aschettino, Valerio Fracassi (entrambi togati di Area) e Paola Balducci, laica in quota Sel; la relatrice Elisabetta Casellati, laica di Fi, ha votato per Melillo mentre a Nobili è andato il voto di Claudio Galoppi (Mi).
Si è astenuto Massimo Forciniti di Unicost, che diventerà l’ago della bilancia nel voto finale del plenum, previsto non prima di metà maggio considerati i tempi tecnici e il «concerto» del ministro Orlando sulle tre proposte (una delle quali riguarderà il suo capo di gabinetto).