ROMA – Il Consiglio Superiore della Magistratura ha deciso di azzerare il precedente voto di maggio e riavviare la procedura per la nomina del nuovo procuratore di Roma, a seguito dello “scandalo Palamara” grazie al quale sono venute alla luce le manovre illecite per manipolare le importanti nomine ai vertici degli uffici giudiziari delle Procure prive di guida, l’ organo di autogoverno dei giudici, i cui equilibri correntizi sono stati letteralmente “ribaltati” nel peso ed equilibrio delle correnti interne.
La Commissione Incarichi Direttivi del Csm, quattro mesi fa aveva indicato con 4 voti su 6 il procuratore generale di Firenze Marcello Viola. Mestre si aspettava della la del plenum del Consiglio s’ è scoperto che Viola era il candidato della “cricca” che disegnava strategie venendo intercettata con la microspia inoculata nel telefono dell’ormai ex pm romano Luca Palamara il quale aspirava a diventare procuratore aggiunto, prima di essere indagato per corruzione. Insieme ai magistrati della “cricca” guidata da Palamara si attovagliavano nelle cene e riunioni carbonare notturne anche il magistrato-deputato del Partito Democratico Cosimo Ferri che nei giorni scorsi ha seguito Matteo Renzi nella scissione, ed il deputato-imputato Luca Lotti almeno per ora rimasto nel Pd, insieme a cinque componenti togati del Csm delle correnti di Magistratura indipendente ed Unicost che una volta diventati pubblici i loro incontri segreti ed i rispettivi comportamenti poco etici, hanno ben pensato prima di auto-sospendersi e poi di dimettersi.
La commissione che nel frattempo ha cambiato il presidente dimissionario, ha deciso ieri di revocare le proprie proposte del maggio scorso e quindi in corsa non ci sono più soltanto Marcello Viola ed i procuratori di Palermo Franco Lo Voi e quello di Firenze Giuseppe Creazzo, i quali avevano ottenuto un voto ciascuno dalla Commissione Incarichi Direttivi ma bensì si ritorna all’ originale elenco di 13 candidati. Tra i quali figura anche l’attuale procuratore aggiunto di Roma Michele Prestipino, che sta svolgendo il ruolo di reggente dell’ ufficio dopo il pensionamento di Giuseppe Pignatone del maggio scorso.
È molto probabile che la commissione questa volta prima di votare decida di ascoltare nelle audizioni i progetti dei candidati, richiesta che in passato il vicepresidente del Csm David Ermini aveva sollecitato anche a nome del capo dello Stato, non venendo ascoltati dai consiglieri del Csm (ora fuoriusciti) che miravano solo e soltanto agli scopi ed interessi personali venuti a galla dalle intercettazioni della Guardia di Finanza delegata in tal senso dalla Procura di Perugia.
Ieri sono arrivate in commissione le indicazioni per la guida della Procura di Torino, rimasta vacante dal dicembre scorso dopo il pensionamento di Armando Spataro. Questo il risultato della votazione: Salvatore Vitiello attuale procuratore capo di Siena ha ricevuto 4 voti, il procuratore aggiunto Anna Maria Loreto soltanto 2. Fra gli incarichi di prestigio rimasti scoperti ed a disposizione vi è anche la Procura generale della Suprema Corte di Cassazione, rimasta vacante dopo l’abbandono ed uscita di Riccardo Fuzio anch’egli coinvolto nello “scandalo Palamara“. Al momento i candidati più autorevoli sono il procuratore generale della Corte di Appello di Roma Giovanni Salvi e quello di Venezia Antonello Mura .